Elden Ring: Shadow of the Erdtree – Anteprima Hands-On

Una chiesa sconsacrata a Parigi ha fatto da cornice alla nostra prova in anteprima di Elden Ring: Shadow of the Erdtree. Tre ore in compagnia di questa espansione che ci hanno fatto venire voglia di vederne ancora e ancora.

Sviluppatore / Publisher: From Software / Bandai Namco Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Testi PEGI: 16 Multiplayer: Online Cooperativo e Competitivo Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: 21 giugno

Quasi due anni e mezzo per un’espansione – sia a Bandai che a From non piace che venga usato il termine “DLC” – non sono certo pochi. Ma, d’altronde, da qualcosa che va ad innestarsi sui rami di Elden Ring le aspettative non possono essere che alte, e di questo Miyazaki e i suoi erano senza dubbio consapevoli quando hanno deciso di mettersi al lavoro su Shadow of the Erdtree.

E questo a maggior ragione vista la reputazione che From Software si è conquistata negli anni, e cioè quella di uno studio che non prende per niente sottogamba i contenuti aggiuntivi per i suoi giochi. Per quanto riguarda noi, invece, l’attesa non sarà ancora molto lunga: poco più di un paio di settimane e finalmente potremo andare alla scoperta delle Terre dell’Ombra, sorta di controparte dell’Interregno dove verremo a conoscere meglio la storia di Miquella, nome che tanto spesso si è fatto sentire nel gioco base, e quella di Messmer, figlio di Marika finora rimasto nell’oscurità.

VERSO LE TERRE DELL’OMBRA

Prima di poter accedere a Shadow of the Erdtree, dovremo soddisfare due requisiti abbastanza importanti, visto che sarà necessario aver sconfitto sia Radahn che Mohg (quello vero, non la copia che troviamo nelle fogne di Leyndell). Qui in realtà viene già da porsi qualche domanda, a cui non troverete risposta in queste righe: e cioè, ma perché Radahn? Se da un lato è chiaro perché sconfiggere Mohg sia essenziale, dato che è stato lui a rapire Miquella, che c’è entra Radahn?

COSA C’ENTRA RADAHN CON IL CAMMINO DI MIQUELLA?

In termini concreti ovviamente il problema è minore, dato che dei due boss quest’ultimo è di gran lunga più semplice, ma sarà interessante scoprire in che modo il Flagello Celeste va a inserirsi nella storia di Miquella e della sua peregrinazione nelle Terre dell’Ombra. Più significativa in termini di numerini sulla scheda del nostro personaggio, invece, la richiesta di sconfiggere Mohg, ma anche qua c’è il suo perché: come annunciato in precedenza dagli sviluppatori, il livello di difficoltà dell’espansione è tarato su quello dell’endgame del gioco base, ed è dunque giusto che ci sia un ostacolo adeguato a bloccarne l’accesso.

Elden Ring Shadow of the Erdtree Anteprima

Il qui presente Ansbach è uno degli NPC che, come noi, si sono messi sulle tracce di Miquella.

E di questo livello di difficoltà, credeteci, sia io che gli altri colleghi presenti alla prova ci siamo accorti abbastanza in fretta. Nonostante From Software ci avesse fornito la scelta fra tre personaggi di livello 150 (uno con l’accento sulla Forza, un altro sulla Destrezza, e il terzo orientato su Intelligenza e Fede; io, da bravo ignorante, ho preso il primo) e un vasto repertorio di armi potenziate al massimo, è stato subito evidente come la sfida che ci veniva posta davanti non fosse affatto da sottovalutare; nel mio caso, una bella botta all’autostima l’ha data il fatto di essere morto letteralmente dal primo nemico incontrato, un tizio con due chakram che attacca tipo duecento volte di fila.

LA PROGRESSIONE DELLE TERRE DELL’OMBRA PASSA PER DUE TIPI DI BENEDIZIONI PERMANENTI

A venirci incontro, però, c’è il sistema di progressione interno di Shadow of the Erdtree: esplorando il mondo e proseguendo con l’avventura sarà infatti possibile trovare le Scadutree Blessing, oggetti che possono essere utilizzati ai luoghi di grazia per potenziare in maniera permanente il danno inflitto dal nostro personaggio e la sua resistenza ai danni; scopo simile hanno le Revered Spirit Ash Blessing, che invece potenziano gli spiriti evocati e il nostro destriero, Torrente. Queste benedizioni avranno effetto solo nelle Terre dell’Ombra, e non nell’Interregno: una scelta sensata, che permette a From Software di mantenere una curva di difficoltà e di relativo potenziamento all’interno dell’espansione ma senza andare a sconvolgere eccessivamente quelli che sono gli equilibri del resto del gioco. In questo viene da ipotizzare che vada a inserirsi anche il fatto che, perlomeno all’interno della prova, le ricompense in rune siano state relativamente basse se rapportate alla difficoltà dei nemici; anche qui, l’idea era probabilmente di evitare che qualcuno tornasse poi nell’Interregno molto più potente di quando se n’era andato.

