L’ultima fatica di Stormind Games è in dirittura d’arrivo, come non provare a salvare la Terra in Batora: Lost Haven, balzando da hack and slash a twin stick shooter in un batter d’occhio?
Sviluppatore / Publisher: Stormind Games/Team17 Prezzo: N.D. € Localizzazione: Completa Multiplayer:Assente PEGI: 12+ Disponibile Su: PC (Steam), PS4, Xbox One, Nintendo Switch Data di Lancio: Autunno 2022
Guarda chi si rivede, Batora: Lost Haven. L’ho già provato lo scorso marzo rimanendone positivamente colpito, anche se il piacere di giocarci è stato breve complice una versione che, all’epoca, disponeva di un solo capitolo. Con l’avvicinarsi della data di release, prevista per questo autunno grazie al publisher Team17, gli sviluppatore catanesi di Stormind Games hanno rilasciato una nuova build del loro action RPG, molto più articolata. La buona impressione iniziale sarà confermata?
LA TERRA È PERDUTA, ANZI NO
Una tremenda catastrofe, le cui origini sono avvolte nel mistero, ha semidistrutto la Terra. Ma nei videogiochi non esiste evento funesto senza un prescelto che possa porvi rimedio, e così eccoci vestire i panni di Avril, adolescente che deve ribaltare la situazione viaggiando lungo quattro mondi alieni, guidata dalla misteriosa entità Batora.
Le peripezie della protagonista, farcite di incontri con bizzarri alleati e temibili nemici, oltre a costituire una speranza per il nostro pianeta sono anche occasione di crescita interiore, a causa di numerose scelte di carattere morale che oltre a modificare leggermente la storia – che scorre comunque su binari piuttosto rigidi – influiscono sulla build del personaggio.
BATORA E L’EREDITÀ DI IKARUGA
Nonostante il gameplay sia completamente diverso, le abilità di Avril sono in qualche modo ispirate al celebre shooter SEGA. Dotata di una spada fiammeggiante donata dal Sole e da poteri psichici conferiti dalla Luna, può combattere vibrando mazzate come il tank di un hack and slash o lanciare attacchi mentali a distanza rendendo il gioco una specie di twin stick shooter. Sta a noi scegliere in che modo affrontare l’avventura, con la possibilità di switchare da una natura all’altra in qualsiasi momento. Ma se state pensando di completare il gioco nella modalità che più vi aggrada, siete fuori strada: anche i nemici sono dotati di questa polarità, rendendo i combattimenti molto interessanti.
TU COSA SEI? SOLE, LUNA O ENTRAMBI?
Colpire i mostri della nostra stessa essenza consente di infliggere danni molto pesanti, che diventerebbero irrisori in caso di attacchi a creature del tipo opposto. Quando invece veniamo colpiti noi, perdiamo punti vita da una delle due barre di energia, anch’esse legate al Sole e alla Luna. Esauriti gli hit point anche di un solo elemento arriverà inesorabile il game over. Inizialmente gli scontri sono abbastanza facili, con tutti gli avversari della stessa tipologia. Presto però inizieremo a trovare gruppi eterogenei, costringendoci a cambiare freneticamente modalità per gestire al meglio i nostri attacchi. Infine compariranno le creature ibride, capaci di cambiare elemento proprio come noi.
Pensare di liquidare l’intero sistema di combattimento al mero combaciare con la natura di chi ci attacca non paga, sia per il nutrito numero di mostri che ci attaccano nei livelli più avanzati, sia perché combattere creature dell’allineamento opposto aumenta una barra delle combo da utilizzare per vibrare colpi devastanti al momento giusto, invitandoci a soffrire per mettere fieno in cascina e avere un asso nella manica qualora ci trovassimo con le spalle al muro. Ai colpi base si aggiungono fino a quattro abilità soggette a cooldown, che variano dalla semplice schivata a pesanti attacchi AoE. Unico neo di questo sistema altrimenti quasi perfetto: le mura invisibili che rendono l’area di combattimento estremamente ridotta, togliendo un po’ di realismo – perché non posso scappare a km di distanza, magari triggerando altri 1000 mostri? – e lasciando un certo senso di ingiustizia quando si soccombe perché non si riesce a fare un passo indietro in più.
RUNE E DECISIONI IMPORTANTI
Se l’azione è la grande protagonista di Batora: Lost Haven, non mancano elementi RPG quali allineamento morale tra Difensore e Conquistatore e un sistema di rune – le classiche perk – da utilizzare per far crescere le statistiche di Avril. In questo caso le build da costruire sono due, una per ciascun elemento, ma gli slot a disposizione sono limitati costringendoci a ponderare le nostre scelte. Meglio un personaggio ben bilanciato tra Sole e Luna, capace quindi di cavarsela alla meno peggio in ogni situazione, o investire pesantemente su una sola specialità, utilizzando l’altra solamente come accumulatore di energia per le combo? Ognuno seguirà la propria strada, consapevole che le rune si possono aggiungere e togliere a piacimento, mentre le abilità legate alle nostre scelte morali sono immutabili.
MONDI NON OPEN WORLD
Esplorazione e progressione lungo la storia avvengono lungo un percorso plot driven che non lascia molto spazio ad attività secondarie. Batora: Lost Haven prende le distanze dal modello open world che va di moda in questo periodo – e in molti casi utilizzato non proprio egregiamente – e ci propone una narrazione prevalentemente lineare ma non per questo banale e priva di colpi di scena. Per gli amanti del tasto skip è presente un sistema di hint sotto forma di globi luminosi che ci guidano verso il prossimo obiettivo, così se “involontariamente” perdessimo qualche informazione sulla quest non dovremmo girare a caso sperando di triggerarla fortuitamente. L’azione di tanto in tanto è interrotta da sezioni puzzler nelle quali attivare switch di questo o quell’elemento per muovere piattaforme e aprirci la strada verso l’uscita. Un po’ troppo invadenti nella prima release, mi è sembrato che questa volta siano diminuite numericamente, o siano state maggiormente diluite nell’esplorazione, rendendole ora un piacevole break come in Ratchet & Clank: Rift Apart.
L’OCCHIO HA LA SUA PARTE, E ANCHE L’ORECCHIO
Graficamente Batora: Lost Haven è veramente ben realizzato, con mondi diversi tra loro, ognuno con il proprio bioma, e personaggi carismatici il cui stile grafico riporta alla mente la rappresentazione dei campioni di Legends of Runeterra. In particolare Batora mi ha molto ricordato Veigar, ma escluderei un plagio… anzi, è piuttosto un segnale di qualità elevata della produzione, dato che avvicinarsi agli standard di Riot Games non è una passeggiata. Come in molti titoli del genere, i nemici comuni non passeranno alla storia per il loro look, e i due soli livelli di zoom non aiutano ad ingrandirli abbastanza per godere dei loro dettagli. Ottimo il parlato e il sonoro in generale. I piccoli occasionali rallentamenti riscontrati a marzo paiono scomparsi, nonostante il PC di prova sia rimasto il medesimo, e direi che il gioco è pronto per finire nella wishlist degli amanti dei GdR d’azione o di chi voglia provare un sistema di combattimento diverso dal solito.