Dopo i primi due Leisure Suit Larry (commentati qui e qui) proseguo il mio recupero retrogaming con... Zak McKracken and the Alien Mindbenders! Mancato per motivi generazionali (a parte qualche Infocom per C64, il mio primo adventure è stato The Secret of Monkey Island di due anni successivo a Zak), l'ho sempre considerato una mia grossa lacuna che prima o poi avrei dovuto colmare per forza. L'ho fatto ora e.. che classico! Basterebbe confrontarlo con un qualsivoglia coevo (Larry 2, Police Quest 2, Neuromancer, Déjà Vu 2, King’s Quest 4..) per rendere evidente quanto Lucasfilm fosse avanti anni luce rispetto a tutti gli altri. L’unico limite del gioco è la caratteristica per cui ancora oggi è tanto amato e celebrato: quel nonsense spregiudicato (tanto da far sembrare Maniac Mansion come un intuitivo schema a incastri congegnato da Gottfried Leibniz) che si riflette in situazioni del tutto improbabili/paradossali, collegamenti ostici da decifrare anche adottando un punto di vista obliquo o contrario a ogni logica (dis)umana. Il sempreverde "prova tutto con tutto" aiuta a sbloccare diverse situazioni ma se qualcuno vi ha detto che lo ha finito senza dare più di una sbirciatina alla soluzione, state pur certi che vi ha mentito spudoratamente. C'è poi un motivo se in pochi si ricordano di David Fox e Matthew Kane, al contrario della premiata ditta Gilbert/Schafer/Purcell: i protagonisti sono marionette prive di personalità o caratterizzazione e l'afflato comico è limitato a una manciata di sporadiche gag. Resta un primo grande, importante passo verso il salto di qualità che sarebbe arrivato di lì a poco; lieto di averlo recuperato a trentatrè anni dall'uscita.
Bonus track, la recensione di TGM (numero 6, febbraio 1989):