Da conte di una landa sconosciuta a sovrano indiscusso del Sacro Romano Impero. Da esemplare della virtù a infanticida. In Crusader Kings III ogni mossa nasconde un insidia, ma anche tantissime soddisfazioni.
Sviluppatore / Publisher: Paradox Development Studio / Paradox Interactive Prezzo: € 49,99
Localizzazione: Assente Multiplayer: Online PEGI: 16+ Disponibile su: PC (Steam / Microsoft Store)
Tra tutti i grand strategy prodotti da Paradox Interactive, la serie di Crusader Kings è senza dubbio la mia preferita. Nel secondo capitolo ho investito un quantitativo di ore a dir poco esorbitante prima che potesse stufarmi, e se tanto mi dà tanto su questo seguito ne spenderò perlomeno altrettante.
Prima di buttare giù questa recensione ho giocato per più di cinquanta ore, e sono certo di aver appena scalfito la superficie dei contenuti presenti in Crusader Kings III. Sì perché la terza incarnazione della serie si presenta con molta più ciccia rispetto a quanta ne offrisse il diretto predecessore al lancio, poi espanso a dismisura con una mole incredibile di DLC. Basti pensare che sin da subito la mappa di gioco include tutta l’Europa, l’Africa a nord del Sahara e una parte consistente dell’Asia che arriva fino alla Birmania. Ora immaginate che in questi territori sono presenti diversi imperi, decine di regni, centinaia di ducati e innumerevoli contee, ognuno con un proprio imperatore, re, duca o conte, ciascuno dei quali è giocabile (con poche eccezioni come i sovrani di teocrazie o i governatori repubblicani).
POTERE ASSOLUTO
Crusader Kings III si presenta come un grand strategy in tempo reale di stampo piuttosto classico. All’inizio della partita bisogna scegliere un regnante tra i tantissimi disponibili e cercare di far fiorire la sua dinastia. Per farlo è chiaramente necessario prendersi cura del suo dominio gestendo i rapporti con gli eventuali vassalli e feudatari, e magari espandere i confini dei suoi possedimenti attraverso guerre di conquista, intrighi di palazzo o azioni diplomatiche. Il nostro personaggio, però, non è immortale: una volta che avrà tirato le cuoia, per cause più o meno naturali, passeremo a controllare il suo erede. Il gioco di Paradox ci mette dunque a capo di una dinastia da far fiorire e prosperare lungo il corso dei secoli per tutto il medioevo e fino alla prima metà del 1400.
Nella modalità di gioco Ironman, quella classica, una dinastia senza eredi è destinata a estinguersi. In caso ciò accada, alla morte dell’ultimo membro della propria famiglia si incorre nell’inevitabile game over.
Vi sono diverse nuove meccaniche che hanno un forte impatto sulla partita
Continua nella prossima pagina…
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