A oltre dieci anni dal debutto originale, Bravely Default torna in forma smagliante con Flying Fairy HD Remaster, pronto a riconquistare i fan del JRPG classico e a sedurre una nuova generazione su Switch 2. Un ritorno carico di nostalgia, ma anche di raffinatezze ancora sorprendentemente attuali.
Sviluppatore / Publisher: Cattle Call / Square Enix Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: assente PEGI: 12 Disponibile su: Switch 2
Rielaborare le idee, non perdersi d’animo e infine sferrare il colpo da maestro: questo è il modus operandi di Tomoya Asano, che ha mosso i primi passi alla ricerca della quintessenza del gioco di ruolo giapponese con Final Fantasy: The Four Heroes of Light per Nintendo DS. Un ritorno al passato accolto con sufficiente calore da spianare la strada alla creazione di Bravely Default per 3DS. Nel contesto del debutto di Switch 2, poter mettere le mani su Bravely Default: Flying Fairy HD Remaster è un piccolo evento prezioso: a tutti gli effetti è il ritorno di quello che possiamo ormai considerare un classico moderno.
Un’opera che nasce dall’allineamento di diversi astri: dalla sceneggiatura di Naotaka Hayashi (Steins;Gate, ma anche il recente Emio – L’uomo che sorride), alla direzione artistica inconfondibile di Akihiko Yoshida, l’uomo che ha dato volto al conflitto epico tra Ramza Beoulve e Delita Heiral. E naturalmente, la colonna sonora firmata da Revo, mente della “fantasy band” Sound Horizon: finalmente libera dal suono ovattato del 3DS, esplode in tutta la sua energia. Il tema dei boss è un brano travolgente che infonde carica come pochi altri, ma è l’intera soundtrack a brillare, pezzo dopo pezzo.
FERMATI AD ASCOLTARE LA STORIA DI BRAVELY DEFAULT FLYING FAIRY HD REMASTER
È una storia dal sapore familiare, che i fan di Final Fantasy abbracceranno con facilità: tra cristalli magici e un gruppo di avventurieri quanto mai eterogeneo. C’è Tiz, un ragazzo dal cuore d’oro che assiste impotente alla distruzione del suo villaggio per mano della furia scatenata dai cristalli. C’è Agnes, la vestale del vento, costantemente al centro del caos che avvolge questi artefatti mistici. Poi abbiamo Edea, fiera guerriera con un’eredità importante, inizialmente al servizio del corrotto Ducato di Eternia ma animata da un forte senso di giustizia. Infine Ringabel, impenitente seduttore afflitto da amnesia, ma in possesso di un diario che sembra conoscere con precisione gli eventi futuri. Presi insieme, questi elementi potrebbero sembrare fin troppo prevedibili, ma l’eccellente scrittura riesce a rendere ogni dialogo coinvolgente. L’avventura scorre con ritmo serrato e appassionante… almeno fino a un determinato punto di svolta – e credetemi, ve ne accorgerete! – in cui il gioco si prende qualche libertà di troppo, prolungandosi forse più del necessario. Lungi da me svelarvi preziosi particolari, ma vi basti sapere che si tratta di un momento divisivo: non raggiunge gli eccessi del famigerato secondo CD di Xenogears, ma per allora vi servirà una buona dose di determinazione per andare avanti.
Uno degli aspetti più brillanti di Bravely Default resta il suo sistema di combattimento a turni, tanto efficace da essere stato ripreso anche nella serie Octopath Traveler. Durante la pugna, il giocatore può utilizzare il comando Default per assumere una posizione difensiva e accumulare turni extra. Con l’azione Brave, invece, può spenderli tutti insieme per agire fino a quattro volte consecutive.
Bravely Default: Flying Fairy HD Remaster è a tutti gli effetti è il ritorno di quello che possiamo ormai considerare un classico moderno.
La chiave sta nel bilanciare: sfruttare i turni in eccesso garantisce un’offensiva devastante, ma espone il personaggio a un inevitabile tempo di inattività, rendendolo vulnerabile. Eliminare rapidamente i nemici più deboli diventa così una questione di calcolo, di tempismo e di sfruttamento delle loro debolezze. Contro i boss, però, la musica cambia: gli scontri diventano veri e propri rompicapo, in cui leggere i pattern nemici e scegliere il momento giusto per attaccare o difendersi è fondamentale. Non è raro dover ripensare completamente la propria strategia e ristrutturare l’intero team prima degli scontri più ardui.
