Olija, titolo d’esordio di Skeleton Crew Studio, è un affascinante mix di culture, diretta espressione del suo team di sviluppo che ha base a Kyoto, ma è composto da europei, giapponesi e americani.
Sviluppatore / Publisher: Skeleton Crew Studio / Devolver Digital Prezzo: 14,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, Xbox One, Nintendo Switch
Lo ammetto: per un momento, durante i primi minuti di Olija, ho pensato che questa volta Devolver Digital avesse preso un granchio. Che per una volta il marchio del publisher statunitense più cool dell’intera scena indie avesse mancato il colpo, infrangendo la tradizione del re Mida che trasforma in oro ogni titolo che tocca. Ma ve la faccio breve: colpa mia che volevo tutto e subito.
Invece Olija se la prende con calma, forse per effetto di quel misticismo orientale di cui è intriso, e alla lunga devo ammettere che ha avuto ragione, avvincendomi per molte più ore di quelle che avrebbe richiesto il solo lavoro di recensione.
UOMINI ALLA DERIVA
Tutto inizia con una tempesta che conduce a un naufragio, poi i corpi si dimenano tra le onde e pochi, esausti, vengono da queste condotti a riva. Non è detto che coloro che sono sopravvissuti ai flutti siano i più fortunati, ma sono vivi, seppure lontani da casa. Terraphage è il luogo che li accolti, una terra in cui il misticismo orientale si incontra con le leggende piratesche europee. Le speranze della ciurma di ritornare sulla propria rotta sono affidate a Lord Faraday, personaggio solitario e taciturno, ma capace di menare le mani, abbastanza noncurante della propria vita da avventurarsi negli angoli più remoti di Terraphage per recuperare i propri compagni di sventura, ma soprattutto così testardo da voler capire quale destino avverso li abbia colpiti.
E poi c’è Olija, donna misteriosa il cui destino sembra incrociarsi fin troppo spesso con quello di Lord Faraday. Non che i misteri manchino in questa terra, popolata da genti strane e selvagge, forze malevole e strani mugugni che poco hanno a che fare con le lingue note nella parte conosciuta del mondo.
QUESTIONE DI FASCINO
Come facilmente intuibile dal paragrafo precedente, Olija punta molto sull’atmosfera e la scommessa si rivela vincente. Benché il gioco, nel suo complesso, non sia una rivoluzione copernicana, l’ambientazione in cui è immerso non assomiglia a nient’altro visto di recente. Il mondo di Terraphage ha di sicuro un che di orientaleggiante, sia per la lingua parlata che richiama i suoni del giapponese (e potrebbe esserlo in effetti, vista la provenienza dello sviluppatori di Skeleton Crew Studio), sia per lo stile di abbigliamento di alcuni personaggi o l’architettura di alcuni ambienti. In generale, però, sembra di trovarsi di fronte a una versione alternativa della storia, dove incroci culturali di cui si percepisce la provenienza hanno prodotto risultati diversi da quelli del mondo reale.
Continua nella prossima pagina…
- 1 2