Abbonamenti e videogiochi, non è tempo per noi - Editoriale

Su queste pagine virtuali sono state spese diverse parole in merito al servizio di abbonamenti lato videogames. Prima il Game Pass, adesso il nuovo Plus di PlayStation. In tali contesti è entusiasmante leggere e provare la felicità di chi sfrutta un servizio traendone maggior soddisfazione possibile, ma abbiamo provato a interrogare chi vive male questi servizi? Tipo il sottoscritto. Sono qui davanti a voi, porgetemi le vostre domande. Nel magico mondo dei social, dove ognuno ha nel proprio orticello una verità assoluta e spalmabile su tutto il globo, ogni tanto mi capita di proferire considerazioni del genere con annesse motivazioni, ma vengo tacciato subito come un ignorante interstellare. Pensate un po’, vi stuzzico con un’altra affermazione blasfema: non mi piace la cioccolata.

Gears of War 2 dlc

Ma non perdiamo di vista il punto focale. Al netto di un PlayStation Plus a cui sono abbonato da anni (più per esigenze di gioco online, che per fruire dei titoli mensili allegati), il resto degli abbonamenti sono un po’ la Luna per me, li vedo da lontano, li trovo incredibilmente affascinanti, ma non fanno per me.

game pass e ps plus premium sono servizi ottimi, ma che non fanno proprio per me

Al netto del solito punto di vista di chi ha un bel backlog da sfoltire, che quando si aggiunge anche quello di film da vedere o libri da leggere rende insormontabile la proposizione di recuperare tutto, nel 2020 in piena pandemia mondiale decisi di provare il Game Pass, pur sapendo del rischio a cui andavo incontro. Con una mossa audace diedi fiducia a quel gesto acquistando ben dodici mesi del servizio. Alla fine di quel periodo, ho giocato in tutto a cinque titoli, di cui tre sono stati i vecchi Gears Of War. Inutile dirlo, soldi spesi male, ma non per la non efficienza del servizio, tutt’altro: quando mi trovo davanti un catalogo pieno di cose da scegliere, non riesco a prendere una decisione. Stessa cosa che capita con mia moglie, quando la sera sul divano con scorriamo per decine e decine di minuti tutti i titoli di Netflix per poi ripiegare sulla placida sicurezza di cose che abbiamo già visto. O al massimo parte un’altra maratona di BoJack Horseman.

C’è anche un altro piccolo fattore, magari questo può risultare più di nicchia, ma necessario per inquadrare e contestualizzare al meglio la situazione: contribuendo alla causa di TGM e sfruttando altri canali, capita che gran parte dei titoli che potrebbero interessarmi siano già in mio possesso, dato che dovrò recensirli in anteprima, limitando dunque ulteriormente l’attrattiva che i servizi in abbonamento hanno nei miei confronti. Alla fine della fiera, con una media di dieci giochi che potrebbero interessarmi, circa sette li ottengo prima della loro uscita e gli altri tre è assai probabile che nel giro di poco me li ritrovi sul Gold o sul Plus.

playstation plus 50 hz pal

Da poche settimane Sony PlayStation ha lanciato il suo nuovo PlayStation Plus e andando ad usufruire del servizio Premium, anche questa volta i primi giorni sono stati entusiasmanti: rigiocare Ape Escape mi ha riportato indietro nel tempo, quando ero marmocchio e non avevo il peso della vita sociale o adulta sulle spalle, rivedere i pixel di Wild Arms mi ha riscaldato il cuore e sicuramente avrò modo – finalmente – di provare Assassin’s Creed Valhalla, ma l’annuncio dei nuovi giochi in aggiunta al catalogo è stato l’espediente per mostrare nuovamente lo spettro del servizio in abbonamento: tolto Stray, gli altri Assassin’s Creed e il remake di Final Fantasy VII sono tutti giochi che ho già provato a finito. Eccomi dunque a girovagare ancora in questi cataloghi, a cercare qualcosa da giocare e magari dopo giorni di scelta, ecco che arriva un’assegnazione, una recensione da coprire e il tempo passa.

Al PlayStation Plus Premium ho dato come al Game Pass gli stessi dodici mesi, con la consapevolezza che anche questo servizio non rientrerà nelle mie corde. Allo stato attuale, sono servizi ottimi per il pubblico e come è giusto che sia, c’è una vasta quantità di tipi di pubblico. Ecco, io faccio parte di quelli che riconoscono ampiamente i vantaggi di questi servizi, ma nulla, non fanno per me, con buona pace dei soldi spesi. Abbiate pietà di me.

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