Burning Crusade Classic Editoriale

World of Warcraft Classic

PC

Burning Crusade Classic: ode al reietto – Editoriale

IL PRIMO IMPATTO CON BURNING CRUSADE CLASSIC NON È STATO FACILE: SONO PUR SEMPRE PASSATI 15 ANNI, E ANCH’IO ORA SONO UN GAMER DIFFERENTE

Ho compreso che non sono le Outland ad essere strane, è solo la mia percezione del gioco e delle sue meccaniche ad essere cambiata perché, non c’è dubbio, quasi tre lustri ti rendono una persona diversa ma anche un gamer differente. Riflettere sul concetto mi ha spronato a (ri)tuffarmi in un mondo che conosco come le mie tasche per scrutarlo con sguardo più consapevole. Così, partendo da Hellfire Peninsula con un’aria filosofica che poco si addiceva al mio nano paladino, Thorkan e io abbiamo cominciato a macinare quest su quest senza aiuti esterni. Quasi senza aiuti, diciamola tutta, giacché dopo aver riesumato dalla memoria muscolare shift + click sinistro per attivare il tracking di una missione mi sono chiesto “che mondo sarebbe senza add-on?”; in un attimo ho addobbato l’UI, immantinente mi sono sentito un po’ più comodo fra le asperità e pronto a intraprendere un viaggio compiuto anni addietro da un altro me.

VECCHIO VIAGGIO, NUOVE EMOZIONI

Oggi come allora, un’avventura dietro l’altra tra Hellfire Peninsula, le paludi di Zangarmarsh e Terokkar Forest. Un lento trapestio con l’inquietante profilo del mausoleo Auchidoun a deturpare il panorama, un loop di quest, mob e loot che diventa trip perpetuo finché non inciampo nell’ombelico di questo continente extra dimensionale, la città di Shattrath. Qui, dopo aver ascoltato le storie narrate dall’eco delle mie gesta passate, il dubbio amletico si palesa allo stesso modo di tanti ieri fa: Aldor o Scryers? Delle due contrade della città, quale? Ancora una volta la soluzione è a portata di click; Wowhead, la bibbia online di chi crede negli Old Gods digitali: tasto Windows, browser e lacrimuccia.

Burning Crusade Classic Editoriale

Mentre il viaggio nel passato prosegue con i suoi ritmi anacronistici, un po’ ovunque emergono le ruvidezze proprie del 2007. Alcune riguardano dinamiche storiche che gli ultimi arrivati non hanno mai conosciuto come lo spam in chat /general di LF (Looking For, una primitiva e meno asociale forma di Dungeon/Raid Finder), pratica ormai desueta ma a quel tempo diffusa tra i giocatori per formare party improvvisati. Fortunatamente ci sono cresciuto in quest’atavica epoca dalle regole bizzarre, sorrido per essermi sorpreso nel rileggere quel mare di looking for e, ebbro di nostalgia, continuo la mia avventura.

DA DOVE PARTIRE CON LA NOSTRA AVVENTURA? NAGRAND? LE BLADE’S EDGE MOUNTAINS? QUELLA SHADOWMOON VALLEY TANTO PERICOLOSA QUANTO IRRESISTIBILE?

Con me c’è un nano che non vede l’ora di menare le mani, tocca dargli ciò che vuole altrimenti chi lo sente. Sì, ma dove? La bucolica Nagrand? Le aguzze Blade’s Edge Mountains? L’eterea Netherstorm? Perché allora non direttamente Shadowmoon Valley, la valle della morte? Un sussurro, una minaccia, “you are not prepared” mi ricorda il vento corrotto che soffia dal Black Temple. Ha ragione da vendere, è meglio mettere le mani su un equipaggiamento decente prima di avvicinarsi al covo del traditore: quando sarà il momento magari ci andremo addirittura volando ché finalmente, novità assoluta e rivoluzionaria per l’esperienza passata, presente e futura, le mount lo permettono (a patto di sborsare un sacco di quattrini per la licenza).

Continua nella prossima pagina…

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