Altro giro, altro Musou. Con Fire Emblem Warriors: Three Hopes, Omega Force prova una strada diversa rispetto all’ultima sortita su piattaforme Nintendo.
Sviluppatore / Publisher: Intelligent Systems, Omega Force / Nintendo Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo offline PEGI: 12 Disponibile Su: Nintendo Switch Data di Lancio: 24 giugno
Lo avete guidato verso l’unificazione del Fódlan in Three Houses e gli avete fatto picchiare duro Mario e Samus in Super Smash Bros. Ultimate. Ora preparatevi a farvi massacrare da Byleth in persona, il fine stratega (o la fine stratega, che poi sembra essere la scelta canonica di Nintendo) che non esiterà a macellare la vostra squadra di mercenari nella primissima missione di Fire Emblem Warriors: Three Hopes vestendo gli inediti panni del cattivo di turno.
Qualunque siano le sue motivazioni poco importa, dato che il vostro personaggio morderà inevitabilmente la polvere, solo per essere salvato in extremis da Arval, una misteriosa figura che lo strapperà dall’abbraccio della morte. Assieme dovranno scoprire il significato nascosto dell’impercettibile filo che li lega, per poi tentare di riportare l’ordine in un continente sull’orlo della guerra.
THREE HOPES GIOCA SUL SICURO…
…e francamente non me la sento di dargli torto. Se avete giocato (o letto la nostra recensione, anche meglio!) Hyrule Warriors: L’era della calamità, ricorderete un gioco dotati di grandi ambizioni, afflitto però da una realizzazione tecnica eufemisticamente sottotono, con un framerate che si concedeva veri e propri tuffi verticali nelle situazioni più ingarbugliate. Dalla nostra prova, Fire Emblem Warriors: Three Hopes garantisce una fluidità molto più stabile, concedendosi cali inferiori ai 30 fps assai raramente, un risultato apprezzabile su un hardware oramai attempato come quello di Switch. Di contro, l’esperienza pare sulle prime assai classica e conservatrice; tuttavia, andando avanti, il gioco si sta rivelando un po’ alla volta un Musou dotato di un buon numero di assi nella manica, dove una moltitudine di scelte saprà fare la differenza.
OPZIONALMENTE, THREE HOPES INCLUDE ANCHE LA MORTE PERMANENTE DEI COMPAGNI CADUTI IN BATTAGLIA
CHI LA DURA LA VINCE
Sto affrontando il gioco con queste impostazioni e devo ammettere che mi sta prendendo discretamente, facendomi chiudere un occhio su un inizio piuttosto banale. Questo perché Fire Emblem Warriors: Three Hopes ama scoprire le sue carte poco alla volta, distribuendo presso il suo variegato cast un numero impressionante di tecniche speciali e abilità secondarie, a loro volta differenti a seconda della classe intrapresa. La flessibilità è la parola d’ordine, giacché determinati bonus possono essere equipaggiati tra professioni differenti, creando un plotone di guerrieri dotato di un corredo di potenziamenti mai scontato.
A questo vanno sommate le immancabili relazioni che rappresenteranno un vantaggio non da poco, come vi spiegherò tra un paio di settimane in occasione della recensione; vi basti solo sapere che, al netto di un’aderenza alla formula più pura dei Musou, Omega Force ha svolto un egregio lavoro nel declinare nell’ottica di un gioco d’azione caotico e casinista i punti più distintivi di uno strategico apprezzatissimo come Three Houses. Il risultato potrebbe sorprenderci, ma ho bisogno di trucidare ancora qualche migliaio di inermi avversari per farmi un’idea precisa. Nel darvi appuntamento all’analisi completa, vi ricordo che troverete Fire Emblem Warriors: Three Hopes ad attendervi nei negozi il 24 Giugno.