Armored Core VI: Fires of Rubicon – Recensione

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È passato esattamente un decennio dall’uscita di quel Verdict Day classe 2013, ora FromSoftware rispolvera la saga di mech per antonomasia con il reboot Armored Core VI: Fires of Rubicon.

Sviluppatore / Publisher: FromSoftware / Bandai Namco Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo online PEGI: 12+ Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: 25 agosto 2023

Cos’è la libertà? È una domanda che mi sono posto spesso mentre giocavo all’opera diretta da Masaru Yamamura. La libertà è poter fare ciò che si vuole? Libertà è vivere la propria vita al massimo delle proprie capacità? La libertà è come un corvo imperiale, che spiegando le sue ali può spiccare il volo e librarsi nel cielo? Tutte risposte plausibili, ma una volta raggiunti i titoli di coda di Armored Core VI: Fires of Rubicon sono sorte altre domande e nessuna vera risposta.




Che senso ha vivere quando sono altri, i potenti, a decidere il nostro destino? Qual è il senso di esistere in un mondo in cui cambiano gli uomini al vertice della società ma chi occupa i gradini più bassi della piramide continua a soffrire quanto, se non più di prima?

ARMORED CORE VI: TIME TO GET TO WORK

Queste domande devono essersele poste anche i ribelli del Fronte di Liberazione di Rubicon, da sempre in lotta contro le corporazioni arrivate a frotte su Rubicon 3 per mettere le mani sul preziosissimo Coral. Già, il Coral: una risorsa con un immenso potenziale energetico che può essere impiegata sia a scopi civili che militari. Le corporazioni la bramano per avvantaggiarsi sui concorrenti e garantirsi il dominio sull’universo, mentre i nativi rubiconiani la mettono al centro della loro religione come strumento capace di sostenere il pianeta e chi vi dimora.

Armored Core VI Fires of Rubicon Recensione 08

Cool mechs don’t look at explosions.

Un po’ come La Spezia dell’universo fantascientifico di Dune, insomma, il Coral è il mezzo attraverso il quale è possibile controllare la galassia, dunque non stupisce che Rubicon 3 sia il teatro di una guerra senza quartiere per la ricerca e lo sfruttamento di giacimenti dell’oro cremisi. Un conflitto perenne che si combatte su un mondo dilaniato da un cataclisma noto come i Bagliori di Ibis, durante il quale un oceano di Coral in fiamme ha bruciato la superficie del pianeta e decimato la popolazione. Ciò che rimane è solo lo spettro di ciò che fu Rubicon 3 nel suo periodo di massimo splendore, tra rovine di città futuristiche e installazioni industriali accartocciate su loro stesse.

Raven deve scalare i ranghi dei mercenari attivi su Rubicon 3

È tra i detriti della società rubiconiana che si muove C4-621, un umano potenziato con impianti cibernetici alla guida di un Armored Core sotto la supervisione dell’enigmatico Walker. Manco a dirlo, C4-621 è l’avatar del giocatore che, appropriatosi dello pseudonimo di Raven, ben presto si ritrova a scalare i ranghi dei mercenari attivi sul pianeta. Come pilota al soldo del miglior offerente, Raven deve affrontare numerose missioni lungo una campagna divisa in cinque capitoli e una durata complessiva di poco più di una ventina di ore. Come se non bastasse, il gioco presenta finali multipli accessibili solamente dopo aver effettuato determinate scelte nel corso della campagna, ossia accettando certi incarichi piuttosto che altri in occasione dei vari bivi narrativi. Inoltre, dopo averle portate a termine con successo, le missioni possono essere affrontate nuovamente in qualsiasi momento per ottenere un punteggio superiore e andare alla ricerca dei collezionabili, ma anche per macinare sempre più crediti utili ad acquistare componenti per potenziare e personalizzare il mech. Ciò rende Armored Core VI un titolo molto longevo grazie a un alto tasso di rigiocabilità, amplificato dalla presenza del New Game+.

CONTACT WITH YOU

Per quanto riguarda la struttura della campagna, questa si sviluppa attraverso una sequenza più o meno lineare di missioni. Spesso è possibile scegliere l’ordine con il quale affrontare ogni incarico, ma è comunque necessario portarli a termine tutti prima di passare alla fase successiva di ciascun capitolo. La libertà di Raven è infatti limitata poiché agisce per compiere il volere del supervisore Walker, impegnato in una missione che diventerà sempre più chiara man mano che si va avanti nella campagna. C4-621 deve farsi un nome su Rubicon 3 per poter soddisfare le richieste di Walker, pertanto deve accettare gli incarichi dalle diverse fazioni impegnate nella guerra per il Coral.

