Sempre più impegnata nel recupero e restauro di proprietà intellettuali storiche, Capcom offre una remaster dedicata a uno dei suoi classici dei tempi andati. Onimusha 2: Samurai’s Destiny non poteva che rappresentare il prossimo videogioco a essere perfezionato per il mercato odierno: forte dell’annuncio di un nuovo capitolo, e dopo aver riportato sulla bocca di tutti il primo episodio solamente qualche anno fa, Capcom resuscita la saga di samurai e demoni con l’evidente auspicio di farla sopravvivere nel panorama videoludico odierno.
Sviluppatore / Publisher: Capcom Prezzo: € 29,00 / Localizzazione: Testi in italiano Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), Xbox One, PS4, Nintendo Switch Data di lancio: 23 maggio
Samurai’s Destiny è da molti considerato il punto più alto della serie, e a buon ragione. Se il primo capitolo sapeva difendersi bene, pur non riuscendo a nascondere del tutto la sua natura sperimentale, solamente con l’arrivo delle avventure del nuovo protagonista, Jubei Yagyu, il team guidato dal nuovo director del progetto, Motohide Eshiro, potè spendersi nella creazione di un’avventura più completa e stratificata. Laddove il titolo originale costituiva una semplice versione cappa e spada di Resident Evil, caratterizzandosi per un sistema di combattimento basilare e un’avventura della breve durata, Onimusha 2 raccoglieva l’eredità del predecessore, espandendo una formula che aveva già dimostrato di stare in piedi.
E in effetti l’esperienza di gioco – pur non discostandosi radicalmente da quanto visto in precedenza – godette di tutte le novità incluse alla formula già rodata. Samurai’s Destiny è da molti considerato il punto più alto della serie, e a buon ragione.
FOLKLORE E FANTASY DEL SOL LEVANTE
L’avventura prende il via in un villaggio di minatori, dove il maestro di spada fa la conoscenza di altri guerrieri. Particolarità di questo secondo capitolo è in effetti la possibilità di influenzare lo scorrere degli eventi interagendo con i co-protagonisti, per di più giocabili nel caso si riesca a creare rapporti di simpatia per mezzo di regali raccolti o acquistati nel villaggio iniziale. Ogni combattente presenta particolarità uniche sul campo di battaglia e una storia tutta da indagare; il videogioco prevede che essi spuntino in aiuto del giocatore nel caso le battaglie si facciano troppo ardue per essere portate a termine da soli. È un caso più unico che raro, dato che a difficoltà normale Onimusha 2 Samurai’s Destiny offre un livello di sfida piuttosto basilare, con armi da mischia elementali e dalla lunga distanza da sfoderare contro orde di nemici mostruosi. A variare l’azione giungono in soccorso tecniche aggiuntive sbloccabili ritrovando pergamene durante l’avventura; solo quando ci si dedica ad obiettivi secondari – come la raccolta di armi opzionali – il gioco richiede uno sforzo in più.

Tra i doni disponibili per i propri compagni si può trovare davvero di tutto. La loro reazione può variare anche in base al momento in cui deciderete di fare il primo passo.
In questi unici casi sono previste sequele di scontri in torri dell’oltretomba opzionali che mettono alla prova anche i più temerari samurai, e in tal senso il sistema di difesa e contrattacco previsto dalla serie – il celeberrimo Issen, basato sulla pressione di pulsanti con tempismo perfetto – può tornare utile, se ben padroneggiato. In generale le cose si fanno più interessanti e stratificate ai livelli di sfida più alti (ce n’è uno anche per i masochisti delle run no damage, dove si deve evitare di essere toccati dai nemici), ma è possibile portare a termine la storia principale in meno di dieci ore senza troppi problemi. solo quando ci si dedica ad obiettivi secondari il gioco richiede uno sforzo in più
VOLTI STORICI E OMBRE DEMONIACHE
Per il resto, l’operazione revival della casa giapponese è in diretta continuità con ciò che fu proposto per la rimasterizzazione del primo capitolo, Onimusha Warlords. Il videogioco presenta un sistema di controllo che mischia tank control sui pulsanti del d-pad e una navigazione più snella e scattante se ci si affida alle levette analogiche: in tal senso, è comodo poter passare tra un sistema e l’altro, poiché il continuo cambio di regia determinato dall’utilizzo di fondali prerenderizzati rende la navigazione a volte confusionaria se affidata ai soli analogici. È possibile anche cambiare arma nel mezzo dell’azione, potendo scegliere tra quelle da mischia e quelle da lungo raggio d’attacco, ma a essere del tutto onesti ci è sembrato che questa inclusione sia poco compatibile con il gameplay del gioco originale, specie quando per farlo bisogna prendersi del tempo mentre i nemici scorrazzano indisturbati. Nel caso lo si volesse, si può comunque mettere il gioco in pausa come nel 2002 e semplicemente selezionare l’arma desiderata

Gli sfondi prerenderizzati animati sono il fiore all’occhiello del gioco, per quanto i limiti della rimasterizzazione si facciano sentire.
Oltre all’aggiunta di salvataggi automatici che assicurano che chiunque possa arrivare ai titoli di coda, i modelli poligonali dei personaggi principali sono stati leggermente ritoccati, e il supporto all’alta definizione è assicurato da un aspect ratio 16:9 compatibile con display odierni. a distanza di vent’anni, è finalmente possibile giocarlo con il doppiaggio giapponese e sottotitoli in italiano
In Breve: Onimusha 2: Samurai’s Destiny torna sugli scaffali in una forma fedele all’originale, ma purtroppo priva di quella cura extra che avrebbe potuto renderlo più appetibile anche a occhi moderni. Resta un titolo affascinante per chi desidera riscoprire le atmosfere cupe e il folklore nipponico in chiave action, forte di un sistema di progressione che invita al completismo e di una struttura narrativa più ramificata rispetto al primo capitolo. Tuttavia, al di là dell’aspetto nostalgico e delle piccole migliorie di qualità della vita, questa remaster si accontenta di riesumare il passato così com’era, senza provare davvero a rifinirlo. Chi conosce e ama la saga troverà comunque buone ragioni per tornare a impugnare la spada di Jubei Yagyu, ma chi si avvicina per la prima volta potrebbe restare spiazzato da un gameplay che, oggi più che mai, mostra tutti i suoi anni.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 13700K 3.40 GHz, NVIDIA RTX 4090, RAM 32GB, SSD
Com’è, Come gira: Veloce come una scheggia e leggero come ci si aspetterebbe, ma fatevi il favore di giocarlo con un joypad. Peraltro, le opzioni grafiche sono ridotte al minimo.