Encodya – Recensione

PC

ENCODYA NON È PARTICOLARMENTE AUDACE NEI SUOI ENIGMI, FORSE ANCHE PER APRIRSI A UN PUBBLICO PIÙ AMPIO

Nemmeno nel cyberspazio, dove si poteva osare di più con la scusa di sfruttare a proprio vantaggio il sistema come imparò a fare anche Neo in Matrix, abbiamo una spinta di originalità negli enigmi. Encodya non è audace sotto questo punto di vista, preferendo forse strizzare l’occhio a un pubblico più ampio che non è detto ami trascorrere ore e ore bloccato a provare e riprovare le stesse combinazioni di azioni e oggetti, nonostante la difficoltà dei puzzle sia parte del divertimento. Anche il ruolo dei due protagonisti è subito ben definito: SAM interagisce senza problemi con i robot suoi simili, trovando invece difficoltà con gli umani salvo rare eccezioni, mentre per Tina vale il discorso contrario. Siamo molto lontani dalle collaborazioni tra Bernard, Hoagie e Laverne che ci proponeva Day of the Tentacle, tanto per nominare un titolo che è pure citato in Encodya.

NONNA, RACCONTAMELA UNA VOLTA ANCORA

Tuttavia, non ho mai contemplato la possibilità di abbandonarlo. Encodya è come la favola della buona notte che ci raccontava la nonna. La conoscevamo già, ma la volevamo sentire un’altra volta, e poi un’altra ancora, e poi “l’ultima volta”, e sapete perché? Perché la nonna quella storia la sapeva raccontare maledettamente bene.

encodya recensione

E pensare che un tempo il tuo sosia era l’uomo più ricco del mondo.

LA STORIA DI TINA E SAM NON SARÀ LA PIÙ ORIGINALE DI SEMPRE, MA DI SICURO VIENE RACCONTATA E ACCOMPAGNATA MALEDETTAMENTE BENE

A Neo Berlino non accade nulla che non abbiamo già vissuto in altri titoli dello stesso genere, ma questo aspetto passa rapidamente in secondo piano, lasciando spazio alla storia che ci stanno raccontando, supportata da una colonna sonora fenomenale, una grafica ispirata e un’esasperata caratterizzazione dei personaggi non giocanti, stereotipati alla massima potenza come il venditore di computer con le fattezze di Bill Gates o il malvagio Rumpf che ricorda spudoratamente Donald Trump. E così, enigma dopo enigma, prendono forma i loschi piani del sindaco, il passato di Tina e il ruolo di SAM, impegnati loro malgrado in una missione troppo grande per loro, e vorremo risolvere ancora un paio di puzzle per vedere cosa succede. Il finale, da me raggiunto in sette ore con alcuni segreti sbloccati, è studiato per farci riflettere, e nonostante io giochi per divertirmi e non per uscire dalla mia ottusità, per me motivo d’orgoglio, l’ho apprezzato. Potrebbero completare Encodya senza troppo mal di testa anche i neofiti, grazie all’assenza di pixel hunting da infiammazione al nervo ottico, alla circoscrizione spaziale degli enigmi che non obbligano ad attraversare la mappa in lungo e in largo, e alla facilità con la quale l’avventura si lascia affrontare.

In Breve: Potremmo definire Encodya come una casual adventure. Se da un lato non aggiunge niente di nuovo al genere e si lascia completare fin troppo facilmente, va anche sottolineato come Chaosmonger abbia coraggiosamente rispolverato un gameplay quasi estinto, con una buona storia raccontata in maniera avvincente. L’atmosfera cupa propria dei mondi distopici si scontra con l’innocenza della protagonista in un gioco che potrebbe fare della sua scarsa complessità un’arma vincente, avvicinando nuovi giocatori a un genere che sta vivendo una profonda crisi da troppo tempo.

Piattaforma di Prova: PC (Asus Vivobook Pro 17)
Configurazione di Prova: I7, 8GB RAM, GeForce GTX 1050, SSD
Com’è, Come Gira: Fluidissimo, con però dei caricamenti un po’ lunghi tra una zona e l’altra.

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Pro

  • Storia semplice ma ben raccontata / Colonna sonora di livello cinematografico / Piacevole da vedere / Assolutamente non frustrante.

Contro

  • Puzzle piuttosto banali / Non molto originale.
7.5

Buono

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