It Takes Two – Anteprima

IT TAKES TWO È PIÙ DI UN TITOLO ACCATTIVANTE: DA SOLI NON ANDRETE TANTO LONTANO!

A un certo punto ci siamo ritrovati immischiati in un conflitto tra scoiattoli e vespe, e la banda di roditori faceva pensare per alcuni versi a certi cliché che ritroviamo nei soldati super fighi di un qualsiasi Call of Duty, mischiati a richiami di titoli dello stesso genere ma che si prendono meno sul serio come Battlefield Bad Company, cui va poi aggiunta una nota finale à la Armata Brancaleone. Scoiattoli, ricordo che stiamo parlando di scoiattoli.

ME AND YOU

Durante la presentazione e l’intervista con la stampa, Josef ci ha spiegato come un pilastro fondamentale della sua idea di design sia l’intrinseca unione tra gameplay e narrazione: questi due elementi per lui devono essere al servizio l’uno dell’altro, senza creare rapporti di subordinazione che renderebbero l’esperienza finale sbilanciata. Sembra un concetto quasi scontato, banale, ma crederci fino in fondo ha portato a conseguenze abbastanza radicali.

LA FREQUENZA CON CUI IL GAMEPLAY CAMBIA PER ADATTARSI ALLO SVILUPPO DELLA STORIA HA DELLO STRAORDINARIO

It Takes Two è di base un platformer focalizzato su meccaniche cooperative, al punto che non è possibile giocarci in single player, ma la frequenza con cui il gameplay si flette per adeguarsi a uno specifico momento della storia ha dello straordinario: nel giro di dieci minuti, Marco ed io siamo passati da una boss fight contro una vespa-robot gigante, a una sezione di volo in cui io guidavo un deltaplano (costruito dagli scoiattoli usando un paio di mutande di Cody, con tanto di cuoricini abbastanza discutibili) mentre Marco abbatteva alianti nemici, per poi passare a uno scontro in pieno stile Street Fighter e continuare in un’ultima sezione di volo, in cui coordinare i nostri movimenti era l’unico modo per non andarci a schiantare, mentre il nostro velivolo era ormai ridotto a brandelli. Ripeto, tutto questo nel giro di circa dieci minuti.

It takes two anteprima

Quale finalità di gameplay si nasconde nel farsi foto polaroid? Nessuna, ma è divertente!

Di rado sono uscito da una prova così curioso di scoprire cos’altro il prodotto finale avrà in serbo. Di certo l’ala protettiva di EA, e soprattutto la copertura finanziaria che possono offrire a uno studio ancora lontano dall’indipendenza economica, hanno aiutato molto, e hanno permesso a quel vulcano umano di Josef Fares di dare libero sfogo alla sua immaginazione: un giorno s’è svegliato con in testa una sezione di due minuti in cui cavalcare un pesce gatto trasparente nel cavo di un tronco illuminato come un cielo stellato? Pronti, via. Per una boss fight ha voluto move-set e meccaniche con implicazioni platform che richiedono mesi di lavoro e non sono utilizzate in nessun’altra parte del gioco? Certo, che problema c’è? Se tutto il gioco sarà così, si prospetta un titolo davvero memorabile, in grado di divertire e far fare delle grande risate in compagnia.

It takes two anteprima

Mi raccomando, prestate attenzione agli input mostrati a schermo. Qualcuno potrebbe non averlo fatto…

Chiaramente, per godersi un titolo del genere il couch co-op sarebbe la soluzione ideale, ma Marco ed io ci siamo trovati molto bene anche online con il nostro collegamento Londra-Trento. In più, per permettere di giocare con una persona a noi vicina invece che doverci affidare uno sconosciuto qualsiasi, It Takes Two offrirà un Friend’s Pass, il quale, come sa bene chi ha giocato a A Way Out, permette di giocare online a tutto il gioco con una persona che non lo ha comprato. Ancora poche settimane e vedremo sei i due giochi passati di Fares gli saranno bastati per portare a casa il colpo grosso. Se è vero che It Takes Two, allora c’è da essere fiduciosi.

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