Monster Hunter World : Iceborne - Recensione

PC PS4 Xbox One

Non si può dire che Capcom abbia dormito sugli allori dopo la pubblicazione di Monster Hunter World, inanellando una letale combinazione di aggiornamenti gratuiti che ha mantenuto la quinta generazione dell’hunting game per antonomasia fresca e interessante fino a oggi. Con la calura che impazza in questi giorni, è piacevole constatare che l’arrivo del gelido Iceborne sia un nuovo, convincente passo in avanti sulla strada di quel perfezionamento su cui gli sviluppatori hanno puntato decisi sin dal debutto, offrendo un’esperienza impegnativa e appagante senza sacrificare nulla della natura hardcore per cui la saga è da anni venerata in Giappone, scrollandosi di dosso inutili rimasugli di obsoleto game design.

WIND OF CHANGE

Iniziamo dall’ovvio: Iceborne è un’espansione e per giocarla avrete bisogno per forza del capitolo originale. Tuttavia dovrete aver raggiunto almeno il Grado Cacciatore 16 (un traguardo sufficientemente facile da tagliare, fortunatamente) per iniziare la spedizione che darà il via alla nuova avventura: pare infatti che un Legiana si trovi nella foresta antica, un ecosistema che ha davvero poco in comune con il suo habitat naturale. Quella che inizierà dunque come una semplice ricerca sul campo aprirà le porte per l’Oltreterra, un’enorme isola ghiacciata ricca di scoperta e premature morti. Perché finalmente i membri della Quinta Flotta potranno accedere alle missioni di Grado Maestro, l’equivalenti della difficoltà G-Rank nei precedenti episodi; per i neofiti, questo si tradurrà in una robusta scarica di iniziali calci nel sedere, giacché mostri vecchi e nuovi picchieranno più duro, trasformando in un attimo tutto l’equipaggiamento faticosamente accumulato nel gioco base in pregiatissima paccottiglia. Il rovescio della medaglia è però ovvio: mostri più duri significano nuove armi e armature, foriere non solo di protezione e cattiveria supplementare, ma anche di interessanti nuove opzioni di personalizzazione, vedi le nuove, rarissime gemme di livello quattro da incastonare negli ormai familiari slot, capaci di conferire bonus a più tipi di abilità contemporaneamente.

Mostri vecchi e nuovi picchieranno più duro che mai, trasformando in un attimo l’equipaggiamento faticosamente accumulato nel gioco base in pregiatissima paccottiglia

Capcom ha preso sul serio gli oltre tredici milioni di cacciatori che hanno contribuito a rendere Monster Hunter World un successo globale, confezionando un’espansione veramente ricca, sia sul fronte contenutistico che per quanto riguarda l’impeccabile presentazione audiovisiva. Protagonista assoluta è naturalmente la nuova ambientazione glaciale, dalla base operativa di Seliana alle Distese Brinose, l’inedita mappa che non ha paura di mischiare capricciosamente le carte in tavola con una convincente diversità di situazioni e un paesaggio che sembra davvero freddo e vivo, un risultato non da poco viste le temperature di questi giorni. La varietà è impressionante e, secondo il mio umile parere, si tratta della migliore mappa creata per Monster Hunter World: in un attimo si arranca lentamente con la soffice neve che arriva fino alla cintura, mentre poco più in là un antico ghiacciaio cede sotto il peso di un mostro troppo esuberante, rivelando un sistema di caverne e nuovi esemplari di fauna endemica da catalogare. Spostandoci altrove, invece, ci si libra in aria spinti dal getto dei geyser, solo per atterrare dalle parti di un cumulo di detriti innevati platealmente instabile, pronto a scatenare la furia di una valanga su cacciatori e prede. Ci sono davvero tanti motivi per restare a bocca aperta tra i ghiacci di Iceborne insomma, anche senza un incontro ravvicinato con i suoi più ferali abitanti. Qui Capcom ha ascoltato il cuore della sua fanbase, presentando non solo una riuscita selezione di nuove belve tra esemplari mai visti prima e letali sottospecie, ma anche gettando nell’arena una sorta di “best of” dei mostri più amati e richiesti della serie. Senza voler svelare troppo (ma tanto ci ha già egregiamente pensato la stessa Capcom negli scorsi mesi) è imperativo segnalare il ritorno di pesi massimi come il ninja Nargacuga e il brutale quanto amatissimo Tigrex, vero e proprio banco di prova per separare i veri cacciatori dai ragazzini nelle precedenti incarnazioni della saga. Il motore di Monster Hunter World giova non poco a quelle vecchie glorie nate su hardware decisamente meno performanti come la gloriosa PSP, migliorandone l’aspetto nello splendore dell’alta definizione e aggiornando l’arsenale con un’apprezzabile dotazione di nuovi attacchi. Insomma, quando non ti trancia in due con un colpo di coda, il Nargacuga è quasi tenero, avvolto da quella soffice pelliccia nera.

