E non parliamo di intrugli usa e getta da quaffare in sequenza come nella stragrande maggioranza dei GdR, ma di potenti misture in grado di garantire benefici essenziali, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati. Per non parlare della lunga durata di distillati e unguenti, perché non c’è nulla di più frustrante in The Witcher 2: Assassins of Kings che bere una pozione per poi veder svanire il suo effetto appena conclusa la pregevole ma interminabile cinematica di turno.
PER FARE L’ALBERO… CI VUOLE LA CELIDONIA
E dunque, per quanto detto sopra, ho raccolto buglossa selvatica nei pressi del Priorato di Weynon, ho falciato interi mazzetti di celidonia nelle campagne circostanti Vizima, ho staccato Hypha Facia e Bungler’s Bane dai tronchi degli alberi ritorti della Costa Amara, per poi donarli ad una simpatica gattona, e accumulato gemme dell’anima a non finire. Poi sono arrivato nel Velen…Siete mai stati nel Velen? Un suppurato, puzzolente terreno paludoso fin dove occhio può vedere (parole di Gimli, non mie)! Una landa ostile creata con maestria da CD Projekt Red che è riuscita a dare vita ad una delle ambientazioni più deprimenti ma efficaci del panorama dei videogiochi, questo tramite un sapiente piazzamento di desolati campi di battaglia “pattugliati” da orde di necrofagi, di lugubri tuguri anneriti dai fuochi della guerra e di castelli dilavati, che paiono più stalle glorificate che altro.
in molti giochi di ruolo si rivela impressionante il quantitativo di materiali da raccogliere

Craftare dà le sue soddisfazioni, ma è anche – innegabilmente – una delle attività più “time consuming” del videoludo
Quanto descritto sopra mi pare sia diventato la norma di tutti i GdR open world e simili, fra cui vale la pena citare Fallout 4, UnderRail, apprezzato GdR à la Fallout (qui ben cinque skill sono appositamente dedicate al crafting: sartoria, meccanica, chimica, biologia ed elettronica) e Dragon Age: Inquisition, che per il numero esorbitante di risorse da raccogliere impatta il primato di Witcher 3. Non dico che non ci si debba dedicare, a questa “nobile” attività, perché spendere un quantitativo “ragionevole” di tempo per la raccolta di risorse e la conseguente “rielaborazione” dei materiali ha consentito al mio Inquisitore mago di forgiare una splendida armatura di tessuto verde, arricchita da spallacci argentei, e un bastone da gelo che è stato in grado di sbriciolare Corypheus e relativo drago in meno di cinque minuti. E allora giù a raccogliere briciole, polvere, pezzetti e bruscolini; per quanto tempo non lo so nemmeno io. Forse troppo, anzi sicuramente troppo. Craftare dà le sue soddisfazioni, come abbiamo visto, ma è anche – innegabilmente – una delle attività più “time consuming” del videoludo. Non sarebbe dunque meglio tornare alle origini, alla semplicità di Gothic?
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