Kirby e la nuova stoffa dell'eroe - Recensione

3DS

Devo ammetterlo, da quando Switch è entrato – o entrata? Il sesso delle console mi confonde da sempre – in casa mia, il buon vecchio 3DS è lentamente, ma inesorabilmente sparito dal fulcro delle attività casalinghe. Se prima la console portatile di Nintendo si trovava sempre a portata di mano per una partita veloce, ora quel ruolo le è stato sottratto dalla sua cugina home che non si rassegna a passare le giornate poggiata alla sua base. Benché abbia perso il suo ruolo di principale intrattenitore da passeggio, il 3DS non appare al momento del tutto convinto di percorrere il viale del tramonto, forte anche dell’atteggiamento di Nintendo che ha negato più volte negli ultimi anni di volerlo abbandonare, dedicandogli periodicamente spazio anche all’interno dei Direct.

TUTTO, FORSE TROPPO

Traducendo in altri termini quanto detto nel cappello introduttivo, per quanto questo non possa essere il suo periodo migliore, il 3DS è ancora vivo e lotta insieme a noi. Lo prova il fatto che Nintendo ha rarefatto, ma non interrotto la produzione di giochi per la console e qua e là spuntano ancora titoli di un certo peso. Come Kirby e la nuova stoffa dell’eroe, porting realizzato da Good-Feel del quasi omonimo gioco uscito nel 2011 su Wii. All’epoca la bizzarra avventura della batuffolosa icona rosa di Nintendo aveva rappresentato uno dei numerosi esperimenti a cui la serie era stata sottoposta negli anni. In questo caso, Kirby si ritrovava catapultato in un mondo fatto di stoffa e bottoni, ridotto lui stesso a un filo di lana, senza tuttavia perdere le sua prodigiose abilità.

KIRBY SI RITROVAVA CATAPULTATO IN UN MONDO FATTO DI STOFFA E BOTTONI, RIDOTTO LUI STESSO A UN FILO DI LANA, SENZA TUTTAVIA PERDERE LE SUA PRODIGIOSE ABILITÀ

E a più di sette anni di distanza, Kirby e la stoffa dell’eroe si gioca ancora con estremo piacere. Le idee legate ai poteri e alle trasformazioni di Kirby il gomitolo non sono invecchiate di un giorno, né sembrano essersi inaridite: come spesso accade con i platform Nintendo, ciascuna manciata di livelli – ma a volte anche il singolo stage – è costruita su un’idea geniale, sviluppata e abbandonata nel giro di qualche decina di minuti, laddove altri su una di queste singole intuizioni avrebbero costruito un gioco intero, magari declinato persino in più capitoli annuali. Non si tratta però di una distribuzione un tanto al chilo: benché utilizzata per breve tempo, ciascuna meccanica è rifinita e inquadrata perfettamente nel suo (mini-)contesto di utilizzo. E qui arriva il principale problema di questa nuova stoffa. Per movimentare un po’ le acque, Good-Feel ha introdotto nel gioco sei delle più classiche abilità di Kirby, il cui utilizzo non è tuttavia legato a situazioni contingenti ai livelli, ma solamente alla volontà del giocatore. Ciò significa che spesso si scopre di avere a disposizione strumenti che consentono di aggirare i precisi meccanismi ad orologeria di cui sono composti i livelli, rovinando un po’ il piacere della scoperta che in un titolo dalla difficoltà media tarata verso il basso costituisce uno dei principali stimoli.

IL DIAVOLO È NEI DETTAGLI

L’altra faccia della medaglia, tuttavia, è rappresentata dalla Modalità Demoniaca, disponibile fin da subito, che consente di affrontare l’intera avventura introducendo un piccolo, ma fastidioso diversivo sotto forma di diavoletto impegnato nel tentativo di distrarre Kirby dalla sua missione. In realtà, i diavoletti sono tre: uno che insegue Kirby cercando di pungerlo con le corna, uno che fa oscillare una palla acuminata dall’alto e un ultimo munito di una coda che usa come frusta. E non sono nemmeno i soli pericoli da cui Kirby debba guardarsi. Se nella modalità ordinaria Kirby è sostanzialmente immune agli attacchi, subendo come contraccolpo solo la perdita di una manciata di gemme in suo possesso, la Modalità Demoniaca lo munisce invece di una canonica barra di energia composta di cinque punti, terminati i quali il buon Kirby è costretto a riprendere la partita dall’inizio del livello.

SPESSO SI SCOPRE DI AVERE A DISPOSIZIONE STRUMENTI CHE CONSENTONO DI AGGIRARE I PRECISI MECCANISMI AD OROLOGERIA DI CUI SONO COMPOSTI I LIVELLI

Chiudono il pacchetto due mini-giochi. Il primo si chiama Fila, Dedede, fila! Ed è un semplice auto-runner che vede protagonista Dedede impegnato nel tentativo di raccogliere quante più perline da stiro possibile evitando di perderne per strada inciampando negli ostacoli. Un diversivo semplice, che porta alla mente – fatte le dovute proporzioni – echi di Sonic e delle sue ipercinetiche vibrazioni. Nel secondo, Meta Knight tritatutto, le possibilità offensive concesse al protagonista, tra fendenti e affondi, costituiscono una variazione sul tema di un modello tuttavia parecchio simile al precedente, almeno a livello concettuale. Se a livello contenutistico, Kirby e la nuova stoffa dell’eroe offre alcune, più o meno gradevoli, aggiunte, dal punto di vista tecnico il gioco è assolutamente identico a quanto visto su Wii. Gioca tuttavia a suo favore lo stile grafico originale, gradevole a vedersi e ben poco dispendioso in termini di risorse, caratteristiche mantenutesi pressoché intatte anche sullo schermo di dimensioni ridotte del 3DS, che nonostante tutto ciò che gli succede intorno, pare non avere intenzione di mollare il colpo.

È un po’ paradossale pensare che il punto più debole di un remake sia un’aggiunta, ma per Kirby e la nuova stoffa dell’eroe è proprio così. La possibilità di usare nuove abilità in livelli che non le prevedevano rompe quell’equilibrio perfetto del titolo originale. Per fortuna, il gioco base è ancora lì e volendo lo si può apprezzare esattamente come è stato concepito, oppure attraverso la Modalità Demoniaca che aggiunge un po’ di sfida, il che non guasta.

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Pro

  • La Modalità Demoniaca aggiunge sfida.
  • Graficamente ancora di alto livello.
  • Il gioco base non è invecchiato.

Contro

  • Le nuove abilità rompono l’equilibrio.
  • Lo stile grafico oggi risulta meno originale.
7.9

Buono

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