L’EVOLUZIONE DELLA CACCIA

Come abbiamo detto, nuove regioni e belve significano ovviamente nuovo equipaggiamento. Oltre a essere più resistenti e dotate di nuove abilità, le armature di Grado Maestro sono esteticamente differenti rispetto a quelle ottenute dai medesimi mostri di livello inferiore, mentre il nuovo bottino permetterà di potenziare ulteriormente quelle armi che fino a ieri ritenevamo già perfette. Le novità di Iceborne non sono però appannaggio dei veterani, giacché alla mole di contenuti finora presentata si sommano tutta una serie di aggiunte che potranno essere godute anche dai cacciatori alle prime armi, tanto per arrivare pronti al fatidico Grado Cacciatore 16. È dunque imperativo all’inizio mettere da parte i bellicosi intenti e fare una capatina presso l’area di addestramento per padroneggiare le nuove mosse a disposizioni di tutte le armi, nessuna esclusa. Assieme a bilanciamenti di vario tipo, le nuove opzioni marziali donano un ulteriore livello di varietà e completezza a un sistema di combattimento profondo e immediato, senza tralasciare quell’elettrizzante pizzico di stile tutto giapponese. Personalmente non riesco più a fare a meno delle tecniche iaido a disposizione degli adepti della spada lunga, anche solo per l’impagabile scarica di adrenalina che ti pervade nel momento in cui riesci a fermare la carica di un bestione grande come una montagna in un fatidico attimo, estraendo come un fulmine la spada dal fodero!

Per affrontare Iceborne, è inizialmente imperativo mettere da parte i bellicosi intenti e fare una capatina presso l’area di addestramento

Parlando di moveset vari, adesso la fionda può essere adoperata anche con l’arma sguainata, il che è bene, perché il nuovo rampino artiglio è un giocattolo troppo ghiotto da ignorare. In pratica basta inquadrare un mostro (o meglio una sua parte, considerate le loro generose dimensioni) per lanciare un rampino che si conficcherà nelle sue carni, catapultandoci verso il bersaglio. Il bello arriva adesso: a seconda dell’arma equipaggiata potremo indebolire brevemente la pelle della potenziale preda causando più danni per un breve periodo di tempo, oppure costringerlo a generare delle potenti munizioni per la fionda. In alternativa è assai consigliato agganciare la testa del mostro quando è stordito, un’azione temeraria con cui potremo influenzarne la traiettoria prendendolo letteralmente a sganassoni sul volto e, sacrificando le munizioni caricate nella fionda attraverso il cosiddetto colpo sussultante, spedirlo in avanti come un treno, possibilmente verso la parete più vicina per causare pesanti danni e rimediare anche uno stordimento gratuito. C’è ovviamente uno scotto da pagare, rappresentato dall’enorme consumo di resistenza che una simile acrobazia richiede, senza contare che si tratta di una manovra molto delicata che non sortirà effetto su un bersaglio infuriato, classificando il rampino artiglio come lo strumento ideale per i gruppi di cacciatori più coordinati. Per questi Iceborne ha in serbo un’altra sorpresa, ovvero un livello di difficoltà intermedio tarato per due avventurieri, laddove precedentemente il gioco offriva due soli gradi di sfida (solitario e gruppo), penalizzando in questo modo le squadre incomplete.

