MA VI IMMAGINATE APPROCCIARSI ALLA VITA REALE CON LA MENTALITÀ DA GAMER?
Vi immaginate una vacanza al mare con la mentalità da gamer? Vita reale: “Sono andato ai Caraibi. Me-ra-vi-glio-so! Acqua turchese, sabbia bianca e finissima, palme, e quel parlare spagnolo che è quasi una melodia, hola, dues pignacoladas, perpiaceres, olè (sic). Voto dieci”. Mentalità da gamer: “Sono andato ai Caraibi. Che dire, hanno preso la spiaggia della discarica di Porto Catarro dell’anno scorso, lavorato un po’ sulle texture, tolto i cassonetti colmi di eternit e messo al loro posto dei modelli di vegetazione, e poco più. Il parlato non è localizzato, nemmeno con i sottotitoli, per cui se non sai lo spagnolo muori matto anche per fare la spesa al supermercato. Lo avrei accettato come DLC, ma come vacanza a prezzo pieno decisamente no.
Un bel tre su Metacritic non glie lo leva nessuno.” Una differenza abissale. Come videogiocatori non siamo solo alla spasmodica ricerca di novità, ma
vogliamo anche che la sfida aumenti in maniera proporzionale – anzi meglio ancora esponenziale – al progredire nell’avventura. Se il boss finale non ha un trilione di punti vita e qualche migliaio di pattern d’attacco, allora viene definito “poco ispirato” e l’intera produzione etichettata come “giusto qualcosa in più di un racconto interattivo, lineare, non offre nessuna sfida, ridatemi i Souls Like”.

GLI AMANTI DELLA CURVA DI DIFFICOLTÀ VERTICALE POI MAGARI SONO GLI STESSI CHE SI LAMENTANO AL PRIMO IMPREVISTO NEGLI SPORT
Gli stessi amanti della curva di difficoltà a decollo verticale sono poi quelli che magari, impegnati in una maratona,
urlano e sbraitano perché gli ultimi otto metri erano in salita, ti mostrano lo sport watch che segna un dislivello positivo di undici micron, accusano gli organizzatori di non avere rispetto degli atleti, di aver compromesso la possibilità di frantumare il record mondiale, minacciano ricorsi e cause di risarcimento milionarie per il torto subito. Ma come?
E l’incremento del livello di sfida tanto desiderato? Avreste dovuto correre già da diversi chilometri su un campo minato, con cecchini appostati sui tetti che vi costringono muovervi a zig zag, mentre l’intruglio servito all’ultimo ristoro sta avendo la meglio sul vostro intestino. Dovete infatti sapere che per non rendervi la vita troppo facile vi abbiamo dato da bere, nell’ordine: acqua, aceto e sale, lassativo, curaro, bava dei draghi di Komodo e magma. Due pesi e due misure.

Le mappe rappresentano un’altra nota dolente. I videogiocatori
vogliono esplorare, amano perdersi e desiderano che ogni più piccolo anfratto sia stato realizzato con il giusto dettaglio. E ci devono essere aree segrete. I content creator vogliono aree segrete da mostrare in anteprima nei loro walkthrough. Ci sono persone che non sono soddisfatte di Los Santos perchè dopo solo sei settimane l’hanno visitata tutta. Poi nella vita reale
un banale cambio di senso unico costringe i novelli Livingstone a una piccola deviazione nel percorso da casa al lavoro. Apriti cielo. “Chi ha concepito questo abominio! Ma ci capisce questa gente di viabilità? Come faccio adesso! Per fortuna avevo il navigatore!”.
Continua nella prossima pagina…