Griftlands – Recensione

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Con tre personaggi giocabili ben distinti tra loro, la longevità e il grado di rigiocabilità raggiungono livelli davvero stellari

In rare occasioni, inoltre, si possono anche ottenere dei potenziamenti permanenti sotto forma di impianti cibernetici che spesso forniscono sia dei bonus consistenti che dei piccoli malus. In più, sempre a proposito di bonus e malus, nel corso di una campagna saremo spesso chiamati a prendere delle decisioni che avranno ripercussioni sui personaggi non giocanti. In base alle nostre azioni, i PNG potrebbero persino arrivare ad amare oppure odiare il protagonista di turno. Se i primi saranno ben disposti ad aiutarci durante le missioni, i secondi non perderanno occasione per metterci i bastoni tra le ruote, rendendo la partita molto più complessa di quanto non lo fosse già in partenza. A volte sarà persino possibile provare ad alterare i rapporti con questi personaggi tramite la diplomazia, provando per esempio a rendere più affabile qualcuno a cui non andiamo a genio. E se proprio non dovesse funzionare, esistono sempre le care vecchie mazzette.

I TRE DELL’AVE MARIA

La struttura di Griftlands si presta molto bene a delle sessioni di gioco di media durata, visto che una campagna completa raramente dura più di un’ora e mezza. In più, l’imprevedibilità delle situazioni rende ogni partita diversa dalle altre, soprattutto se consideriamo che al termine di una run vengono sbloccati nuovi elementi – principalmente carte – che vengono successivamente aggiunti all’algoritmo di generazione procedurale, oltre ad alcuni piccolissimi potenziamenti permanenti che tendono a facilitare un minimo le partite seguenti.

Griftlands recensione 01

Un enorme mostro della palude sembra un boss finale piuttosto calzante.

Inoltre, con tre personaggi giocabili ben distinti tra loro, ognuno dotato di carte specifiche e potenziamenti dedicati, la longevità e il grado di rigiocabilità raggiungono livelli davvero stellari. Senza considerare che ogni eroe (o aspirante tale) porta in dote una suo filone di quest e diversi intrecci narrativi che richiedono diverse partite per essere approfonditi a dovere, tra scelte morali e finali multipli.

l’ultima fatica di Klei Entertainment si presenta come la naturale evoluzione dei deckbuilding roguelite più classici

La formula di gioco si rivela così incredibilmente sfaccettata e assuefacente, specie se a tutto questo si aggiungono le modalità di gioco alternative. Tra queste bisogna citare le sfide giornaliere, delle brevi mini-campagne con dei modificatori specifici uguali per tutti i possessori del gioco, nonché la modalità “Brawl”, che riduce al minimo l’aspetto narrativo di Griftlands per offrire una successione lineare di trattative e combattimenti e garantire partite molto più rapide rispetto a una campagna tradizionale. Per finire, vi è anche la possibilità di affrontare il gioco alla difficoltà “Storia”, utile soprattutto all’inizio per prendere dimestichezza con le dinamiche di base e per apprezzare al meglio il racconto con il minimo rischio di perdere e ricominciare tutto daccapo. In linea di massima, l’ultima fatica di Klei Entertainment si presenta come la naturale evoluzione dei deckbuilding roguelite più classici, riuscendo a essere molto simile a chi lo ha preceduto, senza però rinunciare a una discreta dose di novità.

In breve: Griftlands è un deckbuilding roguelite atipico con un comparto narrativo di primo piano e una formula di gameplay tanto semplice quanto immediata e assuefacente. La presenza di tre protagonisti e di altrettante campagne procedurali, più diverse modalità di gioco alternative, lo rendono virtualmente infinito, senza considerare che i ragazzi di Klei Entertainment hanno voluto supportare nativamente le modifiche amatoriali create dagli utenti, aumentandone a dismisura la longevità. Per questo prevedo di giocare a Griftlands per moltissimo tempo, immergendomi nel suo mondo e provando a padroneggiare ogni singolo aspetto del gioco.

Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, Come Gira: Griftlands è un gioco leggerissimo che riuscirebbe a girare senza problemi anche su hardware con diversi anni sulle spalle. Inutile dire che sulla configurazione di prova non è stata riscontrata alcuna criticità.

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Pro

  • Gameplay semplice e immediato. / Ottimo comparto narrativo. / Colonna sonora pazzesca

Contro

  • Alcune combinazioni di carte sbilanciate. / Causa dipendenza!
8.6

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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