quella in cui V, posta di fronte alla prospettiva di morire comunque entro 6 mesi, a causa degli effetti collaterali dell'operazione, deve decidere se far "digitalizzare" la propria mente, in pieno stile Altered Carbon, ed aspettare che la tecnologia Arasaka permetta di "trapiantarla" in un nuovo corpo, oppure vivere i suoi ultimi momenti con il suo corpo, attendendo la inevitabile fine, ma rimanendo libera.
Questa scelta mi ha davvero messo in crisi e mi ha fatto riflettere: scegliere la digitalizzazione avrebbe dato un minimo senso a tutti gli sforzi di V, fino dall'inizio del gioco, di salvarsi la vita, ma significa anche arrendersi all'Arasaka, diventare sua proprietà e dover aspettare chissà quanti anni, se mai succederà, per tornare ad avere un corpo.
L'altra opzione invece, è sicuramente più romantica e permette di passare gli ultimi momenti con Judy (con cui ho fatto la romance) e gli altri compagni di avventure, ma questi pochi mesi, tra l'altro pieni di sofferenza a causa del cervello in decadimento costante, valgono davvero la pena? Si può rinunciare alla speranza di un nuovo inizio per... questo?
Alla fine ho scelto la digitalizzazione e il gioco fa di tutto, tramite l'ultima apparizione di Johnny Silverhand, per farti sentire sconfitto. In colpa per questa scelta. Ma è giusto così: Cyberpunk è un gioco di ribellione contro il potere draconiano e rimane coerente fino alla fine, pur lasciandoti la possibilità di scegliere. Per il modo in cui viene raccontato e per la malinconia che lascia, trovo questo finale davvero un capolavoro, uno dei migliori finali mai visti in un videogame, per quanto mi riguarda.
Ultima nota: per chi l'ha giocato, impossibile non pensare al legame tra questo finale e il tema portante di SOMA. Il dilemma di dove risieda davvero la nostra "anima".