Al via la guerra delle perizie. L'analisi della spazzatura e il giallo dell'impronta 97F. I consulenti dell'indagato: «Non è attribuibile a nessuno». Garofano: «Credo nell'innocenza di Sempio»
Garlasco, è iniziato il maxi incidente probatorio sui reperti di 18 anni fa. La legale di Stasi: «Prove mai analizzate, sono fiduciosa»
È la più importante delle battaglie sulla riapertura del caso Garlasco, a 17 anni dall'assassinio di Chiara Poggi. Si è aperto oggi a Milano il maxi incidente probatorio deciso dalla gip Daniela Garlaschelli. Avvocati e consulenti della famiglia della vittima, dell'indagato nella nuova inchiesta della procura di Pavia, Andrea Sempio, e del condannato in via definitiva per l'omicidio di Chiara Poggi, Alberto Stasi, sono entrati nella questura di Milano. Lì, negli uffici del gabinetto regionale di Polizia scientifica, ha preso il via l'accertamento.
«Iniziamo le operazioni peritali. Oggi valuteremo la catena di custodia e credo apriremo i reperti e stabiliremo un calendario di analisi. C'è ottimismo, insomma. Credo che i reperti siano stati conservati come dovevano essere conservati». Lo ha dichiarato l'avvocato Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi. «Stamattina apriremo alcuni reperti e su quei reperti valuteremo la catena di custodia e lo stato di conservazione e cominceremo a fare le campionature», ha detto invece il consulente della difesa di Andrea Sempio, l'ex generale del Ris Luciano Garofano, entrando in questura. «Credo nell'innocenza di Sempio», ha aggiunto.
I periti indicati dalla procura, Denise Albani e Domenico Marchigiani, saranno chiamati ad analizzare il materiale biologico (o meglio i risultati delle analisi di allora) trovato sulle unghie di Chiara. E dovranno lavorare anche su altro materiale repertato 18 anni fa nella villetta: un frammento del tappetino del bagno, le confezioni di tè, un vasetto di yogurt, cereali, biscotti e altri sacchetti, a cui si aggiungono i «para-adesivi» di tutte le impronte, una sessantina.
Il giallo dell'impronta 97F
L'accertamento servirà anche a fare luce sull'impronta 97F, catalogata come traccia di sangue, trovata sul muro di sinistra che accompagna la scala che porta alla tavernetta del villino di via Pascoli, dove fu trovato il cadavere di Chiara Poggi: secondo gli inquirenti potrebbe essere stata lasciata dalla mano sinistra di un corpo la cui destra intanto stava lasciando l'ormai famosa traccia 33, l'impronta palmare destra ad Andrea Sempio. «Non è attribuibile a nessuno», ha commentato Marco Radaelli, consulente della famiglia Poggi. «Noi sappiamo che la traccia 97F è quella che certamente ha toccato la maglietta del pigiama che Chiara indossava ma non è ovviamente attribuibile, si tratta di un'impronta su un tessuto e non è chiaramente classificabile» ha aggiunto Radaelli.
I risultati saranno confrontati alla ricerca di un match con i profili genetici di Sempio, Stasi e con il dna delle gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara, quello dell’amico di Alberto Stasi, Marco Panzarasa, e quello degli amici di Marco Poggi e Andrea Sempio: Mattia Capra e Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti.