Monster Hunter Stories 1+2, sviluppato e pubblicato da Capcom, si prepara a sbarcare su PlayStation, Nintendo Switch e PC a partire dal prossimo giugno, con l’obiettivo di ricordare ai giocatori di Ultimate, World e Rise che esistono degli spin-off di grande personalità.
Sviluppatore / Publisher: Capcom Prezzo: 59,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Presente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch Data d’uscita: giiugno 2024
Ricordo molto bene la mia partita su Monster Hunter Rise, l’ultimo episodio dell’iconico franchise ideato e creato da Capcom. Una vestizione classica, un’arma letale e la sensazione che no, non ero affatto pronto per Sunbreak, il DLC dell’esperienza del team nipponico che ha espanso e migliorato di gran lunga un’avventura già di per sé assolutamente centrata e godibile.
Se mi dovessi concentrare su quale fu il mio primissimo Monster Hunter, dovrei tornare indietro al 2009, quando su PlayStation Portable giocai e spolpai Freedom, a mio modo di vedere un gran bel capitolo. Poi arrivarono gli altri, me ne innamorai e giocai a ognuno di essi con la stessa passione. Fu però Monster Hunter Stories, uno spin-off, a farmi ulteriormente capire quanto questo universo fosse pieno zeppo di potenziale. Cambiava la struttura ludica, non mutava il contesto ma, a dire il vero, veniva comunicato diversamente al giocatore che si apprestò a viverlo pienamente.
Parlare di Monster Hunter Stories, d’altronde, mi fa tornare indietro nel tempo
MONSTER HUNTER STORIES: COME LO RICORDAVO
Il racconto inizia come qualunque storia fantasy. Ora, non starò a narrarvi tutto questo, considerando che è un’anteprima e l’obiettivo è semplicemente per ricordarvi che sta arrivando l’edizione dei due videogiochi su PlayStation, Nintendo Switch e PC, eppure è ben importante già mettere dei paletti. Entrambi gli spin-off meritano assoluta considerazione. È un giorno come un altro, dunque, sia per Rowan che per Cheval e Lilia, gli amichetti dell’eroe cui ho implementato una chioma bionda e degli occhi verdi da un editor del personaggio estremamente intuitivo, su cui non ho passato fin troppo tempo, in realtà, poiché lo stesso appare identico a com’era nella sua versione originale.
La storia si apre con i tre ragazzini intenti a scoprire la Pietra del Legame, un potente artefatto che permette di controllare i mostri e addomesticarli. Nelle altre produzioni del franchise, specie nella seria principale, non si è mai parlato di qualcuno che fosse in grado di controllare le creature del vasto mondo di Monster Hunter in questo modo. Eppure, in questa produzione è possibilissimo: nei panni di Rowan, nome che ho impostato poco dopo la sua creazione, l’obiettivo è divenire il Raider più famoso e potente dell’intero globo terracqueo. Il contesto, in tal senso, è come sempre apparso godibilissimo e vivace, con cinematic sempre molto suggestive che, per il momento, hanno saputo coinvolgermi esattamente com’è accaduto su 3DS quando ne diventai assuefatto a quel tempo.
Esattamente come al tempo, Monster Hunter Stories appare un racconto mirato a far progredire il giocatore con i dettami classici dei giochi di ruolo
QUI SI GIOCA A TURNI
Monster Hunter Stories (posso parlare per entrambi) è un RPG con combattimenti a turni che consente di plasmare a proprio piacimento il personaggio. Le differenze sostanziali, infatti, si notano nella struttura ludica, coinvolgente e ben proposta, con battaglie diverse in base alle necessità – specie se si combatte contro un altro Raider, sia comodamente per il mondo di gioco, oppure se a comandarlo è un altro giocatore. L’obiettivo della produzione, in tal senso, è dare al giocatore la possibilità di attaccare in tre modi diversi, optando per tre tattiche che, ben evidenziate nel corso delle battaglie, permettono di vincere qualunque scontro: parlo di Potenza, Agilità e Tecnica. Ogni mostro acquisito, che si può ottenere visitando le grotte delle varie aree proposte, permette di cambiare il proprio approccio, consentendo, peraltro, di variare le offensive che si prediligono.
Se al tempo era già ben costruito, ancora oggi sa il fatto suo, poiché ogni battaglia si differenzia in base allo stile scelto e al Monstie che si decide di portare con sé. Al riguardo, è bene cercare di evitare di farsi ingannare dai nemici, prendendosi tutto il tempo necessario per inferire su questi ultimi. Le creature, sempre le solite e già conosciute a chi mastica pane e Monster Hunter da una vita, portano a volerli acquisire tutti. Anche se, consiglio (essendo a un buonissimo punto della storia principale, anche se è preferisco non raccontare tutto) di svolgere le missioni secondarie.
Se al tempo era già ben costruito, ancora oggi sa il fatto suo, poiché ogni battaglia si differenzia in base allo stile scelto e al Monstie che si decide di portare con sé
UN VIAGGIO TUTTO DA SCOPRIRE
Come accennavo prima, ho giocato al primo titolo su PC. Graficamente non è apparso travolgere completamente quanto è stato fatto su 3DS, il che significa che non c’è da aspettarsi qualcosa di assurdamente diverso da Monster Hunter Stories 2: Wings of of Ruin, che ha impressionato il nostro Dan Hero. Per ora, ovvio, i pareri preliminari sono più che positivi, in linea con quanto venne mostrato al tempo su Nintendo 3DS e successivamente su mobile.
Un’operazione del genere, chiaramente, non è da avvicinare ai classici progetti nostalgia di cui – spesso – non si sente la necessità. L’obiettivo è far arrivare due spin-off importanti su PC e PlayStation, visto che sia il primo che il secondo sono disponibili su Nintendo Switch (con Stories, il primo, attualmente scaricabile su Nintendo eShop). Non resterà che attendere la recensione, che potrebbe rivelare delle sorprese inaspettate, come replicare di cosa si ha conferma.