Endless Ocean Luminous – Recensione

Switch

Nella strada che porta verso l’azzurro paradiso subacqueo di Endless Ocean Luminous, qualcosa è andato storto.

Sviluppatore / Publisher: Arika / Nintendo Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Cooperativo online PEGI: 3 Disponibile su: Switch Data d’uscita: 2 maggio 2024

Ho sempre amato i due Endless Ocean su Wii: la loro cadenza rilassata si sposava perfettamente con una presentazione audiovisiva di grande atmosfera, arrivando a confezionare un’esperienza immersiva (gioco di parole non necessariamente voluto) e mesmerizzante, che trasformava ogni tuffo in uno scrigno del tesoro, straripante di sorprese tutte da scoprire all’interno di un’ovattata esperienza intimista.

Passano gli anni e arriviamo al qui presente Endless Ocean Luminous: un po’ come quelle località amene un po’ nascoste che perdono buona parte del loro fascino una volta divenute popolari mete turistiche, la saga subacquea di Arika pare aver smarrito qualcosa dell’originale smalto nel passaggio al gioco online, trasformando quelle solitarie immersioni in chiassose gite di gruppo che arrivano a comprendere ben trenta sommozzatori alla volta. Di conseguenza anche il gioco in solitaria risente di questi cambiamenti, con le esotiche destinazioni in giro per il mondo messe da parte a favore del Mar Velato, una fittizia frontiera subacquea che muta a ogni sortita.

ENDLESS OCEAN LUMINOUS IN CRISI D’IDENTITÀ

In questo modo ogni tuffo non sarà mai lo stesso, con la conformazione dell’enorme mappa sottomarina destinata a cambiare ogni volta che entreremo in acqua. Sulla carta è una bella idea, ma all’atto pratico avere a disposizione un solo ecosistema subacqueo – per quanto mutevole nella disposizione dei suoi elementi – offre una biodiversità artificiosa, con specie marine e d’acqua dolce che convivono senza particolari spiegazioni, condividendo l’habitat con bestie preistoriche o addirittura mitologiche, tanto per rendere le cose ancora più strambe.

Il mondo di Endless Ocean Luminous restituisce purtroppo una sensazione posticcia e artificiale

Ci sono quasi seicento abitanti dei fondali da scansionare e catalogare, tuttavia la straniante quanto credibile sensazione di trovarsi faccia a faccia con creature tanto particolari all’interno del loro habitat è sparita quasi del tutto, perché il mondo di Endless Journey Luminous restituisce purtroppo una sensazione posticcia e artificiale. Muoversi tra banchi di pesci e ascoltare il canto di una balenottera azzurra sono sempre esperienze che fanno bene al cuore, specie se sottolineate dalle occasionali tracce sonore che puntualmente spezzano il silenzio nei momenti più solenni, ma l’interazione con gli abitanti degli abissi è stata praticamente azzerata.

Niente, ha detto che non vuole mangiarmi, né lontanamente interagire con me. Si vede che è sazio

Possono essere scansionati singolarmente o in gruppi per ottenere una breve descrizione, oppure “costretti” a nuotare al nostro fianco con la pressione di un tasto, ma nulla più: non pensate di provare ansia trovandovi di fronte a un grande squalo bianco, né di ingrandire rocce o banchi di corallo per scoprire i piccoli abitanti che ne affollano gli anfratti. Non potete più accarezzare i pesci né nutrirli come nei capitoli precedenti, e spesso e volentieri il vostro sub passerà indenne attraverso i modelli poligonali delle creature più grosse: in altre parole la fauna ittica di Endless Ocean Luminous pare composta da noiosi animatroni che pensano ai fatti loro all’interno di un’attrazione da luna park, ignorando del tutto gli esseri umani e limitando all’osso le possibilità di interazione.

