Tactics Ogre: Reborn – Recensione

PC PS4 PS5 Switch

Sebbene l’originale Tactics Ogre: Let Us Cling Together vide la luce nel 1995 sul nobile SNES, l’odierno Tactics: Ogre Reborn è la reincarnazione del remake pubblicato su PSP nel 2010. È inutile girarci troppo intorno, il tempo è denaro: chi ha un debole i GDR tattici può mollare la lettura qui e correre ad amoreggiare con un classico rinato ancora una volta a nuova, stupenda vita.

Sviluppatore / Publisher: Square Enix / Square Enix Prezzo: 49,99 euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Switch Data di Lancio: Disponibile




Rinascita che passa non tanto per un ammodernamento tecnico, quanto per una serie di ritocchi al gameplay implementati al fine di snellire un’esperienza rasente la perfezione già molto tempo fa.

LE MILLE E UNA TRAMA

La missione è bell’e compiuta, Square Enix riporta in auge le epiche gesta di Denam Pavel, il protagonista, il quale viene aiutato dalla sorella, Catiua, e dall’amico fidato, Vyce, nella lotta dei ribelli alle angherie subite dalla gente del regno di Valeria in un’epoca di tumulti geopolitici.

Square Enix riporta in auge le epiche gesta di Denam Pavel

Perdonate se faccio il vago ma un po’ di bruma è necessaria, il coinvolgente canovaccio non merita certo d’essere sviscerato qui. La trama è un sorprendente intreccio di avventura, politica, tradimenti, colpi di scena e personaggi – soprattutto quelli principali – ben tratteggiati, ma non finisce qui perché l’asso nella manica è rappresentato dai numerosi bivi decisionali in cui ci si imbatte spesso e volentieri, degli incroci narrativi capaci di cambiare profondamente forma alla storia a seconda delle nostre scelte.

tactics ogre reborn recensione

Lo stile artistico è fascinoso, non c’è dubbio. Un filo troppo sgranato forse, ma stiloso.

Aspettatavi perciò alleati e nemici mutevoli ma anche sviluppi e finali differenti, insomma una storia diversa per ogni singola decisione presa nell’arco delle circa sessanta ore necessarie a completare il gioco.

ottimi i bivi decisionali in cui ci si imbatte spesso e volentieri

Una simile durata è un deterrente mica da poco per chi vuole vivere ogni possibile diramazione narrativa. In soccorso di chiunque sia curioso di scoprire dove lo avrebbe condotto questa o quella sliding door fortunatamente c’è il World Tarot, una funzione che consente di viaggiare a ritroso nella storia mantenendo intatte le proprie forze. Grazie al Chariot Tarot invece si può riavvolgere il nastro in battaglia annullando un certo numero di mosse, un’opportunità niente male in un gioco dagli scontri così intensi.

LA RINASCITA DI TACTICS OGRE: REBORN

Tactics Ogre: Reborn s’affida alla struttura da JRPG tattico a turni classico con visuale isometrica – ma si può passare a una comoda vista dall’alto in caso di impedimenti visivi – ammirata in passato: tra un evento e l’altro, giusto per capirci, si deve organizzare il proprio esercito (ogni unità va plasmata attraverso skill ed equipaggiamento) e poi condurlo in battaglia su varie mappe a scacchiera. Il numero di unità schierabili è limitato mentre, quando è il momento di agire (i turni sono sempre indicati da una barra che mostra l’ordine d’azione di alleati e nemici), non si è vincolati e ciascuna unità può muoversi e compiere un’azione nell’ordine che si desidera.

Comandare un esercito così variegato è un vero piacere.

L’esperienza del 2010 risulta ammodernata dalla possibilità di regolare la velocità degli scontri, dalla morte permanente se non si salva un pg entro tre turni, dai salvataggi automatici e dalla revisione dei comandi e dell’interfaccia, ora più chiara nel fornire le informazioni fondamentali, tuttavia le novità accattivanti sono ben altre.

il nuovo sistema di livelli per unità che permette di cambiare classe senza svantaggi

L’IA revisionata fa indubbiamente piacere, idem la rimozione dei prerequisiti necessari per indossare determinati pezzi d’equipaggiamento e la presenza dell’addestramento al posto degli incontri casuali tramite cui livellare i propri personaggi, ma a farsi apprezzare maggiormente è il nuovo sistema di livelli per unità che permette di cambiare classe senza svantaggi. In Tactics Ogre: Reborn non sono le classi ad aumentare di livello bensì i personaggi, il che significa che cambiare classe non intacca il livello del personaggio, un dettaglio fondamentale allorché il nuovo corso fomenta la sperimentazione e invoglia a combinare classi diverse per creare il party perfetto.

