IL XIAOMI MI CURVED GAMING MONITOR NON SUPPORTA L’HDR, MA HA DALLA SUA IL REFRESH A FREQUENZA VARIABILE, BEN PIù IMPORTANTE PER I GIOCATORI
LA VELOCITà DI REAZIONE DI 4 MS PUò SEMBRARE POCA, MA NON CADIAMO VITTIME DEL MARKETING
CONNETTIVITÀ E ACCESSORI
Col monitor non viene fornito alcun accessorio, a parte un cavo di collegamento DisplayPort. Chi intende collegare dispositivi HDMI, dunque, dovrà necessariamente procurarsi i cavi necessari. Attenzione in questo caso: lo schermo dispone di due ingressi HDMI versione 2.0 (più che sufficiente per la risoluzione che ha) e due DisplayPort 1.4, un’uscita audio analogica da 3,5 mm per le cuffie e la presa per l’alimentazione.
Non ci sono connessioni USB a disposizione, ma faccio davvero molta fatica a considerarla una grave lacuna: con tutti gli hub a disposizione negli e-store, non vedo infatti perché mai sia indispensabile averne uno integrato anche nel monitor, con l’aggravante che gli anni passano, le connessioni USB migliorano, ma il monitor resta lo stesso per molto più tempo. L’importante, insomma, è che Xiaomi abbia risparmiato sugli aspetti secondari per mantenere il prezzo così basso, e non sulle cose fondamentali. Grazie agli ingressi video a disposizione possiamo collegare fino a un massimo di 4 computer e questo è un vantaggio: normalmente è già tanto quando ne possiamo usare tre. Tramite il menu OSD si possono attivare due opzioni per vedere contemporaneamente l’output di due computer: PBP e PIP.
PBP permette di affiancare tra loro le immagini di due computer diversi, mentre PIP consente di inserire il secondo output in un angolo della finestra principale. Una particolarità: anche se le specifiche di HDMI 2.0 dovrebbero garantire il supporto dei 144 Hz, la frequenza più elevata si raggiunge solo tramite DisplayPort. Con un cavo HDMI 2.0 da 18 Gbps, infatti, mi sono dovuto accontentare di 120 Hz.
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