Che Tomb Raider e Rise of the Tomb Raider siano due giochi che mi abbiano entusiasmato non poco è cosa nota. Da buon estimatore della saga che vede protagonista Lara Croft sono riuscito a farmi piacere anche quella mezza porcheria di Angel of Darkness (e anche questo è un fatto risaputo), ed ho quindi accettato di buon grado l’invito di Koch Media a presentarmi presso la sua sede milanese per mettere le mani sulla 20 Year Celebration in versione PlayStation 4 e provare così un po’ di cose, tra cui i DLC di prossima pubblicazione che saranno gratuiti per chi ha acquistato precedentemente un Season Pass (o acquistabili a parte per tutti gli altri), oltre a essere inclusi nell’edizione extralusso di cui sopra, nata per festeggiare i 20 anni dall’uscita del primo Tomb Raider. Se, come me, avete giocato all’originale quando è comparso a scaffale e vi sentite un po’ vecchi dentro, tranquilli che è una cosa più che normale.
VIRTUALMENTE LARA
Apro le danze parlandovi della mia esperienza con PlayStation VR, che ho avuto modo di indossare per fare quattro passi nella magione di Lara in uno dei DLC che faranno capolino all’uscita della 20 Year Celebration, ovvero Blood Ties. Il ritmo compassato dell’avventura, che ci chiede semplicemente di esplorare e risolvere enigmi, ben si presta a una fruizione in Realtà Virtuale, e c’è da dire che PlayStation VR si è comportato più che bene anche se connesso a una “normalissima” PlayStation 4 (no… PlayStation 4 Pro, per il disappunto di tutti, non era la piattaforma utilizzata per l’evento), pur palesando i noti limiti in fatto di risoluzione. Di fatto la periferica di Sony è sfruttata solo per guardarsi in giro con una particolare (per la serie) visuale in prima persona, mentre azioni e movimento restano prerogativa del DualShock 4. Per spostarsi più velocemente è stato pensato anche un sistema di “teletrasporto”, che tuttavia ho faticato a utilizzare, esattamente come è capitato ad alcuni stimati colleghi di altre testate, per via di una certa scomodità di fondo nel sistema di targeting.
Blood Ties sarà un DLC dal ritmo compassato e meditativo
INCUBI NOTTURNI
Diametralmente opposto a Blood Ties è l’altro DLC, ovvero Lara’s Nightmare. Se l’ambientazione è la medesima, ovvero la magione dei Croft, in questo caso ci troviamo a impugnare le armi e ad abbattere orde di zombie. Per risolvere la questione tocca esplorare la villa, cercando da un lato di rimanere in vita e dall’altro di scovare tre teschi da abbattere, la cui distruzione ci porta al confronto finale con un boss. Il fatto che la posizione dei teschi cambi di volta in volta e la possibilità di impostare livelli di difficoltà variabili sono due discriminanti che spingeranno molti di voi a rigiocarsi il DLC a più riprese, fermo restando che, a mio avviso, sarebbe stato bello se gli sviluppatori avessero aggiunto a Lara’s Nightmare anche una modalità co-op, vista l’impostazione action che ben si sarebbe prestata a essere affrontata con un amico a dare copertura, specie ai livelli di difficoltà maggiori.
In Lara’s Nightmare ci troveremo a impugnare le armi e ad abbattere orde di zombi
Completano il pacchetto della 20 Year Celebration Edition anche un nuovo e più impegnativo livello di difficoltà per la campagna principale di Rise of the Tomb Raider, la presenza di tutti gli altri DLC che Square Enix ha pubblicato fino a oggi (Baba Jaga: Il Tempio della Strega, Il Risveglio della Fredda Oscurità e una pletora di oggetti, tra carte, costumi e armi aggiuntive), nonché una stranissima skin per Lara che la trasforma nell’eroina che fu in Tomb Raider III, prima dello svecchiamento. E insomma, se ancora non avete fatto vostro Rise of the Tomb Raider, quando uscirà a scaffale questo pacchetto all-inclusive non avrete davvero più scuse, a maggior ragione se pensate di acquistare una PlayStation Pro, visto che il titolo di Square Enix sfrutterà la potenza aggiuntiva della prossima console Sony per proporre tre configurazioni diverse, tra risoluzione, fps e qualità delle texture.