Elden Ring Shadow of the Erdtree Anteprima

Questi Horned Warrior qui sono stati fonte di tante, tante maledizioni.

Comunque, in Shadow of the Erdtree qualcosa che poi potremo portare nel gioco base c’è, e per “qualcosa” si intende “più di cento fra nuove armi ed incantesimi”. Per le armi è particolarmente interessante il fatto che From Software ne abbia aggiunte otto nuove categorie, e che fra queste ci siano anche armi da lancio.

FRA LE NOVITÀ, È PARTICOLARMENTE INTERESSANTE L’AGGIUNTA DI ARMI DA LANCIO

Questa, se ci pensate, non è per niente una novità da poco: finora i soulslike di From hanno sempre avuto questa netta distinzione fra “chi mena da vicino” (le build destrezza e forza) e “chi mena da lontano” (incantatori, che siano essi basati su intelligenza o fede), con archi, balestre e oggetti consumabili a fare da via di mezzo, ma al prezzo di proiettili limitati, danni spesso non eccelsi e una minore immediatezza nell’uso. Ciò a cui abbiamo avuto accesso nella prova di Shadow of the Erdtree sono invece state armi a tutti gli effetti, senza pericolo di esaurimento delle munizioni: nello specifico, coltelli e asce da lancio, più un’arma per così dire ibrida: nell’inventario di partenza era infatti presente uno dei classici martelloni enormi, che con l’attacco pesante veniva scagliato a una distanza certo non lunghissima ma pur sempre di distanza di tratta. Sarà interessante vedere con più calma come questa categoria di armi va a infilarsi nell’equilibrio del gioco.

SULLE TRACCE DI MIQUELLA

Di una prova di “solo” tre ore (che sono volate, come le bestemmie silenziose per le numerose morti) c’è tanto da dire, quindi direi di passare a parlare un po’ di quello che abbiamo potuto effettivamente provare. Avviso che questa sezione potrà essere considerata a pericolo spoiler da qualcuno, quindi se appartenete alla categoria liberi di saltare i prossimi due paragrafi. From Software ci ha piazzato proprio all’inizio dell’espansione, che come già ampiamente previsto da parecchi fan di Elden Ring, prende il via nell’area dove sconfiggiamo Mohg e dove si trova il bozzolo da cui pende il braccio raggrinzito di Miquella. Lì un nuovo NPC, Lady Leda, ci inviterà a toccare il braccio e ad entrare così nelle Terre dell’Ombra, dove potremo unirci all’assortimento di NPC visti nel trailer e seguire con loro le tracce di Miquella. Da lì si accede a una prima area ampia ma non troppo, per gli standard di Elden Ring (meno grande della Penisola del Pianto, per intenderci), dove una vasta spianata unisce i primi due Legacy Dungeon, cioè Belurat e Castle Enis. Naturalmente ciascuno di loro ha il suo boss, rispettivamente il Divine Dancing Lion e Moon Knight Rellana; From Software ha già chiarito in passato che in totale quelli considerati principali saranno 10, e alcuni di questi saranno opzionali.

Elden Ring Shadow of the Erdtree Anteprima

Belurat è il Legacy Dungeon che quelli di Bandai Namco ci hanno consigliato di affrontare per primo

È EVIDENTE CHE QUESTI BOSS SONO STATI PENSATI PER ESSERE AFFRONTATI DA CHI HA TANTI STRUMENTI A DISPOSIZIONE

Entrambi i boss che abbiamo potuto provare sono caratterizzati da un’ampia varietà del moveset e, come ho già anticipato più sopra, una difficoltà non indifferente. Il primo dei due, il leone già apparso nei trailer, è ostico non solo per gli alti danni e per la sua elevata mobilità, ma anche per quella che è da sempre la croce dei combattimenti contro nemici grossi nei giochi From, e cioè la telecamera che quando decide di non collaborare non ci sono santi, tocca andare a sentimento con le schivate o avere un buono scudo e tenere premuto L1. Molto più leggibile, e anche per questo motivo più divertente da affrontare pur non essendo necessariamente più facile – il collega francese con la postazione al fianco della mia ci avrà passato un’ora e mezza – è invece stata Rellana. L’impressione, avendoli affrontati e battuti entrambi, è che From Software abbia progettato questi boss tenendo ben presente che sono creature da lategame, e che quindi chi si trova ad affrontarli è altamente probabile che abbia a disposizione un’ampia serie di strumenti a sua disposizione, o in alternativa i materiali e le risorse per poterseli procurare. Work smart, not hard, come dicono gli inglesi.

