Call of the Sea – Recensione

PC Xbox One Xbox Series X

NON SERVONO ABBONDANTI DOSI DI POLIGONI QUANDO SI PUÒ FAR AFFIDAMENTO SU UNA DIREZIONE ARTISTICA ISPIRATA E COERENTE, E CALL OF THE SEA È UNA DIMOSTRAZIONE EVIDENTE DI QUESTA TEORIA

La bontà del lavoro svolto da Out of the Blue emerge in ogni comparto del loro gioco d’esordio. Se Call of the Sea sfoggia un gameplay solido, lo stesso si può dire del reparto grafico. Approfittando di una serie di trucchetti che tradiscono l’esperienza dei componenti del team, come alcuni muri invisibili abilmente camuffati, l’isola che accoglie l’avventura di Norah riesce a meravigliare, pur senza far ricorso a prodigi tecnici. Non servono abbondanti dosi di poligoni quando si può far affidamento su una direzione artistica ispirata e coerente, e Call of the Sea è una dimostrazione evidente di questa teoria. I coloratissimi scenari, che spaziano da spiagge assolate alla fitta giungla passando mari in tempesta, scandiscono una progressione narrativa ricca di fascino. Che tipo di mistero attenda Norah è abbastanza chiaro fin da subito, così come il collegamento ai miti di Cthulhu evocati fin dal filmato introduttivo, eppure il climax nella tensione è costante.

call of the sea recensione

Per qualche ragione, di default Norah cammina. Lentamente. Per correre bisogna tenere premuto l’apposito tasto.

AL CRESCENDO SEMPRE Più INQUIETANTE FA DA CONTRALTARE IL PROGRESSIVO MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI SALUTE DI NORAH

Le scoperte di Norah negli accampamenti disseminati per l’isola, accompagnate da una tensione musicale che sa prendersi la scena quando necessario, costruiscono un mosaico via via più inquietante, a cui paradossalmente fa da contraltare il progressivo miglioramento delle condizioni di salute della donna. Da lodare, in questo senso, è lo sforzo inclusivo del team, che è riuscito da un lato a ripulire il razzismo figlio di un’altra epoca di Lovecraft, collaborando con la Ora Tahiti International School per rappresentare correttamente la cultura tahitiana, proponendo al contempo una protagonista femminile forte, sagace e tridimensionale. Il tocco di classe però resta quel vezzeggiativo, old pal, che Norah e Harry usano nelle loro comunicazioni scritte, lasciato a stridere per l’intera avventura prima di trovare una dolcissima spiegazione nel finale.

IL DIAVOLO NEI DETTAGLI

Ricollegandomi alla considerazione iniziale, il miglior pregio di Call of the Sea è la cura per i dettagli, figlio – azzardo un’ipotesi – di una lavorazione piuttosto tranquilla. La recitazione di Norah è sublime. Nonostante commenti quasi tutto ciò che accade non risulta mai invadente né ripetitiva, anzi il suo chiacchiericcio si rivela un accompagnamento capace di caratterizzare in positivo l’intera esperienza. La medesima cura si trova ovunque: nel calore degli scenari, nella discrezione della colonna sonora, ma soprattutto nel confezionamento degli enigmi, costruiti come un meccanismo diffuso di cui si viene a capo semplicemente osservando l’isola e collegando i rimandi, distribuiti come un filo sottile al cui culmine si trova un amo per la curiosità del giocatore.

In Breve: Che piacevole sorpresa Call of the Sea! Il titolo d’esordio di Out of the Blue sfoggia una sua personalità ben definita attraverso una direzione artistica molto curata, che si concretizza nell’attenzione ai dettagli grafici, musicali e narrativi. I puzzle hanno tutti una loro logica e l’idea di proporli a blocchi, separando l’avventura in capitoli stagni, aiuta a focalizzare l’attenzione su un numero contenuto di elementi. Con un’atmosfera pazzesca e una durata contenuta, ma ideale per non diluire troppo le intuizioni, Call of the Sea è consigliatissimo a tutti gli amanti delle avventure (e di Lovecraft).

Piattaforma di Prova: Xbox Series X
Com’è, Come Gira: Al di là di qualche effetto di luce “morbida”, Call of the Sea non fa largo uso delle tecnologie next-gen di Series X, ma non è un problema. Graficamente è sublime e fluidissimo: aggirarsi nella vegetazione di quest’isola misteriosa è un piacere per gli occhi.

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Pro

  • Atmosfera pazzesca / Enigmi ben congegnati / Graficamente sublime.

Contro

  • Per correre bisogna premere un tasto / Qualche muro invisibile.
8

Più che buono

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