Nonostante manchi del tempo al giorno dell’uscita, esteticamente Tales of Arise è incredibilmente galvanizzante e avvincente
Il nuovo sistema grafico restituisce le migliori prestazioni in battaglia, riuscendo a tenere in piedi su schermo e senza sbavature un quantitativo impressionante di effetti, particellari e non, oltre ovviamente al party che abbiamo deciso di portare con noi in combattimento. Al netto delle piccole battaglie randomiche che potremmo incontrare nella mappa, la porzione di demo ci ha portato alle porte della città di Viscint, chiusa per paura di un grosso Zeugle, temibile mostro che sta arrecando disordini al circondario.
Lo scontro con il mostro si è rivelato un banco di prova sia per la stabilità degli scontri quanto per l’equilibrio che mi è parso subito ben oliato: abbattere il boss non è stato affatto facile. La coordinazione con tutti i membri del party sarà essenziale, e dovremo usare sapientemente tutte le tecniche di attacco e difesa, equilibrare gli attacchi di supporto a comando del party (tramite la croce direzionale a cui assegneremo quattro diversi eroi) e cercare di uscirne vincitori. Se sperate di presentarvi in battaglia e spianare attacchi speciali a raffica, perirete in una manciata di secondi.

Alphen e Shionne in azione. La resa estetica e gli effetti magici sono incredibilmente affascinanti.
Tutti i membri del party hanno abilità uniche, da scoprire e testare sul campo così da comporre il party offensivo per eccellenza
Necessario sarà infatti l’equilibrio tra i due protagonisti: se Alphen sarà virtuoso negli attacchi di spada, Shionne rimarrà dietro, attaccando a distanza con la sua lancia-fucile ed elargendo magie curative a chi ne ha bisogno. Oltre a loro due, potremo contare su Rinwell, guerriera esperta nelle arti magiche; Law, vero e proprio maestro delle arti marziali; Kisara, armata di scudo e martello tipici dei paladini; e infine Dohalim, agile ed equilibrato con i suoi attacchi dalla distanza con armi lunghe. Dovremo dare istruzioni al party, fermando il gioco e indicando agli alleati quali nemici colpire e i rispettivi punti deboli. Niente di nuovo sotto al sole, certo,
eppure la bellezza del titolo si manifesta propria nelle fasi più concitate: il brio e l’eleganza delle decisioni giuste, tirando allo stesso tempo un po’ di fiato mentre si prendono decisione tattiche, ben si associa al girovagare per la mappa livellando personaggi, scoprendo zone segrete e potenziando il nostro equipaggiamento.

Diciamolo: Alphen è proprio un gran figo e scommetto ci sarà un background più che interessante dietro a quelle spade e quella maschera di ferro.
Dopo un’ora di gioco – di cui solo 15 minuti per sconfiggere il grosso Zeugle, al secondo tentativo dopo un primo troppo garibaldino – l’unica sensazione che mi è rimasta sulla pelle è la voglia di esplorare e giocare ancora di più. Anche se forse Tales of Arise non spicca per originalità, il vasto mondo di Dahna chiede a gran voce di essere esplorato in lungo e in largo, così come siamo curiosi di saperne di più sulla trama e su come le sue tele ci avvolgeranno con la passione narrativa che contraddistingue il franchise. Per quello che abbiamo visto, le premesse sembrano entusiasmanti. Non vediamo l’ora che arrivi il 10 settembre.
Torna alla prima pagina…