PORTAMI CON TE, SULLE ALI DELL’ESCHALOT
È un sistema appagante, in perfetto equilibrio tra rischio e ricompensa, che premia ingegno e flessibilità. Le cose si fanno ancora più entusiasmanti con l’introduzione degli Asterischi, gemme che consentono di cambiare classe. Con oltre venti vocazioni – alcune ben nascoste e pronte a ricompensare i giocatori più intraprendenti – è facile sbizzarrirsi combinando abilità principali e secondarie provenienti dalle classi padroneggiate, dando vita a build micidiali. Sotto questo aspetto il gioco si dimostra particolarmente malleabile: consente persino di modificare il tasso degli incontri (ahimè, ancora casuali), così da velocizzare l’accumulo di esperienza o concedersi un attimo di respiro durante l’esplorazione. Una scelta piuttosto curiosa è però quella di legare alcune opzioni – tra cui l’azzeramento totale degli incontri – a due minigiochi esclusivi per Switch 2. Il primo è una sorta di rhythm game in cui bisogna seguire il tempo agitando due bacchette luminose mentre i protagonisti si esibiscono in danze sfrenate. Il secondo ci mette al comando di una aeronave in una serie di missioni in cui vanno gestite quota e velocità per seguire traiettorie prestabilite e soddisfare le richieste dell’equipaggio. Consideratelo, con le dovute proporzioni, una versione volante di Densha de Go! e non sarete lontani dalla verità. No, davvero! Si tratta di “giochini” semplici ma divertenti, che sfruttano la nuova funzione mouse dei Joy-Con, presentandosi come un biglietto da visita curioso ma efficace per provare con mano una delle caratteristiche più discusse di Switch 2.
Oltre alla grafica in alta risoluzione – che, personalmente, valorizza enormemente il character design di Yoshida e i magnifici centri abitati, vere e proprie illustrazioni vive al passaggio del party – ci sono alcune differenze più sottili rispetto all’originale. Il più evidente è il supporto al widescreen che permette finalmente di visualizzare tutte le informazioni in modo chiaro, eliminando la necessità del secondo schermo. Inoltre, una serie di migliorie ereditate dai capitoli successivi introduce i combattimenti automatici e un’opzione per accelerare gli eventi, ottimizzando ulteriormente l’accumulo di denaro ed esperienza. Come era lecito aspettarsi sparisce lo StreetPass del 3DS, che ricopriva un ruolo marginale ma dall’intrigante valore collettivo.
Uno degli aspetti più brillanti resta il sistema di combattimento a turni, tanto efficace da essere stato ripreso anche nella serie Octopath Traveler.
La ricostruzione del villaggio di Tiz, attività parallela che permette di ottenere equipaggiamento generalmente migliore di quello venduto nei punti di salvataggio, ora si affida ai “fantasmi” di altri giocatori connessi in rete, da incontrare e reclutare nei vari insediamenti. Allo stesso modo, la possibilità di chiamare in aiuto un alleato durante i combattimenti per eseguire una tecnica speciale si basa sulla lista amici oppure su sugli eterei alleati di cui parlavamo qualche riga fa, che si renderanno disponibili tra un salvataggio e l’altro. È un’opzione bizzarra, ma vedere un nemico possente ridimensionato dall’attacco ricevuto “in dono” da un alleato più forte di parecchi livelli rispetto alla media del party saprà sicuramente strappare qualche sorriso.
In Breve: Bravely Default: Flying Fairy HD Remaster è più di una semplice operazione nostalgia: è la celebrazione di un’idea precisa di gioco di ruolo, radicata nella tradizione ma raffinata da intuizioni brillanti e scelte di design che resistono al tempo. Il sistema di combattimento, con la dinamica Brave/Default, rimane una delle invenzioni più riuscite del genere, mentre la scrittura e la sekaikan riescono a valorizzare anche una storia dai tratti inizialmente familiari. Certo, qualche passaggio narrativo troppo diluito e scelte curiose riguardo contenuti sbloccabili rischiano di spezzare il ritmo, ma nel complesso si tratta di un ritorno di classe, che non sfigura affatto nel panorama odierno e, in particolare, nella neonata ludoteca di Switch 2.
Piattaforma di Prova: Switch 2
Com’è, Come Gira: Molto bene: Switch 2 impreziosisce la già riuscita veste grafica originale grazie all’alta definizione, mentre il sonoro esalta come non mai. Collegate Switch 2 allo stereo più rumoroso che avete e scatenatevi!