Elden Ring Shadow of the Erdtree Anteprima

Questi cavalieri hanno abilità che risulteranno molto familiari a chi ha già finito il gioco almeno una volta…

Tre ore di prova non sono poche, ma allo stesso tempo non sono ovviamente sufficienti per formarsi un’opinione completa su Shadow of the Erdtree. Già da quanto abbiamo visto, è evidente che il livello di qualità sia molto alto. Musicalmente e visivamente, insomma, che gli vuoi dire: il team dietro è quello di Elden Ring e di sicuro nel frattempo non ha perso lo smalto, con scorci fenomenali fin dal primo minuto che passiamo nelle Terre dell’Ombra.

È PRESTO PER ESPRIMERE UN GIUDIZIO COMPLETO, MA È GIÀ EVIDENTE COME IL LIVELLO DI QUALITÀ SIA MOLTO ALTO

Il gameplay è quello già ben consolidato del gioco base, con nuove opzioni che sicuramente aprono possibilità molto interessanti; delle armi a distanza ho già parlato, ma quando potrò mettere mano alla versione completa sono curioso di mettere alla prova anche le arti marziali, che qui ho testato solo rapidamente ma che già così mi sono sembrate molto forti (e poi ricordano un po’ quelle di Sekiro, che è sempre un bel bonus). Ma in generale c’è tanto che non si può provare in solo tre ore, le armi e gli incantesimi certo, ma ci sono anche nuovi consumabili, nuove ricette di creazione, nuovi materiali che chissà a cosa serviranno. Di questo si parlerà per forza di cose con più calma, e più dettaglio su come il nuovo contenuto si incastri con quello del gioco base, in futuro.

STACCARSI DAL RESTO

Più che parlare di contenuti e di meccaniche di cui torneremo a disquisire a strettissimo giro, dunque, penso che sia interessante chiudere questa anteprima riflettendo su ciò che può significare questa espansione in senso più ampio. Mi spiego: Elden Ring, oltre ad aver rappresentato un’evoluzione della filosofia di design del mondo di gioco di From Software, tra l’altro evoluzione il cui successo non era per nulla scontato dato che passare dalla (semi)linearità dei Souls a un open world quasi totale non è cosa per cui basta premere un bottone, ha anche mostrato che esiste un modo diverso di fare gli open world. Ventitré milioni di copie sono lì a dimostrare che non servono puntatori a schermo, non serve guidare passo passo il giocatore, non servono quest e sidequest come sono state intese finora dagli studi tripla A di tutto il mondo per catturare l’interesse della gente. Difficile che il design di suddetti studi cambi radicalmente in futuro – anche la loro formula, dopotutto, piace al pubblico – ma intanto la prova concreta che si possono fare le cose diversamente è proprio lì.

Oltre a Belurat e Castle Ensis, la prova a cui abbiamo messo mano includeva due “mini-dungeon”.

Ora, io non ho la sfera di cristallo e quindi previsioni mi è ben difficile farle. Ma anche Shadow of the Erdtree, secondo me, potrebbe avere un impatto simile a quello di Elden Ring, anche se in un senso diverso. Perché due anni e mezzo di sviluppo per un “contenuto aggiuntivo”, come piace definirlo a chi si occupa della comunicazione nel settore, sono uno stacco netto non solo rispetto al passato di From Software, ma anche allo standard del settore.

CHE SHADOW OF THE ERDTREE RIESCA A DIMOSTRARE CHE C’È UN ALTRO MODO DI INTENDERE I CONTENUTI AGGIUNTIVI?

Lasciare un gioco praticamente senza contenuti per due anni e mezzo sarebbe impensabile per qualunque grossa produzione. I DLC, d’altro canto, sono comuni, ma escono spesso a giro relativamente stretto, qualche mese al massimo, probabilmente per un misto di battere il ferro finché è caldo e di rendere più breve – e quindi meno costoso – il ciclo produttivo. Shadow of the Erdtree, invece, sembra più un’espansione del tempo in cui le espansioni non si chiamavano DLC, che si è presa il tempo di cui aveva bisogno per garantire una qualità che fosse almeno alla pari con quella del gioco base e che ha un prezzo in linea con tutto questo. Forse Shadow of the Erdtree servirà a dimostrare la validità di questo approccio ai contenuti aggiuntivi, come Elden Ring ha mostrato che un open world meno guidato era possibile. Forse sarà solo l’eccezione, mentre gli altri continueranno per la loro strada. Vedremo, in ogni caso.

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