Quello iniziato cinque anni fa è un viaggio straordinario che oggi raggiunge una degna conclusione
SO FALLS THE WORLD
Le passeggiate tra le strade di Chongqing, sotto la pioggia battente, mentre le tante insegne al neon illuminano la triste notte di una metropoli costantemente sorvegliata dal Grande Fratello cinese, l’elaborazione di un assassinio tra le fredde mura di cemento di un complesso industriale in disuso, la fuga tra i vigneti baciati dal sole argentino dopo essersi lasciati alle spalle una festa in cui è capitato qualche incidente mortale di troppo, sono tutte esperienze uniche che IO Interactive ha reso caparbiamente possibile nonostante mille difficoltà.

Ogni indagine di omicidio parte dall’accurata analisi della scena del crimine, e questo 47 lo sa bene.
L’inamovibile volontà di portare a termine la trilogia del “World of Assassination” oggi produce i suoi frutti, nella misura in cui Hitman 3 rappresenta da un lato l’apice produttivo della realtà danese, dall’altro il giusto epilogo delle vicende di 47 e compagni. Quello iniziato cinque anni fa è dunque un viaggio straordinario che oggi raggiunge una degna conclusione. Naturalmente ci saranno ancora i contenuti in stile live service a cui IOI ci ha abituato nell’ultimo lustro, tra escalation, contratti e bersagli elusivi, ma è con una lieve nota di malinconia che mi congedo dal glaciale assassino col codice a barre e dalle incredibili avventure virtuali vissute in sua compagnia. Perché sì, è vero: la perfezione non esiste, ma Hitman 3 ci va dannatamente vicino. Quindi arrivederci, 47, con la speranza di non dover attendere a lungo un tuo ritorno sui nostri monitor.
In breve: Hitman 3 danza asintoticamente con il concetto di perfezione, avvicinandovisi spesso senza mai carpirne davvero l’essenza. Il capitolo conclusivo della trilogia si dimostra ugualmente di altissimo livello, presentando una conclusione davvero soddisfacente alle vicende che hanno visto 47 e compagni andare a caccia dei membri di Providence nel corso dell’ultimo lustro. I ragazzi di IO Interactive sono riusciti a migliorare e perfezionare una formula ormai consolidata, sebbene non manchi qualche sbavatura che tuttavia viene eclissata dall’incredibile qualità di un’opera senza eguali nel panorama videoludico moderno.
Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, Come Gira: Il Glacier Engine è un motore rodato che non ha restituito alcun problema impostando tutti i dettagli al massimo a una risoluzione di 1440p con super campionamento al 150%, mantenendosi fluidamente ancorato ai 60fps.