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L’arena simulata è ottima per testare le proprie capacità e ottenere chip con cui potenziare le statistiche dell’AC.

Come anticipato poc’anzi, in diversi frangenti della campagna diventa obbligatorio schierarsi da questa o quell’altra parte. Ciò comporta la scelta tra missioni mutualmente esclusive che hanno impatti tangibili sullo sviluppo della campagna, e in ultima analisi sul finale del gioco. Sono le azioni di Raven, e dunque del giocatore, a plasmare il destino di Rubicon 3 e della galassia.

I muri invisibili sono una costante in Armored Core VI

Sul versante delle missioni, invece, queste si dividono in assalti a postazioni nemiche durante i quali Raven viene incaricato di attaccare delle posizioni – spesso fortificate – appartenenti a una fazione ostile; missioni di difesa di obiettivi sensibili in cui bisogna cercare di respingere l’offensiva nemica e resistere fino allo scadere del tempo indicato; operazione di recupero dati dai resti di mezzi abbattuti sul campo di battaglia; ma anche infiltrazioni furtive durante le quali è necessario impiegare un approccio stealth pena il fallimento immediato. Ecco, queste ultime sono senza ombra di dubbio quelle meno riuscite dell’intera campagna perché amplificano a dismisura una delle principali criticità del gioco: non ha senso predisporre delle missioni stealth se poi si costringe il giocatore in livelli piccoli e stretti pieni zeppi di muri invisibili che ne limitano la mobilità. Tra l’altro i muri invisibili sono una costante in Armored Core VI: peccato che i nemici non ne siano influenzati. Mi è capitato diverse volte, persino contro due boss volanti, che i nemici uscissero fuori dai limiti del livello e non fossero raggiungibili dai miei attacchi (ho spesso preferito un assetto a corto raggio basato sul corpo a corpo), mentre loro continuavano a tempestarmi di proiettili. Un problema importante che non mi sarei mai immaginato di riscontrare in un videogioco del 2023, men che meno in uno sviluppato da FromSoftware, ma dopo un po’ ho iniziato ad abituarmi e a prevedere dove fossero state inserite queste barriere artificiali.

MAKE THINGS RIGHT

Restando sull’argomento dei boss, è qui che si è riversata tutta l’esperienza accumulata nell’ultimo decennio (e oltre) dallo studio giapponese. Il design degli scontri con questi nemici è nella maggior parte dei casi di prim’ordine, ma devo ammettere che inizialmente non ero di questo avviso. Durante il primo capitolo e parte del secondo, ho potuto superare i boss solamente dopo moltissimi tentativi. Il motivo è presto detto: all’inizio gli strumenti a disposizione sono davvero molto pochi, pertanto le combinazioni di parti con cui montare il proprio AC sono relativamente scarse. A mancare sono anche i fondi per acquistare questi componenti, pertanto ho dovuto rigiocare più volte alcune missioni per accumulare crediti e fare compere.

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Balteus è uno dei primi boss, nonché il primo vero scoglio di Armored Core VI.

Avendo pochi pezzi a disposizione, per abbattere un boss bisogna sperimentare con l’assetto dell’AC finché non si trova la combinazione giusta. All’inizio temevo, dunque, che tutto il gioco sarebbe stato così: prova e riprova fino a trovare l’unica soluzione prevista dagli sviluppatori. Per fortuna sono stato smentito: andando avanti nella campagna vengono sbloccati sempre più componenti nel negozio, si ottengono nuove parti, si possono sperimentare più assetti e le opzioni si moltiplicano a dismisura. Il sistema di combattimento incentrato sull’individuare e poi sfruttare i punti deboli dei nemici fa il resto.

