Logitech G515 Lightspeed TKL e G309 Lightspeed – Recensione

Oggi proviamo la nuova tastiera G515 di Logitech e il mouse G309, due dispositivi wireless che possono interessare a una vasta platea di persone, non solo strettamente i videogiocatori. Il motivo per cui riteniamo questi prodotti “trasversali” è che dispongono di almeno due modalità di connessione senza fili e, limitatamente alla tastiera, anche la possibilità di collegarla direttamente a un PC con un cavo USB. Il sistema di trasmissione Lightspeed ha bisogno di una porta USB libera per collegare un piccolo ricetrasmettitore, mentre la modalità Bluetooth è un protocollo universalmente diffuso che, nelle sue ultime iterazioni, è diventato anche abbastanza veloce per supportare qualsiasi tipo di impiego.

Questo significa che possiamo usarli tanto con il nostro PC da gamer, quanto con altri dispositivi portatili, assegnando loro funzioni appositamente pensate per l’impiego corrente e, perché no, effetti d’illuminazione consoni all’ambiente. Ma, come vedremo nei paragrafi che seguono, uno degli aspetti più evidenti è l’attenzione al dettaglio: sembra proprio che Logitech abbia previsto tutto. Con precisione svizzera, verrebbe proprio da dire.

LA TASTIERA G515 LIGHTSPEED TKL

Il dispositivo deve il suo nome a due caratteristiche principali: il supporto della connessione senza fili proprietaria Lightspeed e il layout compatto dei tasti, privo di tastierino numerico e per questo definito “Ten-Key Less”, o TKL. Le dimensioni sono estremamente compatte: 36,8 x 15 cm, con un’altezza minima di 2,2 cm. Il peso è inferiore al chilo, ma il fondo in metallo e i piedini antiscivolo permettono un piazzamento solido sulla scrivania, e due piedini retrattili permettono di darle un’inclinazione maggiore – ma senza esagerare, altrimenti una posizione poco ergonomica farebbe male ai polsi. Nella sua edizione italiana, è disponibile soltanto nella versione “Tactile”, dotata di tasti meccanici a profilo basso con attivazione a 45g e copritasti in PBT retroilluminati. Potremmo aggiungere anche che è disponibile in due colori, bianco e nero, ma raramente abbiamo avuto esperienze positive con tasti bianchi e retroilluminazione, per cui consigliamo la versione bianca soltanto a chi ama questo colore e preferisce tenere i pulsanti “spenti”, visibili cioè unicamente per contrasto durante il giorno e, al limite, attivare la retroilluminazione solo nelle ore notturne o in ambienti scarsamente illuminati. La versione nera, che poi è quella che abbiamo avuto noi a disposizione per la prova, richiede che la retroilluminazione sia sempre accesa per poter individuare lettere e numeri, ma se non altro l’effetto è più gradevole alla vista. Almeno secondo la modesta opinione di chi scrive. I simboli illuminati si trovano tutti sulla parte alta dei keycap (dove dimorano i LED sottostanti) mentre le funzioni ‘accessorie’ che si attivano coi tasti Alt ed FN sono semplicemente stampate sulla parte bassa o sul lato inferiore, per altro in un grigio scarsamente contrastato, per cui richiedono un po’ di attenzione per essere viste.

Il tocco è netto, piacevole, preciso e abbastanza silenzioso: scordatevi le tastiere low-profile con cui basta sfiorare un tasto per ritrovarsi un errore sullo schermo, l’attivazione richiede un colpo secco ed è piuttosto difficile che vengano inviate pressioni “fantasma” di pulsanti attigui, cosa che limita gli errori durante la digitazione e indubbiamente aiuta durante il gioco. Poi, per carità, gli errori di digitazione capitano comunque – soprattutto quando si sta ancora facendo l’abitudine alla tastiera – ma, statisticamente parlando, sono episodi sporadici. Nella scatola, interamente in cartone e materiali riciclabili, troviamo anche un cavo USB A-C lungo 1,8m e un adattatore femmina-femmina USB C-A a cui è possibile collegare il ricetrasmettitore a bottone. In pratica, quando il cavo non serve a ricaricare la batteria interna della G515, può fare da “prolunga” per i ricetrasmettitore, accorciando quindi la distanza che il segnale deve percorrere via etere dalla tastiera al computer. Può tornare utile quando quest’ultimo si trova sotto la scrivania, in una posizione in cui può diventare scomodo accedere alle porte USB. Deboluccia, purtroppo, l’autonomia: solo una quarantina di ore tra una ricarica e l’altra. Ma per effettuare questa operazione si può usare un comune caricabatterie per il cellulare (non fornito di serie), senza dover necessariamente occupare una porta USB del computer.

 

IL MOUSE G309 LIGHTSPEED

Partiamo con la nota a prima vista negativa: questo mouse è unicamente wireless, alimentato da una batteria alcalina di tipo AA già inclusa nella confezione (una Duracell, non una ditta sconosciuta e improbabile come spesso avviene). Questo significa che, una volta finita la batteria, sarà da buttare e sostituire, a meno che non provvediamo noi a usare pile AA ricaricabili – con tutte le spese accessorie che la cosa comporta. In realtà, Logitech offre un’alternativa chiamata Powerplay: una batteria a bottone che si installa sul lato inferiore del mouse (dove c’è un apposito vano circolare) e che si ricarica costantemente durante l’uso della periferica, abbinandogli un apposito caricatore con tappetino ad hoc.