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Alcune abilità sono decisamente scenografiche.

A proposito di party, adesso è possibile salvare fino a un massimo di cinque configurazioni per accedervi rapidamente ed è stato inserito un blocco o level cap che dir si voglia, nel senso che il livello di un’unità non può superare quello del party, una modifica atta a evitare sbilanciamenti da sfruttare per superare le battaglie più complicate.

PICCOLO È MEGLIO?

Fra i tanti accorgimenti implementati per snellire o dare un po’ di verve al gameplay indovinati, ce n’è uno che non convince completamente. Mi riferisco alle carte, dei bonus/malus da recuperare durante le battaglie per potenziare i propri personaggi fino a quattro volte. Se da un lato la feature screzia d’imponderabile gli scontri influendo sulle performance dei nostri e dei nemici giacché anche loro possono trarne vantaggio (e lo faranno, potete starne certi), dall’altro m’è parsa contrastare un po’ in termini di equilibrio con l’anima di Tactics Ogre: Reborn, un JRPG tattico ricercato, dalle varie e precise sfumature strategiche in cui – Dio benedica il Chariot Tarot – basta un turno maldestro per rovinare un intero combattimento.

Ecco come si svolgono le battaglie.

L’altro aspetto su cui nutro dubbi è quello grafico visto che il comparto audio merita un sentito plauso per l’evocativa soundtrack composta da Hitoshi Sakimoto ri-registrata dal vivo e per l’inedito doppiaggio in inglese (NB: niente testi in italiano, è bene tenerne conto data la mole di dialoghi da leggere).

Square Enix è stata assai determinata nello svecchiamento del gameplay, tuttavia non si può dire lo stesso a livello estetico

Square Enix è stata assai determinata nello svecchiamento del gameplay, tuttavia non si può dire lo stesso a livello estetico perché, al di là dell’HD, osservando lo sgranato Tactics Ogre: Reborn sui generosi e impietosi schermi odierni, viene spontaneo domandarsi quanto l’impatto visivo nostalgico sia migliore nei ridotti ma accomodanti pollici di una Switch o di uno Steam Deck.

In breve: Non so se sia il miglior JRPG tattico, so solo che Tactics Ogre: Reborn è un’opera mastodontica da godersi fino in fondo in virtù di una rigiocabilità eccezionale, di una sceneggiatura mai banale e di mille battaglie impegnative. Il bello è che ho elencato solamente tre dei tanti motivi validi per dargli una possibilità o l’ennesima a seconda della propria età. Si poteva fare qualcosina in più sul fronte grafico oltre all’HD, inoltre, nel bene e nel male, le carte aggiungono l’imprevedibilità RNG, ma fatevi un favore e giocatelo in questa versione dal gameplay snellito. Su uno schermo piccolo, possibilmente.

Piattaforma di Prova: i7 [email protected], Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 16 GB di RAM e SSD
Com’è, Come gira: Il gioco è datato, ciò si riflette su delle richieste hardware abbordabilissime e una fluidità inappuntabile a prescindere dalla risoluzione. Si poteva fare qualcosa in più per una nostalgica pixel art d’annata che, fra espressioni, dettagli e animazioni, piace ma non può stupire come sa fare quella contemporanea a causa anche delle evidenti sgranature che contraddistinguono il gioco sui grandi schermi.

 

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Pro

  • Rigiocabilità eccelsa / Racconto e rinnovato gameplay di grande qualità / L’intelligente rinascita di un must play per chi ama i JRPG tattici.

Contro

  • Graficamente si poteva fare di più / Nel bene e nel male le carte aggiungono l’RNG.
8.8

Più che buono

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