Il nuovo shooter open world di Ubisoft è uno dei titoli che più aspetto per i prossimi mesi, perché è il primo, da un po’ di tempo a questa parte, a offrire un’ambientazione che cattura in maniera assoluta la mia attenzione. La formula è sempre stata bella e appagante, ma gli ultimi capitoli mancavano, almeno per quanto mi riguarda, di una “personalità” e di un appeal di spessore che sembrano invece appartenere a Far Cry 5.
CULTISTI CERCANSI
Annunciato qualche settimana prima dell’E3, questo quinto capitolo ci trasporta nell’America profonda, negli Stati Uniti dei redneck che noi chiamiamo – con una traduzione pessima – bifolchi, fatta di amore incondizionato per il proprio Paese, per la propria libertà, per Gesù Cristo e per le armi, e senza che questo accostamento susciti la benché minima perplessità. La storia raccontata nel gioco è ambientata nella fittizia Hope County, nel Montana, e parla dell’ascesa del pastore Joseph Seed e del suo culto di separatisti religiosi, chiamato Eden’s Gate, ma il fascino di Far Cry 5 va molto oltre il racconto di riscatto di una comunità soggiogata che, con l’aiuto del giocatore nei panni di un vicesceriffo, cerca di tornare alla libertà di un tempo.
il fascino di Far Cry 5 va molto oltre il racconto di riscatto di una comunità soggiogata
TRE IS MEGL CHE UAN
Fucile alla mano, la demo che ho potuto provare all’E3, nello stand di Ubisoft, era divisa in due parti. La prima era una “semplice” liberazione di un avamposto dai membri del culto di padre Joseph, senza particolari tatticismi o cautele, in cui sparare a tutto quel che si muoveva. Prima di iniziare la partita, però, mi è stato chiesto di scegliere tra uno dei tre compagni disponibili, che ci seguiranno nel proseguo della partita (potendoli poi cambiare, comunque): Nick Rye, pilota di aerei leggeri, che può venire in nostro soccorso attaccando i nemici dal cielo; Grace, taciturna signorina armata di fucile da cecchino, a cui possiamo indicare con un tocco del pad un nemico da far fuori nel silenzio assoluto; Boomer, il cane, ottimo da mandare in avanscoperta per taggare i nemici senza destare i loro sospetti. Il gameplay di questa fase è assolutamente familiare, se avete giocato uno degli ultimi Far Cry: funziona benissimo e diverte un sacco. Pur nel caos assoluto di una sparatoria frenetica e convulsa, la piccola area di combattimento era punteggiata di elementi che fanno riferimento a tutto quanto ho scritto nella premessa iniziale all’articolo, come un poveraccio crocifisso (letteralmente) e abbandonato sulla cancellata di una chiesina.
ULTRAVIOLENZA LIBERA
La seconda parte della demo era invece ambientata nella parte free roaming di Far Cry 5, quella in cui ci si può sbizzarrire a esplorare la mappa (le cui zone non ancora scoperte sono nascoste dalla fog of war) e scoprire attività e missioni di vario genere. Non esistono più le classiche torri su cui arrampicarsi per sbloccare le missioni di una zona, abbandonate in favore del sistema visto in Ghost Recon: Wildlands, basato principalmente sull’esplorazione e sull’interazione con i personaggi non giocanti, tipicamente gli abitanti di Hope County, che di volta in volta assegneranno quest e attività secondarie.
Non esistono più le classiche torri su cui arrampicarsi per sbloccare le missioni di una zona
Nel complesso, al netto delle considerazioni fatte all’inizio, osservandolo solo dal punto di vista del gameplay e della ricchezza di situazioni, Far Cry 5 promette davvero tanto, anche per quel che è stato annunciato nelle scorse settimane, in termini di quantitativi di gadget, veicoli e libertà lasciata al giocatore. Aggiungiamoci pure il multiplayer (di cui attendiamo maggiori notizie a Colonia) e il ritorno dell’editor di mappe, e capirete bene perché da queste parti aspettiamo con discreta ansia il prossimo 27 febbraio, quando il gioco uscirà su PC, Xbox One e PlayStation 4.