Abbiamo potuto provare in anteprima Card Shark, un particolare titolo pubblicato da Devolver Digital in cui il gioco delle carte sta al centro dell’avventura, con una importantissima costante: giocare più sporco possibile.
Sviluppatore / Publisher: Nerial / Devolver Digital Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam, GOG), Switch Data di Lancio: 2 giugno
Simulatore di baro, avventura settecentesca e gioco di destrezza, ciascuna etichetta gli si addice e nessuna esclude le altre, ma l’unica verità fra le mille menzogne di Card Shark è che si tratta di una creatura più unica che rara, non ha senso tentare di incasellarla secondo le convenzioni.
Se, come me, avete sempre ammirato e un pizzico invidiato chi riesce a compiere le “magie” con le carte, tutto ciò che dovete fare è mettere la prossima opera di Nerial in wishlist e continuare a leggerne l’anteprima.
GIOIE E DOLORI DELLA VITA DI UN BARO
Il dubbio m’era sorto durante la presentazione: Card Shark è uno di quei giochi difficili da inquadrare finché non lo si prova. Come potrebbe essere altrimenti? Trucchi con le carte, inganni, intrighi di corte bidimensionali e uno stile artistico squisito, il tutto condito da un gameplay avventuroso. E poi un’ambientazione fascinosa, il XVIII secolo e una realtà alternativa rispetto all’era pre-Rivoluzione Francese da noi conosciuta giacché tutto ha inizio una nebbiosa mattina del 1743 nei dintorni di Pau, nel sud della Francia. Impersonando un garzone privo della parola e della stima della padrona della taverna in cui lavora, ci si imbatte subito in quel bel tipo del Conte di Saint-Germain ma ben presto la situazione precipita obbligando l’improbabile duo a darsi alla macchia.
Comincia da qui un viaggio attraverso varie località francesi e una sequela di tavoli da gioco d’ogni risma, ma è inutile spingersi oltre perché una componente narrativa c’è e sarebbe un delitto svelare dove conduce. Non lo è raccontare come si svolge questo viaggio, un percorso che non vuol saperne di mettere un piede nella legalità ma, anzi, fa dell’illegale l’unica strada percorribile in un paese più complicato di quanto sembri a prima vista.
Card Shark tratta di bari e dell’arte di turlupinare il prossimo senza che questo se ne accorga
WOW, MA… COME FUNZIONA CARD SHARK?
Card Shark prevede 28 trucchi di “magia” ed è pronto a insegnarceli se mostriamo d’esser degni malandrini, ergo c’è da far funzionare cervello e mani per ricordarsi ogni passaggio. Da bravi bari alle prime armi inizialmente saremo guidati da alcuni mentori, tuttavia avanzando nel gioco il gameplay scioglie le briglie dandoci la libertà di decidere quali trucchi sfruttare per superare una determinata scena (le sfide che dovremo affrontare). I trucchi di cui parlo sono mini-giochi/QTE basati sulla destrezza e sulla memoria, sulla rapidità d’esecuzione e di pensiero. La costante è la barra del sospetto, una sorta d’allarme visivo che indica quando è il caso di forzare la mano oppure quando invece è meglio lasciare vincere la vittima, ignara di ciò che accade soltanto finché non sbagliamo una procedura.
Uno dei primi trucchi funziona così: mentre versiamo del vino rosso alla vittima (tenendo premuto un tasto e muovendo il mouse verso il basso, prestando attenzione a non versarne troppo o troppo poco) dobbiamo sbirciare la sua mano e segnarci mentalmente qual è il seme di cui ha più carte. Fatto ciò bisogna usare un panno per pulire il tavolo da gioco e, muovendo il mouse secondo precisi segnali concordati (tre volte in senso orario significa tre carte di cuori, per capirci) in precedenza con il nostro complice, indicargli il seme e il numero di carte in modo che l’inganno vada a buon fine. Mentre la truffa è in corso la barra del sospetto scorre perciò il tempo a nostra disposizione per completare correttamente il trucco diminuisce. Anche puntare senza criterio è un modo per insospettire la vittima, dunque se le finanze lo permettono talvolta è saggio perdere di proposito per calmare le acque. Una scena viene superata quando l’avversario non può pareggiare la nostra puntata, per inciso.
GENIUS AT WORK
Pur essendo solo un’anteprima Card Shark mi ha già convinto. Il dubbio più grande riguarda la rigiocabilità, mi pare un’esperienza one-shot anziché un gioco su cui tornare ancora e ancora, ma pensandoci bene è davvero così importante in un’opera simile? L’idea di fondo è terribilmente originale così come lo sono il miscuglio di QTE, mini-giochi, scambi di battute e situazioni, per non parlare di un’esecuzione brillante, di un contesto credibile e incredibile al tempo stesso ottenuto sfruttando le convinzioni dell’epoca dell’Illuminismo ma anche un protagonista muto che tocca a noi fare comunicare scegliendo di volta in volta l’espressione del viso che riteniamo giusta.
Più ci gioco più mi convinco che ha tutte le carte in regola per rivelarsi uno dei titoli più originali dell’anno