Close to the Sun - Recensione

PC PS4 Xbox One

Dalla data del suo annuncio fino a quest’ultimo periodo, che rappresenta il conto alla rovescia per l’uscita del gioco, Close to the Sun ha continuato a far ardere l’interesse di tutti quei videogiocatori che hanno amato Bioshock. Il motivo è facilmente riconducibile al concept alla base dell’ultima fatica del team italiano Storm in a Teacup, che ha tentato di fondere una storia avvincente ambientata in un XIX secolo tutto alternativo a una struttura ludica da avventura in prima persona, accompagnando il tutto con una sana dose horror dal retrogusto steampunk.

WELCOME TO HELIOS

L’Ottocento alternativo in cui viviamo le nostre avventure ci vede testimoni di un racconto un po’ diverso dai nostri libri di storia, dove la figura di Nikola Tesla viene reinterpretata e utilizzata dagli sviluppatori come un emulo di Andrew Ryan, un uomo che si è voluto discostare dalle regole restrittive del mondo colonizzato per costruire una propria realtà libera da confini etici o giuridici. Helios è una mastodontica città galleggiante costruita all’interno di una nave che solca gli oceani in totale libertà, raccogliendo dal resto del mondo tutti quegli scienziati che vogliono contribuire alla grande visione di Tesla, cercando al contempo di far progredire la scienza su livelli mai visti prima. È qui che facciamo la conoscenza di Rose, protagonista di questa avventura e nostro alter-ego al femminile, richiamata dalla sorella Ada – scienziata dell’equipe di Tesla – per fare un viaggio alla scoperta della magnificenza della Helios. Peccato che, una volta raggiunto l’ingresso del luogo, tutto appaia completamente diverso da come si potesse immaginare: l’ingresso è stranamente deserto e semidistrutto, presagio che qualcosa di sinistro e inquietante è accaduto, o sta accadendo, all’interno della nave.

Il gusto da fantascienza ucronica che coinvolge nella narrazione Tesla e Edison è sublime

Da questo momento ha inizio una folle corsa contro il tempo da parte di Rose, intenta non solo a trovare la sorella, ma anche a scoprire le ragioni di una quarantena che sembrano ricondurre allo stesso scienziato Nikola Tesla. Come ormai abbiamo imparato con l’esperienza, ogni tassello del puzzle trova una propria collocazione che non sempre corrisponde alla verità, motivo per cui l’intera esplorazione di Helios viene affrontata pesando ogni passo, cercando al contempo documenti o indizi necessari per farci un’idea precisa sull’accaduto. Trattandosi di un’avventura esplorativa in prima persona, la narrazione svolge un ruolo centrale nella composizione dell’opera, dimostrandosi in alcuni frangenti persino brillante nell’esposizione degli eventi (il gusto da fantascienza ucronica che coinvolge personaggi come Tesla e Edison è sublime), salvo qualche piccolo inciampo in fase di scrittura soprattutto sugli aspetti più cupi della storia. Rose avrà la possibilità di interagire con alcuni dei sopravvissuti alla quarantena nella nave, ma alcuni di loro sembrano privi di un background abbastanza profondo utile a comprendere meglio il loro ruolo nella vicenda. L’aspetto più interessante della produzione, evitando comunque spoiler pesanti, viene messo in evidenza da un esperimento che sembra aver provocato delle oscillazioni nel tempo, capaci di sospendere i personaggi in un limbo pericolosamente in bilico tra passato, presente e futuro.

POCO MA BUONO

Sul gameplay, Close to the Sun non si sbilancia presentando la classica formula dell’avventura in prima persona, inserendo per l’occasione una buona dose di enigmi pronti a regalarvi qualche momento in più a spasso per la nave. Alcuni di questi vanno risolti con l’utilizzo della logica, tenendo bene aperti gli occhi sull’ambiente circostante, altri invece hanno bisogno di un certo coraggio legato all’esplorazione, dato che molti codici sono riposti in documentazioni sparse per gli ambienti della nave. Niente che vi farà spremere le meningi più del dovuto, ma comunque un buono spunto capace di creare anche una sana suspense. Oseremmo dire “meno male”, considerato che le sequenze più action vengono concentrate in fughe al cardiopalma dove, però, il salvataggio viene compiuto così frequentemente da servire il fianco a un semplice susseguirsi di trial & error, in cui basta comprendere la strada da percorrere per schivare il pericolo. Anche i jump scare sparsi qua e là lasciano il tempo che trovano, ma rendono comunque opprimente e inquietante l’atmosfera durante l’esplorazione della nave.

Ci sono degli enigmi, ma niente che non possa essere risolto facilmente con un po’ di concentrazione

Tecnicamente il gioco si difende bene, costruendo uno scenario fastoso e piacevolmente arredato, capace di trasportarci con la memoria (e un pizzico di fantasia) in una sorta di Rapture completamente riconfezionata per le esigenze di Close to the Sun. Il paragone non vuole essere qualitativo, dato che Helios riesce a trasmettere una propria anima forte e indipendente rispetto al capolavoro sottomarino costruito da Andrew Ryan nel lontano 1940. Il motore grafico Unreal Engine 4 è stato sfruttato in modo sicuramente degno, offrendo un buon livello di dettaglio che, al massimo dei settaggi, dona all’opera un ottimo grado di intrattenimento visivo. È facile notare qualche incertezza nelle movenze dei PNG, ma niente che possa farvi gridare al disastro.

Close to the Sun si affaccia sul mercato videoludico forte di una sua anima steampunk tutta da scoprire e apprezzare. Il team italiano Storm in a Teacup ha fatto un lavoro eccellente nel ricreare un’ambientazione intrigante e allo stesso tempo ansiogena, anche se si è leggermente persa nel confezionamento degli enigmi e delle fasi più action.

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Pro

  • Ambientazione ricca di spunti e belle idee.
  • Storia avvincente in bilico tra realtà e finzione.
  • Sono presenti un po’ di enigmi ma…

Contro

  • …la loro costruzione lascia a desiderare.
  • Alcuni personaggi meritavano un background più approfondito.
7.5

Buono

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