Griftlands – Recensione

PC PS4 PS5 Switch Xbox One Xbox Series X

In un mondo brutale in cui ogni singola decisione conta, tre avventurieri provano a dare una svolta alla loro vita, una carta alla volta. Benvenuti in Griftlands, dove trattative e intimidazioni vanno a braccetto con sangue e proiettili.

Sviluppatore / Publisher: Klei Entertainment / Klei Entertainment Prezzo: € 16,76 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12+ Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Series X|S, Switch

Non è il selvaggio West, ma un po’ ci assomiglia. Il nuovo videogioco di Klei Entertainment, gli stessi sviluppatori di Mark of the Ninja e Don’t Starve, è ambientato in un mondo fantascientifico di frontiera. Una terra piena di opportunità, ma anche di tanti pericoli, dove ognuno prova a ad arricchirsi, spesso alle spalle del prossimo.

È qui che ci porta Griftlands, un deckbuilding roguelite che si ispira a Slay The Spire, divenuto ormai il capostipite di un nuovo sottogenere videoludico, con una forte enfasi sulla componente narrativa. Spetta a noi vestire i panni di uno dei tre personaggi giocabili e affrontare una campagna generata in maniera procedurale, sperando di arrivare alla fine senza lasciarci prematuramente le penne.

UN VIAGGIO SEMPRE NUOVO

Le fondamenta su cui si basa il gioco sono tutto sommato molto semplici. All’inizio di ogni partita ci vengono forniti due mazzi di carte, uno dedicato all’arte della diplomazia e l’altro al combattimento. Ciascuna carta rappresenta un attacco o una diversa capacità a disposizione del protagonista. Durante gli scontri a turni con gli avversari (non per forza nemici, ma ci arriviamo più avanti), le mosse vengono estratte in maniera casuale dal mazzo, e poi sta all’abilità del giocatore riuscire a giocare ciascuna carta al momento giusto per provare a vincere la contesa.

Griftlands recensione 06

Le carte verdi fanno leva sulla prudenza e il tatto, quelle rosse tendono a destabilizzare l’avversario con offese e linguaggio ostile.

Una controversia che può essere sedata sia diplomaticamente che con la forza, da qui la necessità di avere due mazzi distinti e separati. Di solito, nel corso della campagna avremo quasi sempre la possibilità di scegliere se affrontare una determinata situazione facendo parlare muscoli e proiettili, oppure provando a tirarsi fuori dai guai con le parole. Tuttavia, il boss finale di ogni giornata della campagna (ogni avventura si protrae per quattro giorni) va obbligatoriamente affrontato sul campo.

Ciascuna carta rappresenta un attacco o una diversa capacità a disposizione del protagonista

Per questo il personaggio è dotato di due barre della salute: una che indica la risolutezza ed è impiegata nelle negoziazioni, l’altra la tempra per gli scontri fisici. Se ridurre a zero la prima preclude “solo” la possibilità di ingaggiare gli avversari in battibecchi diplomatici, perdere tutti i punti vita significa game over immediato. Trattandosi di un roguelite, ciò implica dover ricominciare una nuova campagna dal principio. Chiaramente, ogniqualvolta si vince uno scontro e si portano a termine le missioni si viene ricompensati con altre carte da aggiungere ai due mazzi iniziali, nonché denaro ed esperienza.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Gameplay semplice e immediato. / Ottimo comparto narrativo. / Colonna sonora pazzesca

Contro

  • Alcune combinazioni di carte sbilanciate. / Causa dipendenza!
8.6

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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