Nelle terre ora putride di Boletaria si consuma la rinascita estetica di un’opera seminale, corrosa dal tempo ma non nella tempra: benvenuti su Demon’s Souls.
Sviluppatore / Publisher: Bluepoint Games / Sony Interactive Entertainment Prezzo: 79,99€ Localizzazione: Completa Multiplayer: PvP Online PEGI: 18 Disponibile Su: PlayStation 5
Le urla delle povere anime rinchiuse nella Torre di Latria, ridotte a morire di stenti, consumate dal dolore e dalla follia squarciano il senno e alimentano un’angoscia che viola il silenzio. Vuoto assoluto di un orrore cosmico celato ben oltre ciò che l’occhio può cogliere; l’inimmaginabile corruzione che consuma Boletaria come cancrena, una pulsante massa che distrugge dall’interno architetture meravigliosamente austere, gotiche, ogni guglia intarsiata e modellata da artisti ormai dimenticati tesa verso il divino, oltre quel cielo che al crepuscolo le benediva con tonalità lavanda e che oggi ne intona il requiem eterno con un’eclissi malata, tinta di verde e cremisi.
I cancelli dell’antica capitale che allo spalancarsi accoglievano il viandante coi profumi dei suoi mercati sono ora le porte di un purgatorio dove vita e morte sono parole di un vocabolario bandito, eretico, messo al rogo, privilegio di chi non è costretto a un grottesco ciclo di disumana reincarnazione, costantemente e brutalmente riportato davanti ai propri errori, in ginocchio, nella terrificante consapevolezza del Nexus, senza una via di fuga, intrappolati in un mondo senza dio.
COIN-OP DELL’ANIMA
Ci si abbandona a questo loop, come un perverso e arcaico rituale capace di evocare un potere ignoto e potentissimo, mettendo sull’altare sacrificale il nostro corpo e le anime conquistate con la violenza, scommettendo su sé stessi e le proprie capacità illusi dalla possibilità di poter salvare questo mondo. Un coin-op che si nutre di determinazione, frustrazione, disperazione, gettoni emotivi che scandiscono secondi, minuti, ore, pesando come fossero lingotti.
Demon’s Souls è talmente reazionario e intransigente da imporre una violentissima dissonanza opera-macchina a chi vi si avvicina, soprattutto per la prima volta. Il futuristico e accogliente design di PlayStation 5 che si scontra con un lavoro oggi quasi dogmatico, tanto da ammonire con un solo sguardo Bluepoint Games a mettere mano al suo codice sacro: i comandamenti del game design di Hidetaka Miyazaki. Un restauro tecnicamente immenso, epocale, che riporta alla luce dettagli mai colti di una narrativa emergente che si racconta in ogni bassorilievo, geometria, statua, lucernario e residuo d’arte, come se il DualSense fosse la tastiera e l’esperienza un foglio bianco che si riempie di speculazioni e visioni di un mondo felice, prima che la nebbia lo inghiottisse.
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