Iron Harvest – Recensione

PC PS4 Xbox One

La Prima Guerra Mondiale fu la guerra della piccola gente, dei giovani al fronte e dei civili sfollati. Iron Harvest 1920+, però, prende una piega diversa

Chi conosce la Prima Guerra Mondiale sa che, più di gran parte delle guerre che l’hanno preceduta, è una guerra della piccola gente. Non perché sia scoppiata nel loro nome, ovviamente; ma perché è la guerra dei giovani fra i diciotto e i venti anni che passano mesi in trincea, fin quando arriva il fatidico ordine di scavalcare l’orlo e correre addosso alle difese nemiche, sui campi di Passchendaele, nelle pianure della Galizia e lungo il fiume Isonzo; è anche la storia dei civili vicini al fronte, costretti ad abbandonare – per scelta o per forza – le loro case, andare in profugato e, alla fine della guerra, tornare in una terra devastata da una tempesta d’acciaio durata mesi, anni.

UOMINI CONTRO

Sia chiaro: so che il mondo di 1920+ non è la Prima Guerra Mondiale come l’abbiamo conosciuta noi, ma allo stesso tempo non penso che sarebbe stato impossibile riproporre temi simili. Tant’è che Iron Harvest stesso non disdegna di farlo: nel trailer all’inizio di questa recensione, il protagonista è proprio un ragazzino la cui vita viene improvvisamente sconvolta dal conflitto. Qualcosa di simile succede nella prima campagna, dedicata alla Polania, che inizia proprio con la giovane protagonista Anna Kos costretta a salutare il fratello Janek, diretto al fronte nonostante le proteste del padre. Fronte da cui non tornerà più.

Iron Harvest 1920+ recensione

Se non siete sicuri di come superare una missione, accumulare i mech più grossi che avete a disposizione è una buona strategia.

Organizzazioni segrete, complotti internazionali, macchinari fantascientifici: tutto molto bello, ma avrei preferito una narrazione più terra-terra

Il problema è che poi la storia prende un’altra piega. Sembra quasi che il dipartimento narrativo di KING Art Games si sia fatto prendere la mano dall’aspetto fantascientifico del gioco, inserendo misteriose forze equipaggiate con armi tecnologicamente avanzatissime, un’organizzazione segreta che trama per far ripiombare l’Europa orientale nel vortice della guerra e tirando fuori dal cassetto quel Nikola Tesla che è un po’ una costante quando si tratta di stupefacente progresso tecnologico. Un po’ un peccato, onestamente; la storia ha dimostrato come non ci sia affatto bisogno di nefasti complotti segreti per far piombare il mondo nella guerra, e avrei preferito la narrazione si mantenesse un po’ più terra-terra.

Non fraintendetemi. Le mie critiche, se così vogliamo chiamarle, sono rivolte principalmente alla scelta dei temi; non tanto alla loro narrazione – come ho già detto ben presentata – né tantomeno alla campagna in sé. Si vede che c’è impegno dietro: le missioni sono tante, lunghe il giusto, impegnative, incentivano la rigiocabilità grazie a sfide facoltative e la varietà non manca. Sotto questo aspetto, nulla da dire: se cercate un RTS che vi tenga impegnati per un buon numero di ore con il solo contenuto singleplayer, Iron Harvest 1920+ è una delle migliori scelte sul mercato. Tanto più che l’offerta non si limita alla campagna: sono presenti infatti anche sfide aggiuntive, mappe singole dove dovremo dare prova delle nostre abilità come comandanti. Per ora sono solo tre, ma KING Art Games ha intenzione di aggiungerne altre, e riuscire a padroneggiarle sarà fondamentale per riuscire a sbloccare gli abbellimenti estetici più ambiti.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Ottima ambientazione / Colonna sonora di tutto rispetto / Ricco contenuto singleplayer.

Contro

  • Contenuti multiplayer limitati / Gameplay non troppo pulito.
8.2

Più che buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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