Eastshade - Recensione

PC

A volte c’è bisogno di una bella boccata di aria fresca, di prendersi una pausa dalla violenza di questo o quello sparatutto, dalla frenesia dell’ultimo RTS, dalle combo di un picchiaduro. C’è bisogno di staccare la spina, di prendere in mano il pad e di rilassarsi di fronte allo schermo, magari approfittando di un videogioco che si basa su un’idea piuttosto inusuale e, se vogliamo, anche abbastanza innovativa.

È il caso di Eastshade, un’avventura con visuale in prima persona che ci mette nei panni di un pittore, un giovane talento che si ritrova a prestare i suoi servigi alle genti dell’isola che dà il nome al gioco. Preparatevi quindi a vivere un’esperienza davvero singolare in un mondo idilliaco popolato da animali antropomorfi, armati solamente di pennello, tela e colori.

OLIO SU TELA

Tutto ha inizio su un’imbarcazione, con il protagonista diretto sull’isola di Eastshade per esaudire l’ultimo desiderio della madre recentemente scomparsa: ripercorrere i passi del suo viaggio in questa pacifica regione al fine di immortalare su tela i quattro punti più suggestivi dell’isola. Una missione apparentemente facile, senonché la strada per arrivare in queste location sarà spesso sbarrata. Ecco quindi che sarà necessario completare incarichi di varia natura al fine di ottenere l’accesso a questi quattro punti focali ed esaudire finalmente la richiesta della defunta madre.

Durante le scampagnate è facile fermarsi ad apprezzare il panorama

I compiti che saremo chiamati a portare a termine saranno davvero molto vari, e in alcuni casi potranno essere completati in più modi, portando ovviamente a esiti diversi che andranno addirittura a modificare il finale del gioco. In questo senso colpisce l’incredibile profondità di Eastshade, che non si limita a proporre delle semplici missioni “da postino”, bensì offre un mondo estremamente sfaccettato nonostante le dimensioni relativamente ridotte dell’area esplorabile. Una volta acquisiti gli opportuni potenziamenti, difatti, muoversi da un capo all’altro dell’isola diventa un’operazione che porta via al massimo un paio di minuti. Durante le scampagnate, poi, è facile fermarsi ad apprezzare il panorama, magari approfittando della vista per tirare fuori gli attrezzi del mestiere e dipingere ciò che appare sullo schermo. Un’operazione, quella di immortalare su tela il paesaggio, spesso essenziale per avvicinarsi sempre più ai titoli di coda.

ARTISTI IN ERBA

Non bisogna mai dimenticare che il protagonista è un artista, quindi, dal momento che in molti casi gli abitanti di Eastshade ci affideranno delle commissioni ben precise: dal dipinto di una spiaggia sabbiosa a quello di un mulino ad acqua, da una torre solitaria arroccata sulla scogliera a una suggestiva eclissi solare. Inoltre, completando questi lavori otterremo denaro da spendere nelle botteghe di Nava, la città più importante dell’isola, in modo tale da acquistare materiali utili a realizzare oggetti tramite l’apposita funzione di crafting.

il crafting rappresenta l’unica nota dolente di Eastshade poiché spezza non poco il ritmo dell’esperienza

Proprio il crafting rappresenta l’unica nota dolente di Eastshade poiché spezza non poco il ritmo dell’esperienza, costringendoci a delle tediose fasi di ricerca degli elementi utili a costruire tende da campeggio, tele su cui dipingere, e così via. L’acquisizione dei materiali, poi, riesce in qualche modo a rovinare l’immersione nel fantastico mondo di gioco, questo perché potremo (e spesso dovremo) entrare nelle case degli abitanti dell’isola per rubare sotto il loro naso casse di legno, candele di cera e pezzi di stoffa, il tutto come se nulla fosse e senza alcuna conseguenza; anzi, si può addirittura sbloccare un obiettivo dopo aver sgraffignato tutte le candele presenti in Eastshade. Non mancano poi alcuni piccoli problemi tecnici, come un pesante stuttering dovuto al caricamento in background degli asset durante il passaggio da una zona all’altra, e alcuni sporadici crash; fortunatamente il gioco salva spesso in automatico, quindi i disagi sono davvero minimi.

Eastshade si è rivelato davvero una bellissima sorpresa. Un videogioco in cui la violenza non è contemplata e che lascia libero sfogo all’esplorazione del mondo, nonché alla scoperta dei personaggi che lo popolano. La direzione artistica, poi, è davvero fantastica, prestandosi alla perfezione al pennello del protagonista. C’è qualche inevitabile problemino qua e là, ma ciò non toglie che siamo di fronte a un’esperienza incredibilmente profonda e rilassante, una perla più unica che rara in un panorama videoludico che ha sempre più bisogno di nuove idee.

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Pro

  • Un’avventura particolarmente profonda.
  • Direzione artistica eccezionale.
  • Innovativo e rilassante.

Contro

  • Ciò che gravita attorno al crafting spezza l’immersione.
  • Colonna sonora discreta ma ripetitiva.
  • Qualche problema tecnico di troppo.
8.2

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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