GLI AVENGERSI DI CRYSTAL DYNAMICS SONO UOMINI SPEZZATI, PRIMA ANCORA CHE EROI
Il punto di osservazione di Kamala consente al comparto narrativo di Marvel’s Avengers di
offrire una prospettiva nuova e diversa da quella dei film, dove l’epicità trasuda da ogni fotogramma. Gli Avengers di Crystal Dynamics sono uomini spezzati, prima ancora che eroi. Il registro dei dialoghi nel primo paio d’ore, passate in compagnia dei soli Kamala, Bruce (Banner) e Tony (Stark), ne è un ottimo esempio. Poi, all’aumentare degli eroi nel mazzo,
gli scambi tornano quelli abituali dei fumetti o dei film, ed è giusto così, perché alle passeggiate in cerca di un’identità perduta si sostituiscono gli scontri, sempre più imponenti e impegnativi.
AVENGERS PER SEMPRE
Sul campo di battaglia, perciò, gli Avengers tornano ad essere quelli ben noti, grazie all’ottima caratterizzazione di (quasi) tutti i sei protagonisti. L’impianto generale fatto dei canonici attacchi leggeri, pesanti, schivate e mosse speciali è condiviso tra tutti, ma a seconda dell’eroe scelto al momento (tra quelli disponibili) lo stile di combattimento cambia parecchio. Kamala con le sue braccia allungabili è ottima per gli attacchi a distanza, Hulk è un bestione che richiede di essere scagliato nel mezzo della battaglia, Iron-Man può sfruttare il volo concesso dalla sua armatura, Natasha è agile come una ballerina mentre Cap e Thor possono sempre affidarsi a scudo e martello per risolvere le situazioni più complesse.

e prime due ore si sganciano dalla classica avventura tutta scontri ed esplosioni, risultando parecchio piacevoli.
A UNA PRIMA OCCHIATA POTRà NON SEMBRARE, MA IN COMBATTIMENTO I VARI EROI RIESCONO A DISTINGUERSI PER VARIETà
Anche se all’atto pratico si finisce sempre a pigiare sui tasti con più o meno raziocinio a seconda della tipologia dei nemici che ci si trova di fronte, la caratterizzazione stilistica contribuisce a far avvertire le differenze di approccio consentite dall’uso di diversi personaggi. Con i suoi
inseguimenti spettacolari, gli intermezzi divertenti, e un buon climax che tiene alto il ritmo per l’intera durata, tutto sommato contenuta, la campagna singleplayer si lascia divorare col sorriso stampato sulle labbra: si tratta senza dubbio della componente al momento più interessante dell’offerta messa sul piatto da Square Enix, nonostante una gestione quanto meno bizzarra e atipica. Invece della canonica progressione narrativa delle missioni (come in
Tomb Raider o in
Uncharted, per intenderci),
in Marvel’s Avengers bisogna sempre interfacciarsi con un hub centrale attraverso cui scegliere la prossima destinazione, che conduce a una schermata preparatoria di selezione del gruppo di personaggi.
Continua nella prossima pagina…