Immortal Realms: Vampire Wars ha avuto il grande merito di farmi riprendere in mano una recensione del mitico Stefano “Duspa” Lisi di 22 anni fa. Ce ne vuole, eh.
Sviluppatore / Publisher: Palindrome Entertainment / Kalypso Media Prezzo: 34,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam, GOG), PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch
I vampiri sono certo creature affascinanti che hanno esercitato grande attrazione sul grande pubblico, e non sono mancate rappresentazioni delle loro diverse sfaccettature.
In Immortal Realms: Vampire Wars ci caliamo negli oscuri panni di tre fazioni che richiamano alla memoria varie figure iconiche della letteratura e del cinema. Dubito però che lasceranno il loro segno nel Mito.
PIANI AMERICANI COSÌ INTENSI COSÌ ITALIANI
Nelle ultime settimane abbiamo accennato a questo gioco nelle nostre news, ma riassumo per chi se lo fosse perso: il gioco in questione riporta alla memoria franchise come Heroes of Might and Magic o King’s Bounty. Le campagne si svolgono in una mappa divisa in province su cui i nostri generali si muovono a turni: partendo dalla propria roccaforte devono annettere territori per godere di specifici vantaggi, e combattere contro le armate nemiche. In questa fase si passa a gestire lo scontro, sempre a turni, in una scacchiera dove muoviamo le singole unità per avere la meglio sul nostro avversario. Tutto piuttosto classico, insomma. L’ambientazione a contorno invece vi stupirà: fantasy medievale. Ehm. In realtà l’aspetto che non t’aspetti c’è, perché noi impersoniamo proprio il vampiro Vlad Dracul, il quale domina incontrastato vaste regioni da lunghi decenni, e già dalle battute iniziali è ai ferri corti con l’Impero umano, deciso a liberare villaggi e città dal giogo dei pallidi succhia sangue. Strano, eh?
La gestione del nostro regno si basa su un’unica risorsa: il sangue. La scelta è invero tematica, ma alle volte forzata: posso capire che il siero vermiglio sia utilizzato per reclutare soldati o per trasformare umani in vampiri che facciano da nuovi comandanti d’armata, ma che senso ha che sia la valuta corrente con cui pagare armature e nuovi edifici?
L’impianto ludico è caratterizzato da una marcata semplificazione: il tech tree è banale e manca l’interazione fra i sistemi di gioco
Un sistema di carte che fanno da azioni speciali cerca di essere un ingrediente distintivo, e ho apprezzato lo spunto, ma l’impatto globale non sposta il peso della bilancia. Mancano all’appello anche quest secondarie o linee narrative che avrebbero potuto delineare aspetti più personali dei principali protagonisti, rendendoli più complessi e tridimensionali.
Continua nella prossima pagina…
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