Non è Shadow of the Erdtree a essere troppo difficile

Esce l’espansione di Elden Ring, e uno dei primi mod che vengono pubblicati serve ad abbassare la difficoltà implementando quella che viene definita la “Journalist Mode”. C’è un che di ironico, dato che sono abbastanza sicuro che questo mod non fosse a disposizione di quei giornalisti che Shadow of the Erdtree l’hanno giocato e finito prima del lancio.

Shadow of the Erdtree difficile

Aprendo la pagina Steam di Shadow of the Erdtree, salta subito all’occhio come al momento circa il 30% delle recensioni siano negative. Ora, di osservazioni che si possono muovere e che sono state mosse a questa espansione ce ne sono: in parecchi, per esempio, hanno da ridire a proposito delle performance su PC (non che le altre piattaforme siano al sicuro). Non è per niente strano, né per questo meno grave, che From Software continui a soffrire da questo punto di vista, dato che già a febbraio 2022 in molti avevano patito per la poca costanza del frame rate di Elden Ring. Ma altrettanto comuni, e altrettanto piccate, sono le critiche alla difficoltà dell’espansione. E la fanbase dei Souls è la stessa che è diventata famosa per un modo di dire, quel “git gud” tirato addosso a chi si lamentava per le difficoltà incontrate nel corso di gioco. Io, personalmente, l’ho sempre odiato: chi sta faticando non vuole sentirsi deriso, vuole che le sue osservazioni vengano ascoltate e che gli vengano fornite risposte che possano aiutarlo a superare l’ostacolo. E allora proviamo a farlo.

TANTO TEMPO FA…

In realtà con il mio discorso voglio partire leggermente più indietro, e cioè dalla recensione di Shadow of the Erdtree pubblicata da Eurogamer. L’autrice Alyssa Ong assegna all’espansione tre stelle su cinque, muovendo alcune critiche che trovo sensate e altre che condivido meno ma che in ogni caso non si può negare siano ben argomentate e non prive di una base logica. Per esempio, Ong critica l’utilizzo che viene fatto nell’espansione dei messaggi degli sviluppatori (quindi, a differenza dei messaggi dei giocatori, sempre presenti anche nel caso in cui giocassimo offline), reputandoli un’intrusione in quello che è il classico modo di narrare e di scoprire i giochi di From Software; a suo avviso, questi messaggi riducono quello che è il senso di condivisione dell’esperienza. È però un altro paragrafo quello che, nelle ore prima del lancio dell’espansione, viene decontestualizzato da una certa frangia di giocatori: e cioè quello in cui parla della difficoltà, descrivendola come “difficile giusto per il gusto di essere difficile.

Per molti giocatori, il Blackgaol Knight è stato un primo impatto traumatico con la realtà del DLC. Io, invece, avevo un martellone enorme.

L’autrice se la prende in particolare con il boss finale, dicendo che “la maggior parte dei boss sono programmati per punirti quando bevi dall’ampolla […] ma questo scontro in particolare sembra programmato per far sì che sia il giocatore a iniziare a bere”. Naturalmente, fra i veterani dei Souls questo passaggio è stato estrapolato fuori dal contesto (suggerendo, per esempio, che il 3/5 sia dovuto unicamente alla difficoltà) e deriso, giocando parecchio sulla solita retorica dei giornalisti che non sanno giocare ai videogiochi. “Sentirsi dire che il proprio gioco è troppo difficile da un recensore è il complimento migliore che si possa ricevere”, commenta un utente, ricevendo diecimila like. Non posso fare a meno di notare che nei giorni seguenti l’utente in questione non ha scritto nemmeno un tweet su Shadow of the Erdtree, mentre invece ritwitta spesso influencer conservativi e “anti-woke”. Sicuramente è un caso, ma la cosa che mi fa sorridere è che quando invece la palla del commentare la difficoltà dell’espansione è passata ai giocatori, beh…

