Non proprio un fulmine a ciel sereno, d’altronde i segnali erano già nell’aria da qualche mese, eppure l’annuncio di Steam Deck mischia le carte in tavola in un mercato dove il gioco portatile è finora sempre stato prerogativa di Nintendo.
Certo, è difficile che il PC handheld – come è stato definito da Gabe Newell e compagni – possa in qualche modo impensierire il monopolio della Casa di Kyoto. I motivi sono tanti, tra cui la potenza del marchio Nintendo e dei suoi franchise presenti sulla scena da più di trentacinque anni a questa parte. Senza considerare che Steam Deck sembra rivolgersi a una nicchia di appassionati, perlomeno in questa fase di debutto sul mercato.
Un prodigio tecnologico creato in collaborazione con AMD
Tutto questo su un dispositivo portatile di poco più grande della console ibrida della Grande N. Un prodigio tecnologico creato in collaborazione con AMD che monta una CPU Zen 2 a 4 core e 8 thread che opera tra i 2,4 GHz e i 3,5 GHz e una GPU con 8 compute unit basata su architettura RDNA 2 (1,0-1,6 GHz) che supporta sia ray tracing che variable rate shading, a cui si affiancano 16GB di RAM LPDDR5. Nel complesso, la potenza combinata dell’APU è pari a circa 2 TFLOP. Rispetto a un PC desktop tradizionale o a una console di nuova generazione, queste specifiche potrebbero sembrare relativamente scarse, tuttavia la limitazione del display da 7” con risoluzione 1280×800 permetterà di aumentare i dettagli dei videogiochi e godere di un buon compromesso tra prestazioni e resa grafica.
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