Purtroppo FORM è davvero molto corto, ben al di sotto degli standard di mercato di riferimento
FORM dura meno di due ore. E non è che costi cinque euro. Le esperienze VR di rado raggiungono la durata dei giochi tradizionali, ma ritengo che vada segnalato in quanto di fatto ci ritroviamo con un prodotto ben al di sotto degli standard del mercato di riferimento, anche perché la rigiocabilità è molto ridotta.
Non aiuta neanche la difficoltà, in media piuttosto ridotta, ma ho la netta impressione che tale specifico aspetto segua un chiaro intento degli sviluppatori canadesi: conta molto di più il viaggio, le ambientazioni metafisiche, quei commenti fuori campo tutti da interpretare, insomma la sensazione totalizzante di ritrovarsi in uno spazio che potrebbe essere un mondo alieno tanto quanto una parte della nostra stessa mente.
Ciò che conta per gli sviluppatori è il viaggio: quella sensazione di ritrovarsi in uno spazio tanto alieno quanto parte della nostra stessa mente
Dal punto di vista tecnico, non c’è pressoché alcun rischio di soffrire di motion sickness. All’inizio mi ero impensierito a causa della mancanza dei soliti settaggi per personalizzare il comfort, ma la ragione della loro assenza è molto semplice: i puzzle da risolvere si trovano sempre davanti a noi e non serve che ci spostiamo di qua e di là, basta invece muoversi fisicamente nell’area di fronte alla PS Camera per osservare i meccanismi più da vicino e da diverse angolazioni. Una volta risolto un enigma, assistiamo a una sequenza scriptata dai forti toni atmosferici e dopo un breve caricamento siamo pronti per studiare un nuovo astruso artefatto.
L’interazione con gli oggetti è stata realizzata con cura e precisione, anche quando si prendono in mano aggeggi vari da rigirare da ogni parte per comprenderne l’utilizzo
In Breve: FORM proietta la nostra essenza nell’oltremondo portandoci in uno di quei viaggi riservati al Dr Strange e alla sua proiezione astrale. Charm Games non ha puntato sulla quantità di contenuti, ma piuttosto sul raffinamento di ogni componente di gioco, sia per la parte narrativa che per le componenti tecniche e di gameplay, molto ben implementate in VR. Le atmosfere tra l’onirico e il metafisico sono davvero magiche e ben accompagnate da un soundscape azzeccato, ma l’estrema brevità dell’avventura rimane comunque un problema che fa pensare a FORM più come a un riuscitissimo concept che a un titolo completo.
Piattaforma di Prova: PS4 Pro con PSVR e controller Move
Com’è, Come Gira: FORM va via liscio senza appesantire i processori della console di casa Sony, né il processore dell’unità PSVR; anche se la sua capacità computazionale è molto ridotta rispetto alle piattaforme VR su PC, le geometrie semplici e l’assenza di azione permettono di ottenere un risultato molto soddisfacente.
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