Phantom Doctrine – Recensione

PC PS4 Xbox One

Ho trascorso l’ultima settimana decifrando messaggi in codice, appendendo indizi su una lavagna e collegandoli tra loro con lo spago alla ricerca di labili connessioni, stampando banconote false per finanziare illecitamente l’attività di spionaggio della mia agenzia indipendente, e facendo irruzione nelle basi nemiche per contrastare un gruppo di cospiratori intenzionati a gettare il pianeta nel caos per vederlo bruciare tra le fiamme atomiche.

Ora prendete il passaporto falso e la mazzetta di denaro dal plico sulla scrivania, indossate il vostro travestimento migliore, e seguitemi nelle torbide acque di Phantom Doctrine, in un mondo dove i doppiogiochisti saranno solamente l’ultimo dei vostri problemi.

RAPPORTO DEL 14-08-2018

La prima decisione che i ragazzi di CreativeForge Games pongono al giocatore è una delle più difficili di questo tattico a turni, che pesca a piene mani dai capisaldi del genere, a partire dai grandi classici firmati da Julian Gollop, fino ai più moderni XCOM sfornati da Firaxis.Phantom Doctrine recensione

Phantom Doctrine pesca a piene mani dai capisaldi del genere, a partire dai classici di Julian Gollop

Nei primi minuti ci viene richiesto di dar forma a quella che sarà la spia di punta della nostra agenzia – la Cabala – personalizzandone non solo l’aspetto e le generalità, ma anche il background e il blocco di appartenenza. Trovandoci nel pieno della Guerra Fredda, ai principi degli anni Ottanta, dobbiamo decidere se acquisire un ex agente della CIA o uno con un passato nel KGB: il percorso formativo dell’agente non solo gli garantisce tratti e abilità univoci, ma determina anche l’area di influenza dell’organizzazione. Optando per un disertore sovietico, per esempio, saremo costretti a operare solamente nel versante orientale del Muro di Berlino, mentre una spia presa in prestito dall’intelligence statunitense ci permetterà di agire solo in Occidente senza mai avere l’opportunità di superare la Cortina di Ferro, perlomeno nelle prime battute del gioco.

Va detto che sin dall’inizio gli sviluppatori polacchi provano ad alzare l’asticella offrendo un ventaglio di opportunità tattiche estremamente ampio. Le basi del gioco sono quelle che da anni caratterizzano questa tipologia di prodotti: durante le missioni ci troviamo al comando di un manipolo di agenti da spostare su una mappa più o meno ampia al fine di portare a termine gli obiettivi più disparati, che sia l’eliminazione di un bersaglio nemico, il sabotaggio di sottomarini, o il recupero di dossier top secret; tuttavia, trattandosi di un videogioco che pesca a piene mani da decenni di opere a tema spionistico, l’opzione di lanciarsi ad armi spianate nell’azione è solamente una delle tante possibilità proposte. Molto spesso risulta molto più comodo tentare di portare a termine una missione facendo leva sulla furtività, tanto che è possibile completare un’operazione (o addirittura l’intero gioco) senza aver mai esploso un colpo.

OPERAZIONE “AD ADORARE” – AGENTE [OMISSIS]

Dare il via a un’operazione senza un’adeguata preparazione, però, rischia di compromettere l’intera agenzia. È per questo motivo che nel titolo di CreativeForge abbiamo la possibilità di effettuare una breve ricognizione di ogni luogo prima dare il via all’azione vera e propria: mandando un paio di agenti in avanscoperta si ottengono informazioni essenziali per la buona riuscita dell’operazione, come la posizione delle telecamere o di altri oggetti sensibili, o addirittura la conformazione dell’intera mappa per poter pianificare al meglio i movimenti delle spie.Phantom Doctrine recensione

Ci troviamo in un’agenzia di intelligence nel pieno della Guerra Fredda, al principio degli anni Ottanta

La ricognizione fa sì che uno degli agenti che manderemo sul campo possa indossare un travestimento per agire indisturbato tra i nemici, a patto che non tradisca la sua vera identità comportandosi in maniera sospetta. Inutile dire che le possibilità offerte da un sistema del genere sono enormi e contribuiscono non solo a espandere la formula classica dei tattici a turni, ma anche a delineare un’atmosfera coerente e coinvolgente; a questo proposito, tanto di cappello al compositore Marcin Przybyłowicz, che grazie alla sua straordinaria colonna sonora accompagna il giocatore passo dopo passo verso il fondo della spirale cospirazionistica, tra brani dalle calme sonorità jazz nelle sessioni esplorative e tracce ben più incalzanti che caratterizzano i tesissimi scontri a fuoco con le forze nemiche. D’altronde il giovane Marcin è ormai un veterano dell’industria, avendo firmato le soundtrack di titoli del calibro di The Vanishing of Ethan Carther, The Witcher 3 e Hard West, quest’ultimo sviluppato dagli stessi autori di Phantom Doctrine.