PROVA NEMICO, E POI VOGLIO ANDARE A CASA

Dando una letta ad alcune delle recensioni negative che mi vengono proposte da Steam, me ne trovo davanti una che attira la mia attenzione. “Ho completato il dlc da solo, così come tutti gli altri giochi di From Software su PC”, esordisce chi scrive; a chi critica la difficoltà dei Souls viene spesso detto “git gud”, quindi la premessa è comprensibile. Più avanti, leggo “ho sconfitto il boss finale da solo, e secondo me, nessuno dovrebbe passare per la stessa cosa”. Questa recensione non è chiaramente l’unica che porta la difficoltà dell’espansione come fattore negativo, ma mi interessa soffermarmi su di essa per due motivi. Primo, aver sconfitto il boss finale da solo è, a mio avviso, un risultato impressionante (io, nel pur molto generoso periodo di tempo a disposizione per la recensione, non ci sarei mai riuscito). E secondo… nessuno deve passare per quello che hai passato tu.

SE HAI SOFFERTO SCONFIGGENDO IL BOSS FINALE DA SOLO, SAPPI CHE NESSUNO È OBBLIGATO A FARE LO STESSO

Decidere di fare i boss da solo è un limite che hai deciso di importi per una serie di motivi, magari perché ti piace di più così, magari perché hai letto qualche tempo fa che evocare è da scarsi e tu non vuoi essere uno scarso, magari perché di provare a fare in altro modo non ti è nemmeno passato in mente. Ma non c’è nessun obbligo a continuare a sbattere la testa contro lo stesso muro. Puoi andare altrove, fare altro, cercare altri talismani e frammenti di albero ombra (sul serio, andate a cercarveli, fanno la differenza). Se l’hai già fatto, puoi provare a cambiare strategia, usare altre armi, cambiare le affinità, respeccare e modificare il tuo approccio al problema. Puoi chiedere aiuto agli spiriti, agli NPC, ai tuoi amici o anche a perfetti sconosciuti. Puoi perfino chiudere il gioco per il momento, aprire YouTube, guardare video di altra gente che affronta il boss che ti sta dando tante noie e imparare come hanno fatto loro a schivare i suoi colpi (per esempio: qui c’è GinoMachino che affronta Rellana a livello 1, senza frammenti, e con un’arma +0, senza mai farsi colpire. Guardate come evita gli attacchi!).

Shadow of the Erdtree difficile

Dopo molti tentativi, Gaius è caduto grazie a una combinazione di marcescenza, veleno e del mio amico semiumano Yosh.

Perché è vero che i boss di Shadow of the Erdtree sono più difficili di quelli di Elden Ring, e non lo sono solo per una pura questione numerica (quanta vita hanno, quanti danni fanno) ma anche meccanicamente. Riguardando un amico che affrontava Maliketh in questi giorni, è ironico come per gli standard del gioco base quest’ultimo sia un boss molto aggressivo, di quelli che non ti danno mai respiro, ma che rispetto a certe sue controparti dell’espansione è praticamente piantato per terra. I nuovi boss sono più aggressivi, hanno aperture meno ovvie, hanno sequenze di attacchi più lunghe. Ma è altrettanto evidente che il gioco vuole spingerti a sfruttare tutti gli strumenti che mette a tua disposizione. I primi due boss delle rimembranze hanno il loro bel simbolino dorato per l’evocazione là fuori. Le Ceneri di Spirito Venerate sono lì a ricordarti che esistono gli spiriti.

SHADOW OF THE ERDTREE È UN’ESPANSIONE DIFFICILE. MA TI DÀ TUTTI GLI STRUMENTI PER AFFRONTARLA

Alcuni NPC addirittura ti chiedono apertamente di combattere al tuo fianco, in alcune occasioni (e se evocati rendono ancora più epico e sentito lo scontro: Igon contro Bayle, per esempio). Quindi sì, Shadow of the Erdtree è un’espansione difficile. Ma ti dà anche tutti gli attrezzi per poterla affrontare, chiede solo che tu sia disposto a usarli. E dico questa da persona che ha sì completato tutti i soulslike di From su PC, ma che allo stesso tempo è tutt’altro che forte: negli ultimi due giorni mi sono incaponito a fare Rellana senza evocazioni né scudi su un nuovo personaggio e ci avrò passato su almeno un’ora e mezza. Ma va bene così: il bello di Elden Ring è anche che il gioco è difficile quanto tu vuoi che lo sia. Ma se la risposta a queste difficoltà è lasciare una recensione incattivita su Steam… you’ve gone hollow.

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