Un’opzione un po’ da ricchi: il solo sistema di ricarica costa circa 100 euro, ma non l’ha certo ordinato il medico di usarlo e volendo ci si può accontentare delle comuni batterie, visto che le alcaline durano fino a 300 ore

Un’opzione un po’ da ricchi: il solo sistema di ricarica costa circa 100 euro, ma non l’ha certo ordinato il medico di usarlo e volendo ci si può accontentare delle comuni batterie, visto che le alcaline durano fino a 300 ore. Detto questo, il G309 ha tutte le carte in regola per essere un ottimo mouse da gioco: una forma ergonomica e quasi simmetrica (“quasi”, per il solito discorso che i pulsanti laterali si possono usare soltanto con il pollice della mano destra), un peso di soli 85 grammi batteria compresa (68, se si usa Powerplay), doppia connessione Lightspeed/Bluetooth e, soprattutto, un sensore ad alta precisione fino a 25.600 DPI che quasi certamente userete a una frazione della sua risoluzione.

UN SOLO BOTTONCINO PER DOMARLI TUTTI

Una delle peculiarità di questi due prodotti è l’interoperabilità dei loro trasmettitori a bottoncino. Non è necessario occupare due porte USB per usare entrambi i prodotti. Basta decidere quale dei due dongle usare e impostare l’altro prodotto per funzionare con lui.G309 È proprio in questa modalità di lavoro che abbiamo provato le due periferiche e non ce ne siamo mai dovuti pentire. L’unico piccolo fastidio è nato quando abbiamo impostato il mouse per funzionare con il trasmettitore della tastiera e, per qualche motivo, il software ha resettato le impostazioni di quest’ultima. Entrambi dispongono di un vano in cui riporre il ricetrasmettitore quando non lo si usa (durante la ricarica la G515 può funzionare con il cavo USB, ma anche quando è in uso la modalità Bluetooth), per cui non c’è il rischio di perderlo. L’idea è molto buona, perché può tornare utile anche in quest’ultimo, sfortunatissimo caso.

 

IL SOFTWARE G-HUB

Merita un paragrafo a sé anche il software G-HUB, scritto molto bene e con logiche piuttosto facili da comprendere. Al primo avvio, ci verrà chiesto di aggiornare il firmware del G309 per poterlo personalizzare. La richiesta ci ha lasciati un po’ spiazzati, ma l’operazione dura solo un paio di minuti e non costituisce un pericolo concreto: dobbiamo solo assicurarci che la batteria sia carica e che il computer non si riavvii per il tempo necessario a compierla.

G309

Finito l’aggiornamento, è possibile scegliere cinque livelli di sensibilità diversi, ciascuno indicato da un colore diverso del led di cui è dotata le periferica. L’intervallo può essere impostato a piacere tra i 100 e i 25600 DPI, a step di 50. Per rendere più facile l’operazione, G-HUB permette anche di impostare un minimo e un massimo, nonché di disattivare gli slot che non ci servono. Se, per esempio, preferissimo scegliere tra due o tre soli livelli di DPI, possiamo escludere gli altri.

G309

Può tornarci utile con gli FPS per andare in “modalità cecchino”: si attivano due sole risoluzioni, rispettivamente a 250 e a 1600 DPI, e possiamo usare la più bassa nei colpi di precisione per avere un movimento più lento del puntatore. Il G309, un tasto specifico per la modalità cecchino non ce l’ha, ma il software consente di impostare due risoluzioni preferite e di assegnarle ad altrettanti pulsanti.

Merita indubbiamente una menzione la modalità gioco, che si attiva con un piccolo pulsante circolare con il disegno di un joystick

Si possono anche impostare dei comandi personalizzati per giochi e applicazioni, ed entrano in funzione quando viene lanciato il loro eseguibile. Quanto alla tastiera, il software consente di personalizzare gli effetti di illuminazione, creare profili, registrare macro, assegnare funzioni e impostare tutte le opzioni possibili del dispositivo. Merita indubbiamente una menzione la modalità gioco, che si attiva con un piccolo pulsante circolare con il disegno di un joystick: normalmente si premura di disattivare i tasti Esc e Windows, ma tramite G-HUB possiamo usarlo per mascherare tutti i tasti che non ci servono, e che potrebbero essere premuti per sbaglio. La gestione dei profili è semplice e abbastanza immediata, e comprendono le impostazioni di entrambe le periferiche. In questo modo, basta scegliere un solo profilo per avere mouse e tastiera configurate di conseguenza.

IN CONCLUSIONE, G309 e G515

Anche presi singolarmente, G309 e G515 sono ottimi prodotti. Quindi, se vi servissero un mouse o una tastiera con le medesime caratteristiche, potreste acquistare uno di loro e usarlo felicemente. Ma considerato il livello di integrazione con il software e la peculiare interoperabilità del trasmettitore, abbinarli è la scelta più naturale.

Voto 9

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