LA PUNTA DELL’ICEBERG

Allontanandoci un attimo dalla pugna, Iceborne offre alcune opzioni per rendere più piacevole la permanenza tra i ghiacciai di Oltreterra. L’alloggio del giocatore in quel di Seliana è ora completamente personalizzabile in ogni singola parte, dai rivestimenti delle pareti agli oggetti esposti sui vari scaffali, mentre lo Stile Armatura muterà l’aspetto di cacciatore e compagno felyne in qualcosa di più eccentrico, non rinunciando alle caratteristiche dell’equipaggiamento in uso che resteranno invece immutate. Per quel che riguarda le attività da svolgere nei centri abitati non c’è nulla di nuovo da segnalare a parte la centrale geotermica nell’insediamento di Seliana, una mostruosità steampunk che mantiene viva e operativa la base. In soldoni, si tratta praticamente di una slot machine glorificata, dove al posto dei classici gettoni ci sono unità di combustibile, ottenibili in gran numero rinvenendo rari frammenti di carbone o sacrificando altri minerali: in palio ci sono oggetti di tutti i tipi, a patto di “sbancare” mandando su di giri l’erogazione del vapore, azzeccando ripetutamente la sequenza di aperture di tre valvole. Tecnicamente – nonché prevedibilmente – Iceborne si comporta come il gioco base, il che non è affatto male, unendo alla fluidità e al dinamismo che abbiamo amato durante gli ultimi mesi una direzione artistica veramente eccezionale, testimonianza lampante dell’impegno profuso da Capcom nel rinnovare e rendere universalmente apprezzabile una saga che, fino alla scorsa generazione, non era riuscita in nessun modo a fare breccia nel cuore dei giocatori occidentali. Valutare la longevità di una simile espansione è futile, visto che posso garantirvi con la massima confidenza che non la manderete in pensione una volta arrivati alla resa dei conti col glaciale drago anziano Velkhana. Anzi, da lì in poi il gioco avrà ancora parecchio da offrire nella lunga strada che porta al duecentesimo (!) Grado Maestro, stringendo amicizia col le tribù Grimalkyne per conquistare il diritto di spostarsi rapidamente cavalcando bestiole di piccole dimensioni e una dose di contenuti end game elettrizzante per qualità e carisma, sulla quale però non posso (né voglio, a dire il vero!) svelarvi davvero nulla.

Con una ventina di nuove belve da impagliare accanto al caminetto e una mappa semplicemente splendida, Iceborne è l’espansione definitiva (Capcom ha dichiarato che sarà la prima e ultima del suo genere per l’attuale generazione) che Monster Hunter World aspettava, dopo mesi di gloriosi aggiornamenti gratuiti. C’è da dire che che il fattore “wow” non è più alto come all’inizio, ma il nuovo Grado Maestro riesce a mescolare ancora una volta le carte in tavola, proponendo avversari vecchi e nuovi più in forma che mai. Se avete amato il gioco originale, si tratta davvero di un acquisto imprescindibile, destinato a donarvi mesi di divertimento con l’esperienza di caccia definitiva.

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Pro

  • Le missioni di Grado Maestro riaccendono la sfida.
  • Un bestiario composto da belve vecchie e nuove che non delude.
  • Nuove mosse per tutte le armi.

Contro

  • Se finora non siete stati catturati dal fascino di Monster Hunter, non troverete particolari rivoluzioni rispetto al gioco vanilla.
9.4

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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