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Watch Dogs 2

PC PS4 Xbox One

Watch Dogs 2 – Provato

Che Ubisoft presentasse Watch Dogs 2 all’E3 di quest’anno era ormai cosa nota, ma resta il fatto che fa sempre piacere trovarsi di fronte al seguito di una IP conosciuta, contando anche che dall’uscita del primo capitolo sono passati due anni, e che da qui alla messa a scaffale di tempo ne passerà ancora: c’è, insomma, la possibilità di costruire in relativa calma qualcosa di convincente, senza avere addosso la pressione delle uscite annuali, con una filosofia che Ubisoft ha adottato per Watch Dogs, appunto, ma anche per la serie Assassin’s Creed. D’altronde, è necessario che il team di sviluppo si conceda il tempo per raddrizzare un po’ il tiro, visto che il primo Watch Dogs era da un lato un bel gioco (nonostante un protagonista, Aiden Pierce, che personalmente ho trovato un po’ debole), ma dall’altro palesava qualche problemino di troppo nell’interpretare in maniera convincente i prodromi open world che Ubisoft ha sparso a piene mani negli ultimi anni, con la citata saga di Assassin’s Creed e con quella di Far Cry. Serve aria fresca, insomma, ed è proprio sulle differenze tra vecchio e nuovo che occorre concentrasi in questa sede, dopo una prima prova diretta sulla carne di Watch Dogs 2.

DIGITAL FRISCO

La ricerca di una nuova identità è risultata subito palese, appena preso in mano il pad ed essermi lanciato per le strade di San Francisco. Innanzitutto, ci troviamo in un luogo ben più solare e colorato rispetto al primo episodio, dove viene meno quell’atmosfera un po’ “gloomy” che personalmente avevo apprezzato ma che mal si adatta alle strade della città californiana. Tuttavia, ho chiesto se ci sarà spazio per i bei effetti di pioggia visti in primo capitolo, con l’acqua che riempiva rapidamente gli angoli delle strade, ricevendo una risposta assolutamente positiva, peraltro in linea con la meteorologia più mite ma capricciosa di San Francisco.

Ciò detto, è bene mettere in luce le variazioni più importanti a livello di gameplay, immediatamente in evidenza nella selezione delle missioni. Lo strumento per attivarle corrisponde al solito cellulare, ma il loro completamento sarà questa volta connesso alla stessa progressione nella storia principale, dal momento che ogni sequenza opzionale completata farà aumentare il numero di “follower” che seguono le nostre imprese sui social network, e il raggiungimento di una certa popolarità sbloccherà gli eventi più importanti dello storymode. Una scelta per la verità un po’ rischiosa, che sembra dare meno organicità alla trama e, tuttavia, innalza ulteriormente la libertà nell’affrontare l’esperienza, insieme a punti di spostamento rapido e ad altri dettagli che appaiono puntare a un free roaming ancora più puro, nonché a un approccio sandbox più forte che mai.

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ci troviamo in un luogo ben più solare e colorato rispetto al primo episodio

Il nuovo eroe, un afroamericano con le solite, profondissime conoscenze dei sistemi informatici, è in grado di approcciare ogni missione con la consueta gamma di possibilità, con armi belle grosse fra le mani oppure sfruttando nascondigli e dispositivi elettronici, in una struttura di gioco che, come recentemente sottolineato da Ubisoft, permetterà stavolta di finire l’avventura senza spargere sangue. Fra le introduzioni di Watch Dogs 2 troviamo strumenti inediti per la serie ma certo non nuovi negli action game, come il taser non letale e i droni (due, uno su ruote e l’altro volante) per ispezionare le aree, individuarne le debolezze informatiche e taggare i nemici. Allo stesso tempo, è facile individuare il più profondo livello di interazione con i veicoli, che possono essere mossi alla stregua di macchinine radiocomandate e, pertanto, essere spostati quando gli avversari li sfruttano come copertura, fungere da diversivo o, ancora, venire utilizzati come vere e proprie armi, scagliandoli contro frotte di nemici. Chiaro è che, anche questa volta, le soluzioni “silenziose” appaiono le più dense di soddisfazioni, anche per la buona reattività di cui sembrano dotati gli avversari, tra scagnozzi delle gang e forze di polizia che pattugliano le strade. Da rilevare anche un profondo e proficuo lavoro di riscrittura delle interfacce, ancora più chiare nel segnalare – con visuale “semplice” o ancor meglio con un visore in realtà aumentata, inserito negli occhiali del protagonista – tutte le opportunità di hacking presenti nello scenario, per controllare meccanismi assortiti o manipolare gli ignari cittadini. Pure la struttura online appare ora più fluida ed estesa, con la possibilità di incontrare i giocatori presenti nella stessa zona della mappa e affrontare con loro le missioni, proprio come quelle che ho affrontato con gli sviluppatori durante la prova.

PRUDENZA DIGITALE

Al di là dei citati gusti personali, però, come detto orientati a scenari più cupi e drammatici, le qualità grafiche non mi sono apparse poi così straordinarie. Per la verità, non so nemmeno se si tratti di un male: Watch Dogs era partito da promesse tecniche che non è riuscito a mantenere in pieno, e per lo stesso motivo c’è da augurarsi che il sequel proceda per un percorso inverso, riuscendo a stupire sulla base di aspettative non troppo elevate. In questo senso, la distanza dalla pubblicazione è tutta a favore degli sviluppatori, ed è ragionevole pensare che venga sfruttata per rifinire questi e altri aspetti, in un contesto peraltro già fluido e abbastanza pulito sul piano tecnico. Staremo a vedere: l’uscita del gioco è prevista per il prossimo 15 novembre, e certo avremo il tempo per parlarne nuovamente.

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