Crafting, ti odio... e poi ti amo

E non parliamo di intrugli usa e getta da quaffare in sequenza come nella stragrande maggioranza dei GdR, ma di potenti misture in grado di garantire benefici essenziali, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati. Per non parlare della lunga durata di distillati e unguenti, perché non c’è nulla di più frustrante in The Witcher 2: Assassins of Kings che bere una pozione per poi veder svanire il suo effetto appena conclusa la pregevole ma interminabile cinematica di turno.

PER FARE L’ALBERO… CI VUOLE LA CELIDONIA

E dunque, per quanto detto sopra, ho raccolto buglossa selvatica nei pressi del Priorato di Weynon, ho falciato interi mazzetti di celidonia nelle campagne circostanti Vizima, ho staccato Hypha Facia e Bungler’s Bane dai tronchi degli alberi ritorti della Costa Amara, per poi donarli ad una simpatica gattona, e accumulato gemme dell’anima a non finire. Poi sono arrivato nel Velen…Siete mai stati nel Velen? Un suppurato, puzzolente terreno paludoso fin dove occhio può vedere (parole di Gimli, non mie)! Una landa ostile creata con maestria da CD Projekt Red che è riuscita a dare vita ad una delle ambientazioni più deprimenti ma efficaci del panorama dei videogiochi, questo tramite un sapiente piazzamento di desolati campi di battaglia “pattugliati” da orde di necrofagi, di lugubri tuguri anneriti dai fuochi della guerra e di castelli dilavati, che paiono più stalle glorificate che altro.

in molti giochi di ruolo si rivela impressionante il quantitativo di materiali da raccogliere

Una terra squassata dalla guerra che, come il gioco ci ricorda in diverse occasioni, è stata percorsa dagli eserciti, non una ma più volte, e poi saccheggiata, bruciata, svuotata. Eppure, qua e là affiorano scrigni ancora chiusi, probabilmente perché protetti da drowner di livello 4 che guardie nilfgaardiane di livello 25 non sono state in grado di sgominare (!). Bauli che sono letteralmente zeppi di ingredienti e di ricette per decotti e pozioni da Witcher. Davvero, com’è possibile? I Witcher non sono quasi estinti all’epoca in cui si svolge il gioco? Perché, dunque, le loro ricette si trovano a profusione sparpagliate in ogni dove? La presenza di scrigni ricolmi posti ad uso e consumo del giocatore è un difetto intrinseco di (quasi) tutti i GdR, quindi soprassedete su quanto sopra. Nondimeno, rimane impressionante il quantitativo di materiali da raccogliere, per non parlare della “fuffa” di contorno.E, attenzione, in The Witcher 3 non possiamo usare direttamente i materiali, ma occorre portare tutto a opportuni artigiani che realizzeranno per noi spade e armature, glifi e tessuti in una sorta di filastrocca della creazione che mi ricorda la celeberrima canzone di Sergio Endrigo (Ci vuole un fiore): per fare un glifo axii ci vogliono due glifi axii minori, per fare un glifo axii minore servono un glifo di infusione minore e una dose di polvere di smeraldo e una di polvere infusa, per fare il glifo di infusione servono seta, perla in polvere, piume di volatile e sangue di mostro, per fare la polvere di perla serve la perla, per far la perla serve una conchiglia… Basta, credo abbiate capito, mancano solo la scomposizione in molecole e atomi, e la fissione nucleare!

Craftare dà le sue soddisfazioni, ma è anche – innegabilmente – una delle attività più “time consuming” del videoludo

Quanto descritto sopra mi pare sia diventato la norma di tutti i GdR open world e simili, fra cui vale la pena citare Fallout 4, UnderRail, apprezzato GdR à la Fallout (qui ben cinque skill sono appositamente dedicate al crafting: sartoria, meccanica, chimica, biologia ed elettronica) e Dragon Age: Inquisition, che per il numero esorbitante di risorse da raccogliere impatta il primato di Witcher 3. Non dico che non ci si debba dedicare, a questa “nobile” attività, perché spendere un quantitativo “ragionevole” di tempo per la raccolta di risorse e la conseguente “rielaborazione” dei materiali ha consentito al mio Inquisitore mago di forgiare una splendida armatura di tessuto verde, arricchita da spallacci argentei, e un bastone da gelo che è stato in grado di sbriciolare Corypheus e relativo drago in meno di cinque minuti. E allora giù a raccogliere briciole, polvere, pezzetti e bruscolini; per quanto tempo non lo so nemmeno io. Forse troppo, anzi sicuramente troppo. Craftare dà le sue soddisfazioni, come abbiamo visto, ma è anche – innegabilmente – una delle attività più “time consuming” del videoludo. Non sarebbe dunque meglio tornare alle origini, alla semplicità di Gothic?

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