Dopo l’approdo su PC, Bright Memory: Infinite fa capolino anche su PS5 e sulle altre console. Quale occasione migliore per recensire questo sparatutto in soggettiva sviluppato da una singola persona?
Sviluppatore / Publisher: FYQD-Studio / Playism Prezzo: € 19,99 Localizzazione: Testi
Multiplayer: Assente PEGI: 18+ Disponibile su: PC (Steam, GOG), PS5, Xbox Series X|S, Switch Data di lancio: Già disponibile
Bright Memory: Infinite è una chimera: non in senso figurato, inteso come un qualcosa di impossibile, bensì letteralmente. Siamo di fronte a un prodotto che di fatto è il risultato della fusione di varie anime condensate in un unico videogioco. È un FPS, certo, ma è anche un action con combattimenti all’arma bianca, e uno stealth, e un platform, e molto altro.
L’opera sviluppata singolarmente dal capace Zeng Xian Cheng (con qualche piccolo aiutino esterno) dimostra che non serve avere alle spalle un team con molti sviluppatori e un budget stratosferico per realizzare un videogioco di qualità. O forse sì? Ecco, Bright Memory: Infinite è anche un titolo che vive costantemente in bilico tra le indubbie qualità espresse dal suo sviluppatore e il “vorrei ma non me lo posso permettere”.
BRIGHT MEMORY: INFINITE È UN JACK OF ALL TRADES
Ma facciamo un passo indietro precisando che Infinite non è l’opera prima di FYQD-Studio, bensì è il sequel di un altro sparatutto intitolato semplicemente Bright Memory e purtroppo rimasto relegato al solo PC. Per questo all’inizio ci si può ritrovare un po’ spiazzati dal momento che Infinite non spiega nulla delle premesse su cui basa tutta la sua narrazione.
Nessun problema, comunque, d’altronde la trama si rivela immediatamente un banale pretesto per mandare l’agente speciale Shelia in missione in una remota zona della Cina, lì dove si stanno verificando degli eventi atmosferici in apparenza inspiegabili.
Sin dall’inizio veniamo catapultati nel bel mezzo dell’azione
Sin dall’inizio veniamo quindi catapultati nel bel mezzo dell’azione, dove sparatorie frenetiche si alternano a brevi sessioni di platforming che ricordano molto da vicino quelle di Titanfall. Shelia non soltanto è talmente agile da riuscire ad arrampicarsi e correre sui muri, ma può anche sfruttare il suo rampino per superare gli ostacoli e arrivare in posti altrimenti irraggiungibili. È inoltre dotata di un congegno tecnologico inserito nel suo guanto sinistro che le dà accesso a dei poteri con cui eliminare in maniera piuttosto creativa i nemici. Tali poteri possono essere potenziati raccogliendo reperti e reliquie disseminati nei livelli, oppure ottenuti uccidendo nemici d’élite e boss.
MASTER OF NONE
Nonostante i livelli siano estremamente lineari, spesso racchiusi tra muri invisibili, gli spazi in cui si svolgono le sparatorie sono sufficientemente ampi da rendere gli scontri adrenalinici al punto giusto. Peccato che i nemici non brillino per intelligenza, preferendo caricare a testa bassa senza sfruttare i ripari, ma la quantità e la varietà delle forze sul campo obbligano comunque a stare molto accorti alle proprie mosse, magari passando spesso dagli attacchi con le armi da fuoco a quelli corpo a corpo, senza dimenticare di sfruttare i poteri e di deflettere i colpi in arrivo con la spada.
Il vero problema di Bright Memory: Infinite, però, risiede nella sua scarsissima longevità. Non si fa in tempo a prendere dimestichezza con le abilità di Shelia e con le armi nel suo arsenale (quattro, tutte dotate di una modalità di fuoco alternativa) che si è già arrivati ai titoli di coda: servono infatti appena due ore per concludere l’avventura. Un tempo di gioco parecchio ridotto in cui il buon Zeng Xian Cheng presenta al giocatore davvero molti elementi ludici, senza però mai svilupparne alcuno in maniera approfondita.
È senza dubbio notevole che un prodotto simile sia stato creato da una singola persona
Va comunque sottolineato che volendo l’opera è rigiocabile: sono presenti quattro livelli di difficoltà, l’ultimo dei quali si sblocca solo dopo aver portato a termine il gioco almeno una volta, inoltre i progressi e i potenziamenti sono condivisi tra le diverse partite. Ciò significa che serve finire il gioco almeno due o tre volte per completarlo al 100%. Se questo non dovesse interessarvi, però, allora c’è davvero poco altro da fare al di fuori delle due orette che servono per guidare Shelia fino alla fine della sua missione.
In breve: Bright Memory: Infinite fa un po’ di tutto ma non sviluppa mai per intero nessuna dinamica ludica che presenta al giocatore. Non vorrei definirlo una demo delle potenzialità del suo sviluppatore perché sarebbe certamente riduttivo, ma è chiaro che a Zeng Xian Cheng e al suo FYQD-Studio servano più risorse per realizzare al meglio i progetti futuri. Le basi ci sono tutte, e questo FPS sta lì a dimostrarlo: nonostante la scarsissima longevità, è comunque un videogioco di tutto rispetto.
Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Su PS5 il gioco gira alla grande, inoltre sono presenti molte opzioni utili a personalizzare l’esperienza. Si può abilitare la sincronizzazione verticale, attivare i riflessi in ray tracing, modificare il campo visivo, o addirittura attivare una modalità a 120 fps (senza RT). Quest’ultima funziona anche sui display che non supportano tale frequenza di aggiornamento, ma in questo caso aspettatevi un bel po’ di tearing.