INFILTRAZIONE NELLA CELLULA [OMISSIS]

Tuttavia, le azioni sul campo rappresentano solo una parte dell’esperienza offerta da CreativeForge. Tra una missione e l’altra abbiamo anche una base da gestire in ogni suo aspetto: a partire dalla ricerca di potenziali spie da aggiungere alla squadra, fino alla decodifica dei documenti raccolti nelle installazioni nemiche, passando ovviamente per l’interrogazione e l’eventuale conversione o eliminazione degli emissari cospirazionisti catturati, senza dimenticare di potenziare i nostri sottoposti insegnandogli nuove abilità o dandogli una spintarella con sostanze chimiche dopanti. Se però buona parte di questi incarichi possono essere automatizzati assegnando agenti al lavoro di ufficio, è bene cercare di trovare del tempo per decifrare i dossier formati dagli indizi raccolti dalle nostre spie, le quali potrebbero impiegare troppo tempo nel caso in cui vengano lasciate a ricercare in automatico le piste da seguire.Phantom Doctrine recensione

Tra una missione e l’altra abbiamo anche una base da gestire in ogni suo aspetto

L’analisi dei dossier è quasi un gioco dentro il gioco, dal momento che prevede la ricerca di parole chiave all’interno di documenti confidenziali per trovare collegamenti da e verso l’obiettivo principale di ogni fascicolo, spesso una persona che si nasconde dietro un nome in codice o un luogo inizialmente sconosciuto. In alcuni casi, decifrare i dossier permette di avanzare con la storia e sbloccare ulteriori missioni principali, ma nella maggior parte dei casi la decodifica porta ad altre ricompense, come l’acquisizione di contatti per il mercato nero o l’individuazione delle basi utilizzate dai nemici della Cabala. Trascurare queste cellule non è mai una buona idea dal momento che il loro lavoro risiede esclusivamente nel metterci i bastoni tra le ruote rubando denaro dalle casse dell’agenzia o tentando di individuare il nostro quartier generale, facendo alzare gradualmente e inesorabilmente l’indicatore di pericolo: una volta che questo avrà raggiunto il massimo, si renderà necessario un costosissimo trasloco per resettare almeno parzialmente la barra del pericolo, pena la possibilità che gli agenti nemici facciano irruzione nel QG uccidendo o catturando buona parte delle nostre spie. Per questo è essenziale tentare di analizzare le anomalie che giorno dopo giorno compaiono sulla mappa, inviando gli operatori in giro per il mondo ad investigare ogni segnale di allarme, compresi gli eventuali falsi positivi.

DANNI COLLATERALI INEVITABILI

Tale meccanica mostra il fianco alla prima critica che mi sento di muovere nei confronti di Phantom Doctrine: sebbene il tentativo di azzerare i momenti morti sia tutto sommato encomiabile, dover inviare i propri agenti nei quattro angoli del mondo alla ricerca di operazioni secondarie fa sì che il tasso di ripetitività salga alle stelle. Ciò è dovuto principalmente al riciclo di mappe di queste missioni, le quali – tra l’altro – richiedono quasi sempre il raggiungimento dei medesimi obiettivi. Nelle fasi avanzate della partita, a causa della dinamica relativa all’indicatore di pericolo, diventa quasi impossibile concentrarsi solo sulle missioni principali in quanto ci viene richiesto di estinguere gli incendi man mano che si sviluppano, pena la perdita di ingenti risorse (sia monetarie che umane).Phantom Doctrine recensione

Non mancano sbavature nella localizzazione o nella ripetitività delle missioni secondarie, ma in un quadro di sostanziale magnificenza

La seconda perplessità, invece, riguarda esclusivamente la localizzazione in italiano del gioco. Al di là di una traduzione che eufemisticamente si potrebbe definire maccheronica, giocare nell’idioma dantesco significa incorrere in bug dell’interfaccia altrimenti assenti se si seleziona la lingua inglese. In alcuni casi, per via dell’allungamento degli scritti dovuto alla traduzione, le parti finali del testo sono tagliate e non compaiono nelle finestre di dialogo: al di là degli ovvi problemi di comprensione sul fronte narrativo, questo problema ha effetti tangibili anche sul versante ludico, soprattutto quando si tenta di decifrare dossier particolarmente corposi. In questo caso, l’assenza di parti di testo pregiudica l’individuazione delle parole chiave, rendendo di fatto impossibile la decriptazione dei dossier. Un difetto decisamente non trascurabile in caso non siate in vena di giocare mantenendo i testi a schermo in inglese, che potrebbe compromettere il godimento di un’opera dalla qualità clamorosa.

Senza utilizzare mezzi termini, Phantom Doctrine è un videogioco eccezionale. L’ultima fatica di CreativeForge Games pesca a piene mani dall’immaginario collettivo che ha dato vita alle migliori opere spionistiche dedicate al periodo della Guerra Fredda, condendo il tutto con il fascino di quelle cospirazioni internazionali le cui ragnatele si dipanano in ogni angolo del mondo. Alla lunga soffre di un pizzico di ripetitività, ma ciò non toglie che Phantom Doctrine abbia tutte le carte in regola per diventare uno dei punti di riferimento i videogiochi che ne vorranno seguire le orme. Questo team polacco aveva già dimostrato di saperci fare quando qualche anno fa diede i natali all’intrigante Hard West, ma grazie a Phantom Doctrine mi sento di affermare senza alcun timore che i talenti di CreativeForge Games sono entrati a far parte a pieno titolo del gotha degli sviluppatori di tattici a turni.

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Pro

  • Sistema di gioco intelligente e profondo.
  • Ambientazione sfruttata alla perfezione.
  • Colonna sonora eccezionale.

Contro

  • Qualche lieve problema di ripetitività delle missioni secondarie.
  • Localizzazione italiana da rivedere completamente.
9.2

Ottimo

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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