Tempo addietro, come ogni martedì, Mario Baccigalupi ci aveva omaggiato con uno dei suoi soliti editoriali, aulicissimi e ricchi di incisi nidificati. Non ricordo, nello specifico, ma non è importante nei termini del discorso, se parlasse di S.T.A.L.K.E.R. o di Philip K. Dick, di qualche bellissima ucronia, oppure se fosse un narrato in prima persona concernente un’indimenticabile esperienza videoludica. Resta il fatto che era scritto benissimo, centrato sull’argomento e passionale, come sempre (fanno 20 euro, Mario, grazie!).
Rammento altresì il commento di un utente che scrisse una frase del tipo (non virgoletto, ché recuperare il post su Facebook sarebbe difficilissimo): Dante si starà rivoltando nel suo avello. Al che, Mario replicò (sempre senza virgolette): Perdona la mia ignoranza, ma non rilevo errori clamorosi; gentilmente, illuminami. Orbene, si trattava – a quanto rimembro – di un “piuttosto che” usato fuori luogo (per un approfondimento sul corretto uso, riporto due fonti: questa e questa), unico neo in uno scritto di qualche migliaio di caratteri.
Le segnalazioni di questo tipo, beninteso, sono sempre gradite e legittime, affinché noi si possa subitaneamente correggere; tuttavia – perdonami Sommo Poeta – l’errore mi pareva veniale (e qualora tu non fossi d’accordo, calco il cappello d’asino e mi pongo dietro un’ardesia assieme all’amico mio di Carrara). In ogni caso, oggi, nel mare magnum della rete, vi sono svariati utenti che tendono a dare molto più peso alla forma piuttosto che alla sostanza, e commenti come quello riportato sopra non sono infrequenti (anche se la pagina Facebook di The Games Machine è luogo tutto sommato pulito, questo va detto). Ora, l’argomento di un editoriale – o articolo, o recensione – può essere interessante, irrilevante o discutibile, ma se è scritto bene, come sa scrivere Mario (con questa facciamo che diventano 30 euro, eh!), è doveroso perdonare gli errori, concentrasi sui pregevolissimi contenuti ed eventualmente replicare con un post di ringraziamento, o finanche volto ad approfondire il discorso. Altresì, andrebbero rispettate e ponderate le opinioni personali, come nel caso dell’editoriale di ieri.
Internet si divide in due categorie: gli esperti e chi sbaglia, non capisce un tubo, non intende un’acca, non sa quel che dice
In sostanza, internet si divide in due categorie: i suddetti esperti e chi sbaglia, non capisce un tubo, non intende un’acca, non sa quel che dice, non comprende un accidente. Ora, sostituite “sbaglia”, “tubo”, “acca” e “accidente” con qualche four-letter word di vostro gradimento per avere un quadro d’insieme più realistico. Quanto astio!