La straniante quanto credibile sensazione di trovarsi faccia a faccia con creature tanto particolari all’interno del loro habitat è sparita quasi del tutto

Al giocatore non resta altro che dedicarsi all’aspetto collezionistico, recuperando paccottiglia abbandonata sul fondale, schedando pesci e andando alla ricerca di quegli esemplari che emanano un particolare valore biometrico: una volta localizzati tutti, porteranno generalmente alla scoperta di una specie unica. Nel frattempo ci sono un paio di quest secondarie da perseguire durante la “carriera” subacquea, come la ricerca dei novantanove tasselli che riveleranno un po’ alla volta i segreti celati da una misteriosa tavoletta.

VALE LA PENA BAGNARSI I PIEDI?

Completare un’immersione frutta punti esperienza, elargiti in base a parametri come collaborazione (segnalare elementi importanti tramite emoticon, ad esempio) o quantità di fauna scoperta, assieme a soldi con cui acquistare nuovi colori per la muta. Salendo di livello verrà incrementato un valore che determina la taglia delle creature che potranno nuotare al nostro fianco, mentre nel negozio si renderanno disponibili adesivi con cui abbellire l’equipaggiamento e pose da sfoggiare con gli amici. In altre parole il senso di progressione è effimero: nei vecchi episodi l’esplorazione progressiva delle profondità era subordinata all’acquisizione di attrezzatura sempre migliore con cui aumentare la capacità dell’ossigeno per raggiungere nuove destinazioni, mentre qui sin dall’inizio non ci sono limiti di sorta.

Alcuni elementi sono parecchio affascinanti, come il luogo di riposo di questo enorme scheletro di cetaceo.

Volendo spezzare la monotonia è disponibile una modalità storia dalle tinte ecologiste in compagnia di una IA saccente e qualche collega per salvare un fantomatico corallo in grado di garantire la stabilità dell’intero ecosistema marino, ma l’avanzamento tra un brevissimo capitolo e l’altro è tenuto in ostaggio dalla necessità di scansionare migliaia (no, davvero, non è un’iperbole!) di pesci durante le canoniche immersioni.

Volendo spezzare la monotonia è disponibile una modalità storia dalle tinte ecologiste in compagnia di una IA saccente e qualche collega per salvare un fantomatico corallo in grado di garantire la stabilità dell’intero ecosistema marino

A tal proposito, quelle di gruppo non sono facilissime da organizzare, dato che non esiste un sistema di matchmaking e l’invito a una sessione aperta avviene tramite l’anacronistico passaggio di un codice di sei caratteri. Una scelta piuttosto strana, considerato che avere altri ventinove amici interessati a Endless Ocean Luminous mi pare al momento uno scenario eufemisticamente utopico.

In Breve: Endless Ocean Luminous non è il seguito da sogno che ho sempre augurato all’amata serie sottomarina di Arika. Il cambio di rotta ha favorito la componente cooperativa, mutilando però l’esperienza originale di molte caratteristiche interessanti e distintive. L’aspetto puramente educativo permane e la possibilità di organizzare immersioni assieme a un numero tanto grande di amici non è da sottovalutare, ma non me la sento di raccomandare il gioco a chi è solo interessato a rivivere le affascinanti sensazioni dei capitoli originali su Wii.

Piattaforma di Prova: Switch
Com’è, Come Gira: Endless Ocean Luminous è un gioco molto modesto e, anzi, per certi aspetti (rifrazione della luce proveniente dalla superficie e resa della flora subacquea in primis) lo trovo anche inferiore all’ispiratissimo Adventures of the Deep. L’attempato Switch non fa dunque particolare fatica a gestirlo, a parte qualche sporadico rallentamento.

 

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Pro

  • L'elemento educativo è al suo posto per i più piccoli / Ottimo uso del sonoro, per quanto saltuario / Massiccia componente multigiocatore

Contro

  • Mondo sottomarino artificiale e privo di fascino / Un deciso passo indietro rispetto ai precedenti capitoli per molti, troppi aspetti / Estremamente monotono
6.5

Sufficiente

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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