Elgato Wave:1 – Recensione

L’elaborazione del suono avviene direttamente nel microfono: in pratica, compriamo un microfono e ci ritroviamo con un’intera scheda audio USB

L’elettronica dispone di due tecnologie interessanti: un filtro passa-basso e un “eliminatore di click” che si possono eventualmente disattivare per aumentare la fedeltà della voce. Tuttavia, rappresentano uno dei punti di forza del dispositivo e non ci sono molte ragioni per farlo, tanto più che coi filtri attivati il limite della pressione acustica sale da 120 a 140 dB, mentre l’intervallo dinamico da 95 a 115 dB. Questo microfono è comodo, molto comodo: ci permette di parlare nel microfono senza che un tono troppo alto possa distorcere la voce, visto che ci pensa lui a compensare l’overdrive. In altre parole: lo colleghiamo, lo configuriamo e poi parliamo, senza preoccuparci di nient’altro. Una vera libidine.Elgato Wave 1 Recensione

UN PO’ DI FILOSOFIA

L’unico aspetto su cui occorre spendere un po’ di tempo è l’apprendimento. Non è un semplice microfono che si attacca a una presa e Elgato Wave 1 Recensionepoi ci si parla dentro: è un intero sottosistema audio che va opportunamente configurato. In particolare, bisogna prendere confidenza con il suo mixer, che è tutto particolare. Quando installiamo il software, ci ritroviamo con alcune nuove periferiche audio elencate tra quelle di registrazione e quelle di riproduzione, dal nome che inizia per Wave Link. Per esempio, “Wave Link Browser”, “Wave Link Game” e così via. Questi dispositivi virtuali vanno utilizzati per “girare” l’output di programmi specifici, in esecuzione sul computer, nel mixer software fornito da Elgato. Per esempio, immaginando di avere Twitch e Chrome attivi, dobbiamo indicare a Windows di usare “Wave Link Voice Chat” per il primo e “Wave Link Browser” per il secondo, mettendo lo stream del microfono Wave:1 in registrazione. Questa operazione non è strettamente necessaria per usare il dispositivo, ma semplifica le cose nel momento in cui vogliamo gestire il mixing dell’audio di tutti questi programmi dal solo software Wave Link di Elgato. Wave Link dà la possibilità di miscelare fino a 8 fonti diverse, non è ancora perfetto: è comodo da usare, ma ci sono alcuni aspetti che possono migliorare. Uno su tutti, la memorizzazione delle impostazioni. Quando lo colleghiamo al computer, il microfono ha un livello di guadagno (Gain) azzerato: tocca alzarlo via software e portarlo almeno tra 40 e 65 per un impiego ottimale. Basta, tuttavia, staccare il microfono momentaneamente o cambiare il dispositivo di input per ritrovarsi il guadagno a zero al collegamento successivo. Una scelta di design opinabile, a cui però dovrebbe essere facile porre rimedio.

Una volta presa la necessaria dimestichezza con il software a corredo, Wave:1 si dimostra subito per quello che è, un ottimo microfono. Lo abbiamo usato per chattare, per fare dei veloci voice-over e anche per cantare, ottenendo in ogni occasione degli ottimi risultati. In particolare, la differenza con i tipici microfoni “da cuffia per gamer” va da “sostanziale” ad “abissale”, in base al modello del confronto. Costa, da solo, 139 euro, ma se è una periferica come questa, che state cercando, fidatevi: l’avete trovata.

Voto: 8.7

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