È un peccato non sfruttare l’abilità di Eivor nel parkour per assassinare i nemici piombando giù dal cielo
Per favorire il classico parkour
sono numerosi i punti rialzati su cui si può salire per avere una buona visuale dell’area in cui ci si trova, rivelando spesso in caso di indecisione un’alternativa elegante e valida all’irruzione, specie quando ci si deve intrufolare nella super protetta dimora di un vip locale per recuperare qualcosa di importante. In soccorso di chi predilige l’approccio furtivo intervengono inoltre la possibilità di fingersi indaffarati con le attività quotidiane e il ritorno del cappuccio, due espedienti utili per non insospettire le guardie mimetizzandosi tra la folla… a patto di non avvicinarsi troppo alle milizie, perché
cappuccio e mantello non rendono invisibili.
CHE ODINO SIA CON TE, EIVOR
La componente RPG ruota attorno alla progressione di Eivor, la quale è caratterizzata da delle costellazioni di talenti in cui investire i punti abilità ottenuti ad ogni aumento di livello. Con tre ramificazioni iniziali differenti come Orso (corpo a corpo), Lupo (a distanza) e Corvo (approccio furtivo/abilità) e altre potenziali diramazioni che erano nascoste dall’ombra nella tabella specifica, c’è di che sbizzarrirsi fra i numerosi snodi principali che forniscono ulteriori abilità e gli innumerevoli snodi secondari che offrono bonus alle statistiche et similia.
FRA TALENTI DI EIVOR ED EQUIPAGGIAMENTI VARI, LE OPZIONI DI PERSONALIZZAZIONE NON MANCANO
Avendo le risorse necessarie, poi,
ogni pezzo d’equipaggiamento è potenziabile diverse volte, senza contare i set dedicati all’animale di riferimento della build utilizzata sparsi qua e là che incentivano l’esplorazione alla ricerca del loot adatto. Un altro aspetto che contribuisce all’elemento ruolistico riguarda
l’opportunità di stringere alleanze tra Clan, come ad esempio con Ubba e Ivar Ragnarsson, figli del celebre Ragnarr Loðbrók, e soprattutto il peso delle scelte del giocatore durante i dialoghi e gli eventi più rilevanti; nel corso dell’epopea, infatti,
Eivor dovrà prendere delle decisioni che avranno ripercussioni sullo svolgimento della storia, ma purtroppo la prova da remoto non mi ha permesso di approfondire il concetto. Escludendo dal computo le feature mancanti e rimandando l’analisi tecnica a una prova diretta della build definitiva, devo ammettere che i dubbi veri sono pochi.

Un Eivor particolarmente assorto nei suoi vichinghi pensieri.
Tra questi infilo il comparto tecnico perché talvolta m’è parso ottimo, talaltra un po’ meno: in un open world di questo spessore è normale che non tutto sia perfetto, ma il riferimento ad alcuni personaggi secondari sotto tono rispetto al resto non è casuale, così come quello ad alcune animazioni non proprio sinuose. Tuttavia, al netto di qualche ruvidezza estetica, va detto che a controbilanciare la situazione ci pensa una buona fluidità generale e un’ambientazione oltremodo ammaliante, un intrigante mix di natura selvaggia e minuzie storico-architettoniche da lasciare a bocca aperta ad ogni nuovo anfratto visitato.
Questo nuovo capitolo ti immerge con forza in un mondo crudo e violento dotato di vita propria che trabocca di segreti e misteri
Questo nuovo capitolo ti immerge con forza in un mondo crudo e violento dotato di vita propria che trabocca di segreti e misteri, d’avventure e scontri;
ti teletrasporta nel IX secolo e lo fa in maniera credibile, aiutato con prepotenza dall’ipnotica coesione dei suoi coinvolgenti elementi partendo dal più infinitesimale per finire con il più maestoso. Una produzione così vasta in termini di contenuti ha bisogno di essere spolpata a fondo in ogni sua componente per poterne ricavare un giudizio attendibile, ma se la versione finale confermerà le buone impressioni di questo hands-on allora il gioco potrebbe davvero reggere il peso dell’ubisoftiana definizione “l’esperienza vichinga definitiva”. Assassin’s Creed Valhalla
approderà il 10 novembre su PC (Epic Games Store e Uplay),
PS4, Xbox One, Stadia e sulle console next-gen. Da giocatore a giocatore: questo hands-on in streaming mi ha lasciato
molte sensazioni positive e uno sparuto gruppo di perplessità, oltre a una caterva di contenuti da divorare e una dannata voglia di riprendere il prima possibile le mie adorate scorribande inglesi.
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