Il sound design rende perfettamente leggibile ogni situazione

Sì perché ogni scontro si tramuta in una danza in cui si cerca prima di sfiancare l’avversario colpendolo con armi dal valore di impatto elevato, così da indebolirne le difese, per poi tempestarlo di colpi ad elevato potenziale da danno diretto. Ne scaturiscono combattimenti all’ultimo proiettile frenetici e spettacolari, mai confusi grazie anche un sound design che rende sempre perfettamente leggibile ogni situazione. Si tratta di un aspetto spesso sottovalutato, quello del sonoro, ma in questo caso FromSoftware si è davvero superata: basti pensare che quasi ogni arma produce un suono differente, in questo modo è sempre possibile intuire al volo quali attacchi stiano per sferrare i nemici così da riuscire a reagire in tempo.

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Per i più smanettoni sono presenti delle specifiche estese per ogni singolo componente del mecha.

Diverso il discorso per quanto riguarda i nemici per così dire normali. Questi non sono altro che carne da cannone, tanto che difficilmente riescono a impensierire, se non quando bisogna affrontarne in quantità elevata. A volte è necessario prestare attenzione ai loro colpi caricati e schivare in tempo, oppure evitare di colpire i mezzi dotati di scudi o armature con le armi cinetiche (quelle a proiettili) e usare quelle a energia o esplosive per sbarazzarsene in fretta, ma si può dire che in linea di massima la difficoltà generale di Armored Core VI sia tendenzialmente più bassa rispetto a ciò a cui FromSoftware ci ha abituato. Non che sia un gioco facile, sia chiaro, ma è senz’altro un titolo più accessibile rispetto al solito.

BEYOND SCORCHED SKYES

È accessibile anche grazie al fatto che in ogni missione sono spesso presenti dei checkpoint dopo quasi tutte le sequenze più impegnative, oppure appena prima dell’arena di un boss, pertanto se si viene sconfitti è possibile ripartire dall’ultimo punto di controllo con vita e munizioni al massimo. Inoltre, dopo la morte si può sempre modificare il mech utilizzando i pezzi già acquistati così da adattare al volo l’assetto dell’AC. Per accedere al negozio e comprare nuovi componenti, invece, bisogna per forza di cose ritornare all’hangar e dunque ricominciare la missione dall’inizio.

Per ottenere i punteggi più elevati è meglio evitare la sconfitta

Inutile dire che per ottenere i punteggi più elevati e più crediti è meglio evitare la sconfitta, anche perché i costi di riparazione e di rifornimento delle munizioni vengono scalati dalle ricompense di fine missione. Niente paura, comunque: è pressoché impossibile che il totale sia negativo. Per esperienza personale mi è capitato soltanto una volta, e solo perché quella determinata missione prevedeva una ricompensa molto bassa, quindi i costi sono stati superiori alle entrate.

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Mi sarebbe piaciuto andare da questa parte… peccato che ci sia un muro invisibile.

Un’ultima nota prima di chiudere la recensione: in Armored Core VI è presente anche il multiplayer competitivo online con modalità di gioco 1vs1 e 3vs3 a squadre. Purtroppo non è stato possibile testare questo comparto dal momento che il gioco non è mai riuscito a connettersi ai server, costringendomi a giocare sempre in modalità offline sebbene ci fosse stato assicurato che questi sarebbero stati aperti durante il periodo di prova per la recensione.

In Breve: Armored Core VI: Fires of Rubicon è un ritorno in grande stile per la serie di robottoni firmata FromSoftware. Nonostante alcuni scivoloni francamente incomprensibili, tra cui la presenza di muri invisibili e di missioni stealth che sembrano provenire da due o tre generazioni fa, l’opera dello studio giapponese riesce a offrire combattimenti frenetici e profondi, nonché degli scontri con i boss al cardiopalma e un sistema di personalizzazione incredibilmente vario.

Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Ho giocato sempre in modalità Prestazioni imbattendomi in alcuni cali di frame rate anche importanti in diversi frangenti. Ho provato anche la modalità per chi predilige la qualità grafica rispetto ai 60 FPS, tuttavia il blocco a 30 fotogrammi al secondo in un videogioco così frenetico mi è risultato davvero indigesto. Da segnalare anche l’impiego eccessivo di motion blur e aberrazione cromatica, purtroppo non disattivabili nelle opzioni.

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Pro

  • Combattimenti frenetici e profondi. / Sistema di personalizzazione sfaccettato. / Boss pazzeschi.

Contro

  • I muri invisibili nel 2023. / Le missioni stealth. / Decolla dopo i primi due capitoli.
8.5

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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