Il Medico della Peste è tornato, e questa volta la minaccia è molto più letale di un banale virus. In The Serpent Rogue combattiamo la Corruzione a suon di pozioni alchemiche!
Sviluppatore / Publisher: Sengi Games / Team17 Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente Piattaforme: PC (Steam), PS5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch Data di Lancio: Già disponibile
La corruzione, si sa, è un male difficile da debellare che affonda le radici negli albori della storia, tanto che ve ne è traccia anche nell’antica Grecia, quando Arpalo offrì ai suoi carcerieri metà del bottino sottratto ad Alessandro Magno in cambio della libertà.
In The Serpent Rogue, però, la Corruzione, con l’iniziale maiuscola, è intesa nella sua accezione primaria di deterioramento e decomposizione, e sta minacciando l’esistenza del Monte Morbus trasformando lande un tempo fiorenti in deserti brulicanti di creature ridotte a zombie. Questo il mondo immaginato nel primo lavoro del team ucraino Sengi Games, distribuito da Team17.
C’È IL MEDICO DELLA PESTE!
Protagonista del gioco, e ultima speranza per le martoriate terre, è un Custode senza nome esperto in alchimia, cucina, forgia e in generale qualsiasi ramo della nobile arte del crafting. E proprio vestendo i suoi panni, dal look azzeccato che ricorda il Medico della Peste, dobbiamo esplorare le poche aree ancora non toccate dalla Corruzione alla ricerca di ingredienti, materiali ma soprattutto indizi, già che non vi è praticamente alcun briefing a parte uno stringato quest log e alcuni dialoghi piuttosto criptici, e qualsiasi dettaglio vi rivelassi degenererebbe nello spoiler.
PRENDO DEL FORMAGGIO, AGGIUNGO PELI DI RATTO E…
Si passa così la prima mezz’ora di gioco a raccogliere tutte le piante e gli oggetti che ci capitano a tiro, analizzandoli ed esaminandoli per scoprirne le proprietà, e tentando di combinarli, mescolarli, cuocerli e mangiarli per valutarne le reazioni. La maggior parte delle volte non si ottiene nulla di interessante o commestibile, ma mixando questo con quello affidandosi più al caso che al ragionamento ecco che si imparano formule di pozioni e pietanze che aiutano a risolvere alcune semplici quest: preparare antidoti o sfamare animali che poi diverranno nostri amici, aiutandoci in battaglia se adatti al combattimento, o magari deponendo delle uova fresche da condividere con i numerosi NPC in cambio di altri favori. E la storia prende, lentamente, il via.
MA QUANTE TE NE SERVONO? E QUANTO MANGI?
Il problema è che il nostro alchimista non conosce nulla del mondo che lo circonda, e per rivelare appieno le statistiche degli oggetti bisogna prima recuperarne in grande quantità, operazione che richiede tempo e lunghi spostamenti non sempre ricchi di azione. A complicare la situazione i vari utensili che possiamo costruire, come pale, accette o armi, sembrano fatti di cartone e si logorano velocemente obbligandoci a recuperare materiali in continuazione. Infine dobbiamo anche pensare a nutrirci, scoprendo che abbiamo il metabolismo di un’intera squadra di rugby, e finiamo sempre alla ricerca di qualcosa, in un costante deficit di item nel nostro inventario.
THE SERPENT ROGUE… LIKE
Tra una frittata e una pozione ricostituente non andrebbe dimenticato che siamo qui per salvare il mondo dalla Corruzione. Una volta entrati nelle zone infestate, il gameplay vira verso il genere roguelite in quanto mostri, item e loot cambiano di volta in volta, pur rimanendo le mappe sempre uguali. Un timer in testa allo schermo indica quanto manca al prossimo reset, che nel gameplay è rappresentato da una terribile tempesta da cui fuggire prima che si abbatta su di noi.
Spendiamo quindi molto del nostro tempo in un continuo entrare ed uscire, nella speranza spesso vana di trovare tutto ciò di cui necessitiamo per progredire nella main quest. Giusto per non lasciar nulla che possa giocare a nostro favore, c’è un limite – basso, ci mancherebbe! – al peso che possiamo trasportare, dopodiché inizieremo a muoverci con una lentezza tale da costringerci a lasciare a terra qualcosa per rimetterci in marcia.
GUARIRE, UCCIDERE O FUGGIRE
Sebbene il Custode sia principalmente uno studioso, se attaccato da un mostro corrotto non si tira certo indietro ed è in grado di parare e colpire con varie armi, sempre che sia riuscito a forgiarle una volta trovati materiali, progetti e combustibile. Riguardo i combattimenti, tengo a sottolineare due aspetti: il primo riguarda una marcata debolezza del nostro personaggio, che ricevendo un paio di colpi si trova già in pericolo di vita. Scelta di gameplay comprensibile dato che non stiamo controllando un tank, ma in caso di sconfitta si perde tutto l’inventario, che rimane nel punto in cui siamo deceduti, pronto a sparire per sempre nel caso si muoia nuovamente prima di recuperarlo. Considerato il grinding selvaggio richiesto per trovare item interessanti, è una vera tragedia, nonostante faccia parte della filosofia roguelike.
Il secondo appunto riguarda la lentezza dei nemici, che possiamo seminare senza troppa fatica. Se da un lato compensa il problema appena esposto, dall’altro toglie un po’ di mordente alle esplorazioni, dato che sappiamo che alla peggio ce la daremo a gambe. In ogni caso uno dei trofei richiede proprio il completamento del gioco senza uccisione alcuna, quindi questo aspetto può tornarci utile. Il modo più nobile per aver ragione delle creature è rimuovere loro il seme della Corruzione a suon di pozioni, per poi provare a renderle nostre alleate.
POCHI POLIGONI, MA CHE RISULTATO!
A fronte di un polycount decisamente modesto, il risultato sul piano visivo è evocativo e rende The Serpent Rogue accessibile su qualsiasi PC che non sia una caffettiera. Anche il sonoro svolge bene il proprio ruolo, soprattutto quando veniamo triggerati dai mostri, in un loop incalzante che mette ansia come la famosa musichetta de Lo Squalo. L’unico aspetto grafico che mi ha lasciato perplesso è la gestione della telecamera, che si alza sopra la nostra testa man mano che diminuiamo lo zoom, paradossalmente rendendo meno visible l’ambiente in lontananza rispetto a quando la avviciniamo di più. Non è tutto perfetto, come vedete, ma è un debutto di tutto rispetto e gli appassionati del crafting avranno pane per i loro denti.
In Breve: The Serpent Rogue incentra tutta l’esperienza su raccolta di risorse e crafting, relegando ogni altro aspetto del gameplay a ruolo di comprimario. Poi però mette continuamente bastoni tra le ruote inserendo difficoltà nel reperire i materiali, un inventario limitato e un sistema di loot che premia più la fortuna dell’abilità. Il risultato è una sorta di adventure roguelike che può essere molto divertente quando tutto fila liscio e si recupera velocemente ciò che serve, o estremamente lento e frustrante se non si riesce a progredire perché quell’ingrediente comune non si trova da nessuna parte. Piacerà sicuramente a chi preferisce l’alambicco alla spada, gli altri forse lo troveranno monotono.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: I7, 8GB RAM, GeForce GTX 1050, SSD
Com’è, Come Gira: Assolutamente fluido e reattivo, grazie a scelte grafiche che utilizzano poche risorse garantendo al contempo qualità artistica.