Quello di God of War Ragnarok è un ritorno capace di scuotere le colonne stesse del creato: questa è la promessa di Santa Monica Studio, una che Kratos ha voglia di mantenere a tutti i costi.
Sviluppatore / Publisher: Santa Monica Studio / SONY Interactive Entertainment Prezzo: 79,99 euro Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: PlayStation 4, PlayStation 5 Data di Lancio: 9 novembre 2021
Impugnare il Leviatano dopo quattro lunghi anni è un po’ come tornare a casa, una sensazione accentuata dal sistema di combattimento di God of War Ragnarök. Prevedibilmente orfano dello stupore introdotto dal reboot del 2018, il nuovo viaggio del barbuto Fantasma di Sparta si presenta come un diretto proseguimento della precedente avventura, sia per quanto riguarda la storia che le meccaniche. Naturalmente quanto scritto in questo articolo rispecchia le impressioni assorbite durante le primissime ore, ma la sensazione è che i talentuosi ragazzi di Santa Monica Studio abbiano scelto la strada del perfezionamento, levigando e ottimizzando la premiata formula che tanto lustro aveva donato al primo viaggio di Kratos e del figlio Atreus.
GOD OF WAR RAGNAROK RICHIEDE UN CERTO PHYSIQUE DU RÔLE
Da parte di noi giocatori c’è bisogno di un doppio impegno: per prima cosa è indispensabile ripassare la cosmogonia di God of War, giacché il gioco non ha tempo da perdere e vi subisserà immediatamente e costantemente di rimandi alle passate vicende. Poco male se vi ritrovate con la memoria di un pesce rosso però, visto che un pratico riassunto disponibile dalla schermata iniziale vi permetterà di ricordare gli eventi passati in men che non si dica e presentarvi eruditi all’appuntamento con Odino. Il secondo impegno richiesto è quello di abbandonare ogni sorta di inibizione, perché Kratos è davvero scatenato. La chiave di volta è la disponibilità sin dalle primissime battute delle Lame del Caos, intercambiabili alla glaciale ascia in qualunque momento. Questo non solo garantisce adattabilità ai diversi scontri, ma conferisce al nerboruto protagonista una mobilità che ne aumenta enormemente il dinamismo.
I nemici a quanto pare hanno scoperto le gioie della verticalità, attaccando da posizioni di vantaggio o bombardando i protagonisti appesi a qualche muro, secernendo schifezze varie. Le Lame del Chaos permettono di saettare da una sporgenza all’altra in perfetto stile Bionic Commando, volteggiando e scatenando violentissimi attacchi dall’alto. Il giovane Atreus non scherza da parte sua, demolendo strutture con particolari frecce soniche per dare man forte al babbo: complessivamente la sensazione è quella di un glorioso more of the same, capace però di far sembrare ingessata la pur acclamatissima azione del gioco precedente. Un’altra cosa che mi ha piacevolmente sorpreso è la varietà dei nemici, laddove il gioco del 2018 presentava un antipatico riciclo di cattivi; qui già durante le prime ore ho affrontato un soddisfacente numero di boss su cui preferisco tacere, ma i duelli sono stati sempre brutali e appassionanti al punto giusto.
TALE AS OLD AS TIME
Anche sotto questo aspetto, rinfrescare le vostre nozioni riguardo gli avvenimenti passati risulta imperativo: già da subito, infatti, gli scontri più impegnativi verranno sottolineati dal complicato rapporto tra il (eufemisticamente) ruvido Kratos e un figlio tormentato dalle rivelazioni riguardo le sue origini, non ultima la cosiddetta profezia di Loki. II tutto alle soglie del Ragnarök, per giunta, un avvenimento che renderà nervosa una schiera di celebri divinità.
rinfrescare le vostre nozioni riguardo gli avvenimenti passati risulta imperativo
Io chiuderei l’anteprima qui, ma so di aver trascurato un elemento fondamentale, che magari starà facendo sudare i possessori dell’elusiva quanto costosa PS5, speranzosi che la loro nuova macchina sia stata finalmente sfruttata a dovere. Mettiamola così: non sono mai stato tanto felice di aver acquistato uno schermo OLED LG C2. Al netto di un’illuminazione realmente abbacinante, sono i 60fps offerta dalla modalità Prestazioni (su cui spenderemo qualche parolina in più in sede di recensione) a trasformare ulteriormente l’azione, contribuendo in modo deciso alla dinamicità di cui parlavamo sopra, con un Kratos grosso come una quercia che si muove con fluidità assoluta, un vero e proprio assalto ai sensi innescato da un’esplosione di adrenalina.
Considerare God of War Ragnarök come un serio contendente al titolo di gioco dell’anno sarebbe una banale formalità