Astro's Playroom – Recensione

PS5

PS5 è realtà e questa volta la classica tech demo di presentazione viene sostituita da Astro’s Playroom, un tour celebrativo nel mondo PlayStation, dove Astro è cicerone e DualSense la nostra guida multi-sensoriale.

Sviluppatore / Publisher: ASOBI Team / Sony Interactive Entertainment Prezzo: Preinstallato su PS5 Localizzazione: Sottotitoli Multiplayer: Assente PEGI: 3 Disponibile Su: PlayStation 5

Astro’s Playroom si presenta con un caloroso sorriso di benvenuto in un posto nuovo, sconosciuto, un’interfaccia asettica, levigata, funzionale, quella di fabbrica che accoglie il nuovo giocatore, uno dei primi privilegiati ad entrare nella next-gen, saltando la fila come chi ha il tavolo in discoteca. Ti tende la sua manina di plastica bianca, scintillante, rotonda e, tramite il DualSense, il confine tra reale e virtuale diventa sempre più sottile, sfumato… Sparito.

Ci sei dentro e non te ne sei nemmeno accorto, perché nonostante il costante bombardamento di informazioni che gonfia l’hype come le correnti calde fanno con gli uragani, non si è mai davvero pronti e non bastano un libretto d’istruzioni e una tech demo a farti sentire a casa. Il robottino di ASOBI è però lì, preinstallato, come una Siri del gameplay a cui porre domande nel linguaggio dei segni videoludico, quello fatto di movimenti, tasti e vibrazioni (in senso figurato e lato) totalmente nuove, non invasive ma preziosissime per aggiungere un nuovo strato sensoriale all’esperienza di gioco. E non è affatto poca roba.

IL MANUALE PIÙ DIVERTENTE DI SEMPRE

Non chiamatela tech demo. Astro’s Playroom è un delizioso e corposo manuale interattivo che vende e introduce i piaceri ludo-sensoriali del DualSense meglio di qualsiasi esperto di marketing o rinomato pubblicitario alla Don Draper, un manuale avveniristico come lo stesso pad, che abbandona la forma cartacea per farsi platform curatissimo e compiuto, tutto giocabilità, fluidità e collezionabili, celebrando come mai prima d’ora il mondo PlayStation.

astro's playroom recensione

Camminare su questa spiaggia è come avere mani e controller affondati nella sabbia. Magia della vibrazione aptica!

È come se i simpaticissimi bot stessero facendo un party proprio all’interno dei circuiti dell’ammiraglia, accogliendoci nel suo interno vibrante e invitandoci a ballare su una colonna sonora adorabile, passando dall’SSD al sistema di raffreddamento, dalla CPU alla scheda grafica, trasformando il design futuristico di PlayStation 5 nell’esterno di un vero e proprio club dell’entertainment. Questo è il teardown che ci piace!

OGNI SEZIONE è UNA CARAMELLA DI GIOCABILITà, UNA DIMOSTRAZIONE DI QUANTO SIA DIVERSO E NUOVO Ciò CHE ABBIAMO TRA LE MANI

Ogni sezione una caramella di giocabilità, una dimostrazione di quanto sia diverso e nuovo ciò che abbiamo tra le mani, mentre intorno i robottini si dilettano a scimmiottare ora Ape Escape, ora WipeOut, Ghost of Tsushima, Silent Hill ma anche piccole perle come Puppeteer e tutte quelle serie, esclusive e non, che hanno reso il marchio PlayStation un’icona, sinonimo stesso di videogioco. Citazionismo e novità mescolati danno vita a situazioni folli in cui, ad esempio, ci troveremo a vestire un buffissimo costume da rana con le zampe ricavate da due molle, saltellando qua e là premendo i grilletti adattivi (incredibili) e sentendo fisicamente, inerpicarsi dalle dita, la sensazione di comprimere quel tipo di oggetto; quella resistenza che va ad attivare una memoria muscolare inconfondibile e incredibile, cogliendo poi con la coda dell’occhio un passaggio segreto verso un collezionabile che altri non è se non un fotorealistico controller PlayStation di 25 anni fa, snello e privo di analogici, da rigirarsi tra le mani grazie al suo ultimo nipotino.

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I robottini che fanno cosplay di alcune delle IP più riconoscibili del panorama PlayStation sono talmente adorabili e ben animati da volerli osservare per minuti interi.

Una caccia al tesoro tra pezzi di puzzle (per comporre un bellissimo murales) e pezzi di Storia che andranno ad arredare una sala espositiva con tutti i prodotti lanciati da Sony sul mercato in questi anni di dominio videoludico, dai più iconici ai flop, quelle periferiche durate un battito di ciglia ma mai dimenticate, tipo la fotocamera di PSP! Un’opera di recupero dove è necessario far ballare l’occhio in ambienti dettagliatissimi che alternano con gran senso del ritmo aree più aperte e sequenze mono-meccanica, in cui pasticciare con i nuovi controlli godendosi i feedback aptici che, chiudendo gli occhi, ci illudono che la sabbia scorra tra le nostre dita o di sentire le gocce di pioggia che rimbalzano su un ombrello come se fosse il nostro, ma anche di stare toccando una superficie gommosa, ruvida o liscia come il ghiaccio, grazie anche all’effettistica sonora che zampilla direttamente dagli altoparlanti del DualSense.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • DualSense sfruttato in maniera eccezionale, capace di rendere sorprendenti anche le cose più banali / Simpaticissimo, frizzante, ricco di segreti eppur compatto / Come “benvenuto” è straordinario.

Contro

  • Livello di sfida non rilevante / Manca un po’ di un’identità visiva forte.
9

Ottimo

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